GP Belgio: intervista a Paul Hembery

"Tra i prossimi appuntamenti sarà interessante il Messico. Nuovo asfalto, nuova sfida"

GP Belgio: intervista a Paul Hembery

A poche ore dalla partenza del Gran Premio del Belgio Paul Hembery, Motorsport Director di Pirelli, ha scambiato qualche parola con noi parlando per prima cosa dell’incidente occorso a Nico Rosberg durante le Libere 2, quando la posteriore destra del pilota Mercedes è scoppiata all’improvviso, e più in generale degli appuntamenti più importanti a livello di gomme e di cosa aspettarci per le prossime gare. Ecco cosa ci ha raccontato.

Sabato mattina Pirelli ha rilasciato un comunicato stampa dichiarando che dopo un’approfondita analisi è stato escluso qualsiasi problema legato all’integrità strutturale del pneumatico e concludendo che lo scoppio è stato quindi dovuto a un fattore esterno. A conclusione delle Qualifiche però Nico Rosberg ha detto che il vero problema è il fatto di non sapere realmente cosa sia successo. Investigherete ulteriormente sull’accaduto?
“Non ci saranno ulteriori verifiche ma quello che ha detto Nico da un lato è vero, nel senso che abbiamo eliminato la causa controllando tutte le gomme usate durante le Libere e fatto delle analisi dettagliate. Non è stato rilevato alcun segnale di fatica sulle gomme, che in casi come questi potrebbe rivelarsi un fattore critico. Detto questo, dalle immagini che abbiamo visto, il fenomeno di sfilacciamento è stato per forza conseguenza di un fattore esterno, e non di un problema interno al prodotto stesso. Non sappiamo bene cosa lo abbia creato e questo purtroppo è il nostro mondo: due anni fa c’è stata una foratura proprio qui a Spa ma eravamo stati in grado di capire dove la gomma aveva cominciato a perdere pressione, nel raggio di un km di pista, ed eravamo andati a vedere di persona. Eravamo in venti e abbiamo ritrovato un pezzo di acciaio perso da una macchina, che aveva evidentemente creato problemi. Purtroppo non abbiamo sempre questa fortuna. La pista qui è lunga 7km. Ieri abbiamo notato tanti segni di tagli sulle gomme, molti di più rispetto alle gare normali, quindi la pista sembra molto sporca. Non avremo mai secondo me ulteriori informazioni riguardo a quanto è successo, purtroppo”.

In casi come questi e in generale nel vostro lavoro di sviluppo, quanto conta il feedback del pilota sul comportamento degli pneumatici?
“Oggi, essendo questo uno sport molto dettagliato con tante informazioni e tanti dati, sono questi alla fine che vengono utilizzati tantissimo. I piloti ovviamente hanno il loro ruolo e li ascoltiamo ma ognuno ha la sua opinione quindi non è facile seguirne una sola. Il loro giudizio viene messo in evidenza quando facciamo i nostri incontri ma ciò che guida maggiormente il nostro lavoro alla fine sono i dati”.

Per i piloti ogni gara è una sfida diversa. Quale pista mette voi invece più alla prova?
“Spa, Silverstone e Suzuka sono le tre piste dell’anno più importanti a livello di prodotto. Qui in Belgio ci sono dei carichi importanti. Alla Eau Rouge parliamo di quasi 5 tonnellate per esempio, un peso pazzesco, e poi è un circuito dove il bilanciamento della monoposto può creare qualche problema sulle gomme perché ci sono anche tante curve veloci e gli pneumatici lavorano molto. Silverstone perché è una pista veloce, se non piove e fa caldo è molta aggressiva sopratutto a livello laterale e Suzuka è un tracciato con asfalto molto abrasivo che consuma moltissimo le gomme. Queste sono le tre piste per noi più importanti e dove le gomme sono maggiormente sollecitate”.

Che cosa ci puoi dire in merito ai prossimi appuntamenti?
“Per noi sarà interessante tornare in Messico, una pista nuova. Dai dati che abbiamo sembra molto interessante e rappresenta una nuova sfida per noi perché quando viene rifatto l’asfalto non si sa mai che superficie avrai. In certi casi viene fuori una pista molto liscia, in altri molto abrasiva. Dipende anche dagli ingredienti dell’asfalto che affiorano in superficie e questo è un altro elemento che rappresenta un’incognita: ci sono tante piste che quando vengono rifatte creano dei problemi non previsti. Tu puoi andare in un circuito per 20 anni poi rifanno l’asfalto ed è un altro mondo. Per qualsiasi gommista questa è sempre una sfida, capire quale asfalto ti troverai davanti. E’ vero che abbiamo fatto noi le indagini sulla pista ma ci sono degli elementi chimici che possono creare delle nuove sfide. A Sochi per esempio, che avevamo saputo essere essere una pista liscia, in realtà poi c’erano dei residui che hanno fatto sì che ci fosse zero degrado. All’inizio avevamo pensato ci sarebbero volute due soste e invece no”.

Un pronostico per la gara di oggi? La pioggia sembra decisamente scongiurata ormai…
“Dovrebbe arrivare a fine gara, dopo le 5. Sarebbe la prima volta in 20 anni qui a Spa che non piove durante il weekend, un po’ strano davvero! La strategia sarà comunque su due soste. Oggi c’è un po’ di vento, il che può rappresentare un problema per le macchine perché si rischiano dei problemi di guidabilità ma a livello di gomme siamo tranquilli, non cambia nulla”.

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