Intervista esclusiva a Vijay Mallya: “Il mio sogno si chiama Force India”

Intervista esclusiva a Vijay Mallya: “Il mio sogno si chiama Force India”

È l'ultimo arrivato tra i proprietari di team, ma e' gia' l'uomo del momento in Formula 1. Vijay Mallya ha aperto le porte (e le casse) dell'enorme mercato indiano alla massima Formula, dando un impulso importante alla tanto agognata penetrazione dell'automobilismo nel ricco Estremo Oriente. Ma Mallya non e' solo un miliardario intenzionato a investire in F1: e' un uomo di grande intelligenza, intraprendenza e soprattutto esperienza nel mondo delle corse. Da lui non vedrete team gestiti con budget ridotti all'osso, di stoddartiana memoria, né sedili assegnati al miglior offerente come la Spyker ci aveva abituato nella sua breve storia. Il suo e' un progetto a lungo termine, che mira a dare finalmente la tanto agognata stabilita' (economica ma anche tecnica) ad un team che negli ultimi anni aveva fatto della precarieta' la sua ragione d'essere. Ai microfoni di F1GrandPrix.it, Mallya ha concesso un'intervista esclusiva in cui spiega dettagliatamente il suo sogno. Il sogno di un uomo, che ha alle spalle un milione di persone.

Sig. Mallya, da dove e' venuta la sua decisione di acquistare un team di Formula 1?
“Ho sponsorizzato il team Benetton Formula 1 nel 1995 e poi, nuovamente il team Toyota Formula 1 nel 2007. Francamente, in quel momento non avevo idea che avrei acquistato un team di Formula 1. Ma il fatto di aver sponsorizzato il team Toyota mi ha convinto che, con l'enorme crescita economica in India e la crescita cosi' rapida in atto per la prosperita' degli indiani, la Formula 1 sarebbe stata una piattaforma molto emozionante per il mio marchio, particolarmente nel mercato indiano, oltre che su quello mondiale. Poi, quando si e' presentata l'opportunita' di acquistare il team Spyker F1, ho considerato l'opportunita' per l'India e molto rapidamente ci siamo resi conto che il potenziale per un team di Formula 1 di proprieta' indiana sulla griglia del Campionato del Mondo sarebbe stato enorme. Abbiamo una nazione molto giovane con gente giovane, che guadagna di piu', che ha valori e aspirazioni piu' elevate, che vuole un'alternativa al cricket, lo sport piu' seguito in India. La Formula 1 e' emozionante e ricca di glamour, corrisponde ai valori e alle aspirazioni attuali dei giovani ricchi indiani. Percio' abbiamo deciso di andare avanti e acquistare il team Spyker.”

A che punto sono le preparazioni per il 2008 del suo team in termini di piloti e di staff tecnico?
“Per quanto riguarda il lato tecnico, abbiamo Mike Gascoyne che voleva rafforzare la sua leadership ingegneristica. Percio' abbiamo approvato le nomine di Mark Smith e Ian Hall. Mark sta gia' lavorando con noi, Ian si unira' a noi a gennaio. Ho dato a Mike Gascoyne tutte le risorse tecniche che voleva. Per quanto riguarda i piloti, ho chiarito fin dal primissimo giorno che terremo Sutil, perché crediamo che abbia molto talento. In merito al secondo pilota, abbiamo fatto provare la vettura a Ralf Schumacher, Fisichella, Liuzzi e Klien. Ora sto discutendo con loro e in ultima analisi decideremo il nostro secondo pilota tra breve. Anche Rodriguez e' nella lista dei candidati, ma deve anche conseguire la superlicenza.”

Perché non ha scelto un pilota indiano?
“Dobbiamo migliorare prima le prestazioni del team e il pilota e' una componente molto importante per migliorare le prestazioni del team. Non vedo un pilota indiano, al momento, che possa fare questo lavoro per me. Forse in futuro si'. Se la Force India Formula 1 potesse avere un pilota indiano quando scattera' il primo Gran Premio d'India nel 2010, sarebbe perfetto. Ma dobbiamo avere un pilota che svolga anche il lavoro per il team.”

Ha parlato della Formula 1 come piattaforma per il suo marchio. Dal punto di vista di un'azienda che vi investe, e' soddisfatto di come e' gestita attualmente la Formula 1 oppure avrebbe dei cambiamenti da apportare ai regolamenti?
“Penso che la Formula 1, cosi' com'e', e' ricca di glamour, competitiva e molto attraente. Certamente attrae l'attenzione di un numero enorme di indiani. Penso che il team Force India Formula 1 abbia una fortuna unica per via del suo collegamento emozionale con gli indiani. Sempre piu' persone, penso, saranno tifosi della Formula 1. I dati di audience televisiva in India sono cresciuti del 60% da quando ho annunciato che avrei acquistato questo team. Questo, da solo, dimostra che l'interesse c'e' e per questo e' un'opportunita' unica per le aziende che vogliano promuovere i loro prodotti nel mercato indiano. Un elemento della Formula 1 al quale sono particolarmente attento e' il fatto che questo sia un campionato per costruttori. Percio', ogni team che partecipa dev'essere un costruttore. Non sono favorevole alla proposta dei telai clienti. Ho una factory, ho 250 persone, ho un circuito per lo sviluppo, ho una galleria del vento, ho tutto per essere riconosciuto come costruttore. Se qualcuno scrive semplicemente un assegno e acquista la vettura e il motore di un altro team, non saro' assolutamente favorevole.”

Per i team indipendenti come il vostro sta diventando sempre piu' difficile sopravvivere nella Formula 1 dei grandi costruttori. Come vede questa situazione?
“Max Mosley ha pensato molti dei nuovi regolamenti della FIA per ridurre i costi di gestione di un team, percio' ovviamente i piccoli team come noi ne beneficeranno. Utilizziamo i motori Ferrari, il resto della vettura e' progettata e costruita da noi. Crediamo che i regolamenti ci abbiano reso possibile permetterci di essere competitivi e questo e' positivo.”

Negli ultimi anni il team Spyker, ex-Midland, ex-Jordan, ha subito tanti travagli, tante transizioni, tanti cambiamenti. Da quello che mi ha detto finora, intuisco che il suo sia, finalmente, un progetto a lungo termine per questa squadra. Cosa pensa di chi l'ha preceduta e, soprattutto, quali errori evitera' di ripetere?
“Non voglio commentare cio' che e' accaduto in passato. Questo non e' il mio lavoro. Non ero coinvolto, quindi davvero non lo so. Per quanto mi riguarda, il team ora ha un giusto budget. Dopo le appropriate discussioni con lo staff tecnico, ho dato loro tutte le risorse e hanno carta bianca per svolgere tutto lo sviluppo tecnico necessario per migliorare le prestazioni del team. Ho motivato molto i miei ragazzi, sono tutti entusiasmati e la motivazione e' una componente molto importante. Alla fine, il mio obiettivo e' molto chiaro: la Force India Formula 1 deve salire sul podio nel Gran Premio d'India 2010. Il nostro impegno nei confronti del team e' totale e l'opportunita' per gli indiani e' enorme. Sara' impegnativo, ma sara' anche molto divertente.”

E per il 2008? Quali sono i suoi obiettivi?
“Non essere piu' all'ultimo posto, ma risalire un po' la griglia.”

Fabrizio Corgnati

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