La Ferrari è obbligata a vincere: con Hamilton e Leclerc non ci sono più scuse

Tutta la pressione adesso è sulla Rossa. Il mondiale non è più un'opzione, ma un dovere

La Ferrari è obbligata a vincere: con Hamilton e Leclerc non ci sono più scuse

La coppia da sogno formata da Charles Leclerc e Lewis Hamilton fa sognare i tifosi, ma è anche un boomerang sportivo senza precedenti. Tolto Verstappen che attualmente fa storia a se, ma con Lawson che è un’incognita, la coppia del Cavallino non ha rivali in griglia. La Ferrari schiererà ai nastri di partenza del 2025 un vero e proprio dream team.

Hamilton è una leggenda, il più vincente nella storia della F1 Leclerc ha ampiamente dimostrato in questi anni il suo valore, non c’è dubbio che entrambi gli alfieri della Rossa non avrebbero problemi a vincere con l’auto giusta. Hamilton sa già come si fa, essendo stato uno dei piloti più dominanti della storia del Circus. Leclerc aspetta ancora l’auto competitiva, ma anno dopo anno è cresciuto, dimostrando anche nel 2025 di essere un top driver con ormai pochissimi difetti.

Si è sempre detto che il problema della Ferrari non erano i piloti, figuriamoci adesso con Hamilton al posto di Sainz. Più che altro con una coppia di piloti così forte la Rossa si è messa addosso gli occhi del mondo e tanta pressione, perché ogni risultato diverso dal mondiale sarà bollato come un fallimento. Che te ne fai più di qualche vittoria di tappa, di un secondo posto Piloti o Costruttori, quando puoi fregiarti di schierare Hamilton e Leclerc? Cosa hai investito a fare decine di milioni su un fuoriclasse se poi non riesci a primeggiare?

La verità è che mai come ora per la Rossa cadono tutti gli alibi. La McLaren è velocissima, punta a vincere il titolo Piloti dopo quello Costruttori, ma resta una scuderia con meno risorse rispetto a quelle di Maranello e con due piloti, Lando Norris e Oscar Piastri, giovani e veloci, ma non certo imbattibili. Non possono essere paragonati alla coppia ferrarista.

Max Verstappen, che dovrebbe essere dato come favorito a prescindere, è soggetto ai capricci della Red Bull, non più la vettura dominante del biennio 2022-2023. E la stabilità regolamentare, all’ultimo anno di questa generazione di monoposto, ha portato l’auspicato livellamento. In attesa di nuovi sfidanti (Mercedes? L’Aston Martin del genio Newey?) la Ferrari ha una grande opportunità, sprecarla sarebbe delittuoso.

In F1 però si vince con la macchina, ed è qui che aumentano le preoccupazioni, per una scuderia che macchine vincenti non le progetta da troppi anni. Si potrebbe essere cautamente ottimisti pensando al 2024, alla bontà della SF-24, al fatto che fino all’ultimo la Rossa è stata in lotta per un titolo – e non accadeva da tanto – al fatto che la vettura non presentava nel finale di stagione particolari criticità e difetti, rendendo mediamente bene dovunque. Non un fattore scontato per una scuderia che ha sempre sofferto negli ultimi anni con le gomme, con le temperature, con le curve veloci.

D’altro canto però queste parole le abbiamo scritte e riscritte innumerevoli volte in questi anni, e ogni qualvolta la Ferrari sembrava pronta a risorgere e vincere è successo qualcosa che ne ha frenato la scalata: l’avversario più forte, il progetto dominante, il flop inatteso. Non sempre ad una vettura del Cavallino veloce ha fatto seguito una vettura migliore, ecco. E l’esperienza è una compagna preziosa, perché ci evita inutili illusioni invernali.

E nell’attesa, sempre più breve a causa del calendario ipertrofrico, non possiamo però esimerci dal sottolineare come la Ferrari è ad un vero e proprio bivio: scrivere una grande storia, un capitolo diverso, o farsi ridere dietro. Con l’ingaggio di Hamilton l’asticella si è alzata, il minimo sindacale è dare ai piloti una vettura competitiva per il titolo, viceversa il rumore del tonfo sarebbe stordente, e seguirebbe un lungo silenzio seguito dalla parola fine. Perché se non vinci il titolo nemmeno con Leclerc, Hamilton, una buona base come auto, avversari non più imbattibili, stabilità regolamentare, quando lo vinci più?

Antonino Rendina

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