Gran Premio d’Italia 2013, Monza: anteprima e orari del weekend
Il più bel circuito della stagione se n’è andato, anche quest’anno, sebbene regalandoci meno emozioni del previsto. Da SPA, sinceramente ci aspettavamo un po’ di più rispetto alla gara vagamente noiosa andata in scena domenica scorsa. Ma ricapitoliamo quello che è successo tra i boschi delle Ardenne.
Vettel ha fatto il vuoto: 46 punti sul diretto inseguitore, Fernando Alonso. Con la sua quinta vittoria stagionale ha dato uno schiaffo morale a tutti. Per giunta a SPA. Al via ha facilmente sorpassato Hamilton, vuoi per un infelice passaggio a Eau Rouge – Radillon dell’inglese, vuoi per la scarsa velocità di punta della Mercedes, e da quel momento ha condotto la gara senza problemi. Fernando Alonso ha dato senz’altro il meglio di se, ma sembra dare il massimo solamente la domenica. Infatti al sabato, vuoi per la vettura o vuoi per errori, la Ferrari numero 3 non cava mai un ragno dal buco. Sicuramente partire nono e concludere la gara secondo è una prestazione al top, ma così non si vincerà mai il mondiale. Ottima prova in Belgio, anche per la McLaren di Jenson Button, che riesce ad ottenere un soddisfacente sesto posto dopo avere combattuto nelle posizioni di testa al via.
Lewis Hamilton ha dovuto invece cedere facilmente il passo da subito alla Redbull e successivamente alla Ferrari, segno di un assetto improntato alla pioggia, così come Nico Rosberg. Webber, dopo essere partito al rallentatore, come al solito, ha rimediato al meglio, ma non è riuscito ad andare oltre il quinto posto, sebbene il passo delle Mercedes fosse leggermente più lento. Massa non è riuscito ad andare oltre il settimo posto, dopo una partenza disastrosa che lo ha portato addirittura ad essere dodicesimo; Grosjean, con una Lotus più che mai lenta – prova del fatto che nel team hanno deciso di fermare lo sviluppo per mancanza di fondi – ha rimediato un ottavo posto, decisamente al di sotto delle aspettative.
Weekend sfortunato, invece, quello di Kimi Raikkonen, che dopo ben 38 gare è stato vittima di un guasto tecnico e quindi di un conseguente ritiro. Vogliamo ricordare che ha fatto registrare il record del maggior numero di gare concluse a punti, ben 27, dal Gp del Bahrain del 2012 al Gp del Belgio del 2013, battendo il precedente record di 24 gare a punti appartenuto a Michael Schumacher.
La lotta per il titolo mondiale, dunque, sembra diventare un duello, quello che ci si ripropone da quattro anni a questa parte: Vettel – Alonso. Sebbene i più ottimisti si appellino ai +41 punti su Vettel con i quali Alonso se ne andò da Monza nel 2012, le probabilità di incidenti o guasti per la Redbull del tedesco sono decisamente minori, partendo questo sempre in prima o al massimo seconda fila. L’importante ora per la Ferrari è riuscire a stare davanti a Vettel, impresa non facile, ma non cercare scuse ed essere ottimisti anche quando si finisce secondi: il target per recuperare è vincere.
A proposito di “vincere” e di “Ferrari”, il prossimo Gran Premio si disputerà proprio nella casa della rossa: Monza. Monza, per noi è un appuntamento speciale, perché ogni anno lo viviamo in prima persona. Dal venerdì alla domenica. Il tracciato di Monza è lungo 5,593 metri ed è la pista più veloce dell’intero campionato. Infatti il Gran premio d’Italia è sempre il più corto in termini di tempo: si conclude sempre dopo circa un’ora e venti minuti. Monza ha poche, ma essenziali curve: dopo il rettilineo di partenza vi è una brusca frenata per arrivare alla prima variante – modificata molte volte nel corso degli anni – un destra-sinistra strettissimo, molte volte letale in partenza. Qui i piloti staccano il piede dall’acceleratore tra i 150 e i 100 metri dalla curva, scalando dalla settima alla prima. Successivamente si affronta il curvone Biassono in piena accelerazione per poi arrivare alla seconda variante, questa volta un lentissimo sinistra-destra che porta alle due curve di Lesmo. Questa parte del circuito è forse la più complicata, con due curve tecniche da affrontare al meglio per riuscire ad essere veloci nel settore centrale. Usciti dalla seconda di Lesmo si affronta una leggera piega a sinistra, il Serraglio, appena prima di un saliscendi con un sottopasso – si passa sotto la vecchia soprelevata – che va verso la Variante Ascari. Luogo dell’incidente fatale ad Alberto Ascari, questa serie di curve è la parte più difficile del tracciato, in cui l’inserimento è importantissimo per riuscire a mantenere la vettura nella carreggiata. In queste pieghe sono infatti frequenti le uscite di pista, a volte innocue, a volte disastrose. Usciti dalla variante Ascari ci si immette nel rettilineo opposto a quello di box per arrivare all’ultima curva, la Parabolica, chiamata così per il suo particolare disegno a parabola in uscita: la particolarità di quest’ultima curva sta nella traiettoria con cui i piloti si inseriscono: frenano all’ultimo e si buttano all’interno, per poi percorrere l’uscita incollati alla linea bianca laterale all’esterno. Con una buona accelerazione si taglia il traguardo del circuito di Monza. Ovviamente, al contrario di Monaco, la vettura su questo tracciato deve avere il minor carico aerodinamico possibile, ed è per questo che su questa pista – salvo il 2011, caso a parte – la Redbull non ha mai primeggiato. Ai tempi in cui c’era ancora differenza di motore, Monza era un circuito in cui la Ferrari era la grande favorita, ma al giorno d’oggi forse, la vettura con la miglior velocità di punta è la Mercedes. Ad ogni modo, tornando al complesso del circuito, Monza è la più vecchia pista automobilistica al mondo dopo Indianapolis. Recentemente è stata riasfaltata la zona della parabolica e vi erano state delle polemiche in seguito a presunte “bolle” emerse sulla pista durante la gara della Superbike, ma ora è tutto a posto. La Pirelli, per il gran premio di casa ha deciso di portare coperture Orange Hard e White Medium, date le elevate forze longitudinali e il rischio di blistering. Le zone DRS saranno due, come di norma, sul rettilineo principale e sul dritto che porta dal serraglio alla variante ascari. Tutte le sessioni del Gp saranno in diretta sulla Rai – per coloro che non potessero venire a Monza – comprese le prove libere.
Top 10 edizioni Gp di Monza
Riportiamo qui di seguito le gare che più hanno infiammato l’asfalto del circuito brianzolo ed il cuore dei tifosi nei moltissimi anni di storia della Formula Uno.
Edizione 1950: disputata come ultima prova del mondiale, vede contendersi il titolo mondiale Fangio, Farina e Fagioli. L’Alfa Romeo 159 di Fangio è più performante delle vecchie 158 degli altri due, permettendogli di conquistare la pole. La domenica durante la gara si vede uno strepitoso avvio di Farina seguito da un ancora più incredibile Ascari su Ferrari, il quale però rompe al 15° giro ed è costretto a fermarsi per scambiare vettura con quella del compagno, tra pianti di disperazione dei molti tifosi accorsi. Un guasto alla monoposto di Fangio costringe l’argentino a rientrare e cambiare vettura, lasciando così campo libero a Farina che andrà a vincere il titolo mondiale.
Edizione 1966: è da questa edizione che non si vede vincere un pilota italiano su vettura italiana (ben 47 anni) nel circuito brianzolo. Il protagonista di quella domenica di settembre è Luigi Scarfiotti su Ferrari 312. Scelto come terzo pilota da affiancare a Bandini e Mike Parkes (sostituì Surtees), percorre una prima parte di gara in modo alquanto anonimo per poi sfoderare le proprie qualità di pilota e recuperare sui propri compagni, prima stando in scia e poi sorpassandoli abilmente; una vittoria che naturalmente mandò in delirio i tifosi italiani come non accadeva dai tempi di Ascari.
Edizione 1971: un arrivo al cardiopalma come non se ne vedono più. Con un’incredibile media di oltre 240 km/h il vincitore è Peter Gethin (BRM), di un solo centesimo su Ronnie Peterson (March – Ford), seguito da altri tre piloti in uno spazio di 65 centesimi di secondo. Quest’unica vittoria in carriera per l’inglese fu frutto di un’azzeccata manovra in entrata alla parabolica, che gli permise di avere una miglior velocità in uscita e sorpassare Peterson, vice campione del mondo in quella stagione.
Edizione 1978: una delle più tristi pagine da ricordare per la Formula Uno. Subito dopo il via alla variante Goodyear si verificò un terribile incidente dove furono maggiormente coinvolti il pilota svedese Ronnie Peterson ed il pilota locale Vittorio Brambilla. Portati entrambi presso il centro ospedaliero Niguarda di Milano i due ebbero destini diversi: Brambilla uscì dal coma e si riprese pur non correndo più per tutta la stagione, mentre per lo svedese non vi fu via di scampo. Sottoposto ad un intervento per diminuire il numero di fratture ai vari arti, perì in seguito ad un’embolia alle 9.50 del lunedì seguente. Il vincitore del GP, Niki Lauda, non si presentò sul podio al fine di protestare contro la scarsa sicurezza del tracciato monzese.
Edizione 1981: tornato a corrersi sul circuito di Monza, questo GP vide la vittoria del giovane Alain Prost su Renault, che precedette le due Williams – Cosworth di Alan Jones e Carlos Reutemann. La scuderia inglese mise così in cassaforte il mondiale costruttori. Molti furono le uscite di pista e gli incidenti causati dalla pioggia, tra cui quello di Watson che spezzò a metà la propria vettura lasciando il propulsore in mezzo al tracciato, cosa che fortunatamente non causò incidenti.
Edizione 1988: designata come dodicesima prova del mondiale, vide la doppietta Ferrari con Berger ed Alboreto. Inizialmente i pronostici non furono certo loro favorevoli, in quanto il sabato la prima fila venne occupata dai due piloti McLaren Senna e Prost. Ma il giorno seguente il francese dovette ritirarsi per un guasto ed il brasiliano colpì un’altra vettura durante un doppiaggio, probabilmente a causa di un’incomprensione. Un’incredibile vittoria arrivata a poco meno di un mese dalla scomparsa di Enzo Ferrari, è attualmente l’ultima edizione vinta da un pilota austriaco.
Edizione 1992: Mansell annunciò il proprio ritiro a fine stagione andando a conquistare la pole position del Gran Premio, in seconda casella Senna a dar subito battaglia il giorno seguente. Al via l’inglese si lascia sfilare dal proprio compagno di squadra Patrese, tallonandolo fino al 36° giro, quando è costretto al ritiro. La vittoria sembra nelle mani dell’italiano, ma un guasto idraulico lo fa rallentare fino a fermarsi, dando pista libera al brasiliano Senna, che con questa portò a due le vittorie sul circuito italiano in carriera. Secondo arrivò Martin Brundle con la Benetton Ford, terzo il suo compagno di squadra Schumacher.
Edizione 1996: dopo ben 8 anni il circuito italiano si rivestì di rosso. A chiudere il monopolio Williams – McLaren è un giovane tedesco già due volte campione del mondo, Michael Schumacher. Svoltasi l’8 settembre vide l’arrivo di oltre centomila tifosi da ogni parte del mondo, non deluse di certo le aspettative. Una vittoria di rabbia dopo una gran rimonta, facendo tra l’altro segnare il giro più veloce in gara e consentendogli così di passare il diretto rivale Alesi, quando questo rientrò ai box, rifornendo due tornate più tardi mantenendo la leadership. Terzo posto per Mika Häkkinen, autore a sua volta di una rimonta dopo essersi fermato per cambiare il musetto danneggiato della propria monoposto.
Edizione 2008: un’edizione molto piovosa che ha portato fortuna al giovane tedesco Sebastian Vettel, pilota dell’ex scuderia Minardi divenuta poi Toro Rosso. Il sabato conquista la pole precedendo piloti più esperti quali Kovalainen (McLaren) e Webber(RedBull – Renault), la domenica mantiene la testa della corsa, mentre dietro Hamilton da lezioni di bagnato a tutti rimontando ferocemente, in quanto partito dalle retrovie per l’ammonizione nata dagli avvenimenti del GP del Belgio. Dopo 53 giri Vettel è il pilota più giovane ad aver mai vinto una gara di Formula Uno; sul podio si piazza Kovalainen seguito da un gran Robert Kubica su Bmw – Sauber.
Edizione 2012: nelle qualifiche il più veloce è Lewis Hamilton su McLaren – Mercedes, seguito dal compagno di squadra Button, terzo il ferrarista Massa mentre Alonso chiude decimo per un problema meccanico. Il giorno seguente Hamilton conduce la gara per tutti e 53 i giri senza intoppi, mentre dietro accade di tutto. Button è costretto al ritiro per un problema al sistema di pescaggio della benzina, Vettel prima si becca un drive-through per manovra irregolare su Alonso, poi si ritira su ordine della squadra. In seconda posizione c’è Alonso che a pochi giri dal termine ha superato Massa, ma dalle retrovie giunge Pérez con la Sauber e gomme più fresche, che sorpassa entrambi relegando così lo spagnolo ed il brasiliano rispettivamente terzo e quarto.
Venerdì 6 Settembre
Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1)
Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1)
Sabato 7 Settembre
Libere 3: 11:00-12:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1)
Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2)
Domenica 8 Settembre
Gara:14.00 ̶ 53giri ̶ 306,720km (Sky Sport F1 HD – Rai 1)
Distanza a giro: 5,793km
Numero di curve: 11
Senso di marcia: orario
RECORD
Giro prova: 1:20.089 – R Barrichello – Ferrari – 2004
Giro gara: 1:21.046 – R Barrichello – Ferrari – 2004
Distanza: 1h14:19.838 – M Schumacher – Ferrari – 2003
Vittorie pilota: 5 – M Schumacher
Vittorie team: 18 – Ferrari
Pole pilota: 5 – J Fangio, A Senna
Pole team: 19 – Ferrari
Migliori giri pilota: 3 – P Hill, J Clark, C Regazzoni, A Senna, M Haikkinen, K Raikkonen
Migliori giri team: 19 – Ferrari
Podi pilota: 8 – M Schumacher
Podi team: 63 – Ferrari
Albo d’oro
- 1921 J Goux – Ballot
- 1922 P Bordino – FIAT
- 1923 C Salamano – FIAT
- 1924 A Ascari – Alfa Romeo
- 1925 G Brilli-Peri – Alfa Romeo
- 1926 L Charavel – Bugatti
- 1927 R Benoist – Delage
- 1928 L Chiron – Bugatti
- 1931 G Campari, T Nuvolari – Alfa Romeo
- 1932 T Nuvolari – Alfa Romeo
- 1933 L Fagioli – Alfa Romeo
- 1934 L Fagioli, R Caracciola – Mercedes
- 1935 H Stuck – Auto Union
- 1936 B Rosemeyer – Auto Union
- 1937 R Caracciola – Mercedes
- 1938 T Nuvolari – Auto Union
- 1947 C Trossi – Alfa Romeo
- 1948 J Wimille – Alfa Romeo
- 1949 A Ascari – Ferrari
- 1950 N Farina – Alfa Romeo
- 1951 A Ascari – Ferrari
- 1952 A Ascari – Ferrari
- 1953 J Fangio – Maserati
- 1954 J Fangio – Mercedes
- 1955 J Fangio – Mercedes
- 1956 S Moss – Maserati
- 1957 S Moss – Vanwall
- 1958 T Brooks – Vanwall
- 1959 S Moss – Cooper Climax
- 1960 P Hill – Ferrari
- 1961 P Hill – Ferrari
- 1962 G Hill – BRM
- 1963 J Clark – Lotus Climax
- 1964 J Surtees – Ferrari
- 1965 J Stewart – BRM
- 1966 L Scarfiotti – Ferrari
- 1967 J Surtees – Honda
- 1968 D Hulme – McLaren Ford
- 1969 J Stewart – Matra Ford
- 1970 C Regazzoni – Ferrari
- 1971 P Gethin – BRM
- 1972 E Fittipaldi – Lotus Ford
- 1973 R Peterson – Lotus Ford
- 1974 R Peterson – Lotus Ford
- 1975 C Regazzoni – Ferrari
- 1976 R Peterson – March Ford
- 1977 M Andretti – Lotus Ford
- 1978 N Lauda – Brabham Alfa Romeo
- 1979 J Scheckter – Ferrari
- 1980 N Piquet – Brabham Ford
- 1981 A Prost – Renault
- 1982 R Arnoux – Renault
- 1983 N Piquet – Brabham BMW
- 1984 N Lauda – McLaren TAG
- 1985 A Prost – McLaren TAG
- 1986 N Piquet – Williams Honda
- 1987 N Piquet – Williams Honda
- 1988 G Berger – Ferrari
- 1989 A Prost – McLaren Honda
- 1990 A Senna – McLaren Honda
- 1991 N Mansell – Williams Renault
- 1992 A Senna – McLaren Honda
- 1993 D Hill – Williams Renault
- 1994 D Hill – Williams Renault
- 1995 J Herbert – Benetton Renault
- 1996 M Schumacher – Ferrari
- 1997 D Coulthard – McLaren Mercedes
- 1998 M Schumacher – Ferrari
- 1999 H Frentzen – Jordan Mugen Honda
- 2000 M Schumacher – Ferrari
- 2001 J Montoya – Williams BMW
- 2002 R Barrichello – Ferrari
- 2003 M Schumacher – Ferrari
- 2004 R Barrichello – Ferrari
- 2005 J Montoya – McLaren Mercedes
- 2006 M Schumacher – Ferrari
- 2007 F Alonso – McLaren Mercedes
- 2008 S Vettel – Toro Rosso Ferrari
- 2009 R Barrichello – Brawn GP Mercedes
- 2010 F Alonso – Ferrari
- 2011 S Vettel – Red Bull Renault
- 2012 L.Hamilton – McLaren Mercedes
Andrea Villa, Matteo Bramati
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