Mark Webber infortunato ad una spalla nelle ultime quattro gare

Mark Webber infortunato ad una spalla nelle ultime quattro gare

Ed ecco la notizia che non ti aspetti.
Il finale di stagione 2010 è stato contraddistinto, tra le altre, dalla perdita di competitività di Mark Webber. “Non è un campione”, “Non sa gestire la pressione”, “Se vince è solo grazie alla macchina, è scarso”. A tre settimane dalla fine del Mondiale, vinto dal compagno Sebastian Vettel, emerge un particolare shock. Vale a dire la notizia di un infortunio (si parla addirittura di frattura) alla spalla destra, rimediato poco prima della gara di Suzuka, che avrebbe penalizzato le prestazioni del pilota australiano nelle ultime quattro decisive corse.

Mountain Bike, che passione..anche troppo
Come molti ricorderanno, Webber era stato protagonista, dopo il termine della stagione 2008, di un grave incidente in bicicletta in cui aveva subìto la frattura della spalla sinistra e della gamba destra. Fortunatamente era riuscito poi a riabilitarsi in tempo per l’inizio del mondiale 2009.

Ora un altro infortunio, proprio nel bel mezzo della lotta per il titolo mondiale 2010.
Nel suo libro ufficiale “Up Front: a season to remember”, il 34enne australiano ha rivelato di essersi infortunato al rientro in patria dopo il Gp di Singapore di fine settembre. Il problema è stato definito non particolarmente grave ma allo stesso tempo difficile da curare, in quanto è andato ad interessare a fondo l’articolazione della spalla.
Oltretutto, un probabile intervento sarebbe il motivo dell’assenza di Mark ai test con le gomme Pirelli seguiti all’ultimo Gp stagionale.

Il libro racconta anche di come il pilota non abbia riferito nulla al suo team principal Chris Horner, ma abbia messo al corrente dell’infortunio esclusivamente il suo trainer Roger Clearly e il medico FIA Gary Hartstein, il quale avrebbe praticato delle infiltrazioni di cortisone a Webber per permettergli di correre in Giappone e Corea.

“Stavo correndo con un mio grande amico quando, improvvisamente, è caduto di fronte a me e non ho potuto fare nulla per evitarlo”

“Suzuka è un tracciato molto ostico per il fisico, e la giornata di stop forzato del sabato (causa pioggia torrenziale in pista) mi ha permesso di riposare ancora un po’. Le infiltrazioni pre-gara mi hanno poi aiutato ad affrontare il GP”

Queste due delle dichiarazioni del pilota.

Considerazioni
1) In primis. Va bene la passione per le mountain bike. Chi non ne ha oltre al proprio lavoro? Però, vista l’esperienza di due anni fa, e vista la situazione nel mondiale (Webber dopo Singapore era ancora in testa alla classifica), c’era proprio tutto questo bisogno di rischiare le ossa? Non c’è due senza tre, ma speriamo che al prossimo giro Mark ci pensi qualche volta in più prima di fare il pazzo con le due ruote.

2) Come lo stesso Mark ha raccontato, Chris Horner non è stato informato del problema. Il motivo potrebbe essere abbastanza chiaro. Il pensiero di Webber potrebbe essere stato che, se la notizia si fosse diffusa, nell’ambito di un team nel quale uno dei due piloti è il “pupillo” (e non è certo Mark) non ci sarebbe stata più storia e nemmeno il vantaggio in classifica sarebbe stato visto come una giustificazione per supportarlo nella rincorsa al titolo.

3) D’altro canto, però, siamo sicuri che nessuno se ne fosse accorto? Il calo di prestazioni di Mark è stato abbastanza palese nell’ultima parte di stagione. A parte l’erroraccio di Yeongam Webber non ha mai avvicinato Vettel in termini di velocità e consistenza, cosa che invece era successa nella prima parte dell’anno. La F1 vive di telemetrie e confronti tra le stesse. Se riflettiamo possiamo anche ipotizzare che, all’interno della squadra delle lattine, un telemetrista si sia reso conto di qualche problema nelle curve a sinistra (in cui il movimento della spalla destra è più accentuato per girare il volante). E che quindi i piani alti, informati, si siano concentrati ancor di più su Sebastian (capirai che sforzo..), consapevoli che i problemi di Mark ne avrebbero pregiudicato inesorabilmente i risultati. In qualsiasi caso, Horner & co. hanno avuto ragione.

4) Questo retroscena cambia alcuni equilibri. Come sarebbe andata a finire senza spalla rotta? Webber ha ottenuto, comunque, due secondi posti. Uno in Giappone (incredibile, a questo punto) e uno in Brasile. In Corea, dove aveva ancora un buon vantaggio in classifica su Vettel, è andato a sbattere. Ad Abu Dhabi, invece, è restato ad assistere impotente alla lotta tra Alonso, giunto di fronte a lui, e Petrov.

5) Come vanno gestite le passioni extra-lavorative dei piloti? Bel dilemma. Potremmo chiederlo a Robert Kubica visto che, come sappiamo, è un amante dei Rally e si cimenta, anche durante l’anno, in alcune prove con buoni risultati. Certo, in generale un incidente può scappare, non si può pretendere che al di fuori delle corse un pilota resti a letto per non rischiare di farsi male. D’altro canto, però, un po’ più di accortezza da parte di team manager e soprattutto dei piloti non guasterebbe.

Conclusione
Non possiamo dire con certezza che, senza questo infortunio, Webber sarebbe diventato Campione del Mondo. Le variabili in gioco sono così tante che non si può escludere niente. Certo è, però, che probabilmente le prestazioni dell’australiano sarebbero state diverse, magari in linea con quelle della prima parte di stagione. Ed è tutto sommato un dispiacere per questo ragazzo, perchè a 34 anni questa potrebbe essere stata la prima e ultima occasione per lui per diventare Campione (un po’ come successe nel 2008 a Felipe Massa), e il rimpianto di averlo perso anche per colpa di una variabile tutto sommato evitabile potrebbe rimanere per molto tempo.

Alessandro Secchi – F1Grandprix

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