Test F1 Barcellona – Mercedes percorre più di tremila km, la Ferrari ora deve mantenere la calma
La Mercedes sembra di un altro pianeta, inavvicinabile per tutti. Ferrari veloce, ma guai a farsi schiacciare dalla pressione...
Quattro giorni che sono stati per Mercedes una maratona di rara prepotenza, nei quali l’armata anglo-tedesca ha mostrato una solidità e un potenziale tali da annichilire i rivali. Sono solo test, bisogna ripetercelo, senza stancarsi, ma il chilometraggio della Mercedes ricorda fin troppo da vicinio gli anni del dominio Ferrari ai tempi di Michael Schumacher, quando le avversarie lavoravano in modo normale e la Rossa correva su di un pianeta diverso da tutti, e molto lontano.
MERCEDES DA PAURA La Mercedes è quasi sembrata voler snobbare il gruppone, ergendosi su un piedistallo di unicità. La squadra di Brackley nei test di Barcellona ha superato il muro dei tremila km percorsi, totalizzando la bellezza di 675 giri al giorno, con il record di 185 tornate nell’ultima giornata utile. Brackley ha iniziato anche una operazione simpatia; scherza sui social network (epici i sipiarietti con la Renault ex Lotus), ribattezza il nuovo muso “Bruce” come uno squalo dei cartoni animati. Insomma gioca, diverte, si diverte. E si sente al tal punto superiore da decidere di non montare mai le gomme morbide, lavorando solo con le medie. Si vocifera che la scelta sia stata dettata dall’esigenza di comprendere alcuni problemi della W07 relativi al degrado delle mescole, ma è come cercare il pelo nell’uovo ad una corazzata che al pronti via dei test invernali fa già tremare le vene nei polsi agli avversari.
CAPITOLO FERRARI Vero che poi c’è anche il cronometro – che a parer di chi scrive in questa fase non andrebbe nemmeno considerato – e che i tempi dicono Ferrari; Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen sono rispettivamente primo e terzo nella classifica generale dei tempi della quattro giorni del Montmelò. Quanto basta per accontentare i media ed alimentare speranze più o meno fondate. Panem et circensens, la F1 ha un disperato bisogno di una Ferrari vincente e allora concediamogliela ai tifosi questa sensazione, più o meno suffragata dai fatti. Veloci si, ma a che prezzo? Con quanta benzina? Con che gomme? Troppe domande alle quali non bisogna rispondere adesso. Le note positive, si direbbe molto positive, sono le parole spese da Vettel e Raikkonen sulla SF16-H: monoposto guidabile, migliore della SF15-T, e soprattutto reattiva all’anteriore. Ciò che serve per far esprimere al meglio due piloti dalla guida precisa e morbida. Ma la Ferrari a Barcellona ha anche dimostrato qualche problemino di gioventù. Ufficialmente problemi di pescaggio benzina e ai radiatori, diretta conseguenza dell’aggressività concettuale della nuova Rossa, vettura dall’aerodinamica più spinta e quindi dalle componenti interne totalmente ripensate. Mettiamola così: la Rossa ha favorevolmente impressionato, ma il confronto con il chilometraggio della Mercedes è impietoso. Una differenza di solidità e di maturità tecnica che non può far dormire sonni tranquilli.
PENSARE SOLO A SE STESSI Ed è qui che dovrà mostrare tutte le sue capacità un capo carismatico come Arrivabene. La Ferrari può essere l’anti Mercedes, ma non deve vivere il titolo mondiale come un’ossessione. La squadra deve restare tranquilla, conscia che non ha niente da perdere e può solo migliorare, scaricando la pressione sui veri favoriti, ovvero i tedeschi. Il Cavallino deve isolarsi e fare quadrato, soprattutto deve restare impermeabile ai continui e ormai fastidiosi proclami di vittoria del presidente Marchionne. Il manager FCA ha i suoi obiettivi, le sue ambizioni, le sue paure. Ma la Ferrari ha le sue ragioni, che la ragione non conosce, tanto per parafrasare maldestramente Blaise Pascal. La squadra pensasse al “campo” e non alla finanza, per essere più diretti.
LE ALTRE Molte squadre hanno interpretato questi test in modo interlocutorio, basti pensare a Williams e Red Bull che hanno badato alla sostanza. La Haas per essere una debuttante assoluta ha portato avanti un lavoro onesto, buono il chilometraggio della Toro Rosso se consideriamo che Faenza ha lavorato notte e giorno per adattare la monoposto al motore Ferrari. La McLaren resta una grande incognita; un giorno gira molto (più di cento giri ma a ritmo blando), l’altro è ferma ai box. I problemi al motore Honda non sembrano ancora risolti…
Antonino Rendina
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