Presentato il libro dedicato alla vita di Tino Brambilla

Una serata di ricordi tra gare, amicizie con Ferrari e momenti di confronto con oggi

Presentato il libro dedicato alla vita di Tino Brambilla

Giovedì 15 ottobre presso l’auditorium M.Cavenaghi di Vedano al Lambro si è svolto il secondo ‘Incontro con l’Autore’ di quest’anno, organizzato dal Ferrari Club di Vedano. In tale occasione lo scrittore Walter Consonni ha presentato il libro biografico “Mi è sempre piaciuto vincere”, dedicato ad Ernesto ‘Tino’ Brambilla, fratello del famoso Vittorio nonché uno dei massimi esponenti del motorsport nostrano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, prima sulle due e poi sulle quattro ruote. Per i presenti è stata un’occasione unica poter ascoltare dai protagonisti come era allora correre e come vivevano i piloti durante i weekend di gara, quando per arrivare ad un tracciato ci si poteva affidare solamente alle mappe stampate ed in pista bisognava trasmettere le sensazioni agli ingegneri per trovare il giusto assetto, in quanto la telemetria era cosa sconosciuta. Molte le persone che hanno ridato vita con la propria voce a quei giorni: in primis lo stesso Tino Brambilla, affiancato dal caro amico Carlo ‘Carlito’ Facetti, Giuseppe Moioli – meccanico storico dei Brambilla, Giovanni Arosio – anch’egli meccanico nel mondo della Formula Uno, Ercole Colombo, storico fotografo della massima serie e l’avvocato Federico Bendinelli. Ha partecipato a sorpresa anche Davide Valsecchi, il quale ha offerto – oltre alla simpatia che lo contraddistingue – il punto di vista dei piloti d’oggi.

Walter Consonni ha cercato di riassumere il contenuto del suo libro parlando della figura di Tino:«Il libro è come un esame di coscienza della sua intera vita. Vuole essere come un acquerello, che tenta di stemperare quanto vi potrebbe essere di romanzato e di scavare nel dato reale della vita. Tino mi ha confessato nel corso di quest’anno di avere un solo rimpianto: l’aver studiato non abbastanza per poter collaborare al meglio con gli ingegneri, coloro che costruivano la monoposto in cui lui depositava la sua vita. Un’enciclopedia non sarebbe stata sufficiente a raccontare tutte le sue avvenute ed è stato per me un piacere raccontare la sua esistenza». E per capire quanto sia stato abile come pilota e genuino come uomo, ancora Consonni ricorda che:«Dal 1968 al 1970 Tino è stato collaudatore Ferrari ed ha conosciuto personalmente il Commendatore in modo approfondito e sotto vari aspetti».

Carlo Facetti è stato certamente uno che di tempo ne ha trascorso molto con Brambilla, tra amicizia e rivalità in pista:«Tino correva in moto e cominciammo entrambi a correre e conoscerci nel ‘53. In F3 correvamo contro team preparatissimi, noi eravamo quelli con le mani sporche e con la stanchezza presente ancor prima di salire al volante. Tanti consigli e tante parole scambiate tra noi due e tanti altri amici. I problemi erano di tipo monetario e cercammo entrambi di avere più spazio attraverso scuderie ufficiali ma fummo sempre delle seconde scelte. Allora non esisteva la telemetria ed era difficile trasmettere con i sensi e la voce il tutto agli ingegneri ed ai tecnici».

Giuseppe Moioli:«Cominciai a lavorare come meccanico dei fratelli Brambilla che avevo 19 anni. Di molte avventure vissute assieme non cambierei nulla. Nessuno ha mai parlato della loro umanità e sportività dentro e fuori dai campi di gara, cosa che rendeva i due fratelli unici nell’ambito del motorsport.»

Ercole Colombo:«Tino e Vittorio sono stati la base di quello che oggi è il mio lavoro. Fare delle gare con loro era entrare nel vivo della corsa ed ogni minuto che passava ce ne era una nuova. Per esempio in F2 Tino stava battagliando con Tim Schenken ad Hockenheim e lo tenne fuori dalla pista, non facendosi passare. Dopo venne ai box ma non ebbe modo di rifarsi, Tino lo minacciò facendo volteggiare in aria un martello con cui stava saldando alcune parti della vettura!».

Giovanni Arosio ha voluto ricordare come Tino fosse più aperto del fratello, raccontando un simpatico aneddoto su Vittorio:«Hockenheim, campionato di F1, torniamo a Monza attraverso un percorso di oltre 600 km e durante il percorso avremo scambiato 5 parole in tutto! Dal 1967 al 2000 ho lavorato, sacrificando – come tanti del mio periodo – molto tempo della mia vita. Allora avevamo un tarlo che pervadeva la nostra testa, un tarlo chiamato Passione».

Davide Valsecchi parlando dei coraggiosi di quell’epoca non ha potuto che fare un paragone con quelli attuali:«il loro stile era unico: coraggio, eroismo per essere il migliore, il rischio pur di emergere era altissimo. Oggi la componente di rischio è minore anche se vincere è sempre difficile. Gli eroi di ieri non sono quelli di oggi, le loro difficoltà erano maggiori, oggi invece si tende a lamentarsi un po’ troppo per dei particolari».

Non sono mancati scambi di battute con il pubblico che ha liberamente interagito con i narratori presenti sul palco, tra rievocazioni di eventi simpatici collegati alla loro vita e momenti di riflessione con il presente del motorsport. Raggiunto quindi il culmine dell’evento Tino Brambilla è stato insignito dal Ferrari Club Vedano del Premio ‘Memorial Vittorio Brambilla’ per l’edizione 2015, avendo dimostrato un grande attaccamento al motorsport e rivelandosi sempre uomo corretto e autentico.

«Una rivincita morale verso chi non ha creduto in me e mi ha dipinto per come non ero né mai sono stato» ha detto Brambilla parlando del libro e del premio ricevuto – «sono commosso per la vostra partecipazione».

 

Andrea Villa

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