Formula 1 | Focus: le livree speciali nella storia della Ferrari [FOTO]
Una rassegna delle più belle livree "one shot" della Scuderia
La Scuderia Ferrari è stata presente in tutte e 75 le edizioni del campionato del mondo di Formula 1. Eppure nel corso degli anni sono state relativamente poche le livree speciali sfoggiate dalle vetture di Maranello. Ovviamente negli anni Cinquanta e Sessanta si sono viste Ferrari di svariati colori, dall’azzurro La Plata dell’Argentina, al verde dei team inglesi, all’azzurro delle squadre francesi, ma si trattava di vetture di clienti, che a quel tempo erano consentite nella massima categoria. Se si guarda alle vetture iscritte dalla Scuderia Ferrari sono piuttosto poche le variazioni: proviamo a passarle in rassegna.
In questa carrellata non teniamo conto di quando sulla macchina è stato aggiunto un piccolo sticker o un logo, cosa che negli anni è successa più di frequente per celebrare qualche istituzione (Carabinieri, Polizia, Marina Militare, Aeronautica Militare), qualche particolare avvenimento (la vittoria del campionato europeo di calcio 2021, l’in bocca al lupo agli atleti in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2021) o lanciare messaggi di vicinanza o ricordo (quello dedicato alle vittime del Ponte Morandi di Genova nel 2018, lo sticker “Forza Alex” adottato dopo l’incidente di Alessandro Zanardi con la handbike nel 2021 o il saluto al grande ingegner Mauro Forghieri e il ricordo della regina Elisabetta II d’Inghilterra nel 2022).
La Ferrari di Indianapolis
Alberto Ascari nel 1952, la prima stagione che lo vide iridato, decise di dare anche l’assalto alla 500 Miglia di Indianapolis. Enzo Ferrari fece costruire per la corsa dell’Indiana la 375 Special, che sul muso aveva una striscia azzurra come gli indumenti portafortuna del pilota italiano, che cercava di avere sempre una maglia di quel colore in sintonia con il suo amato casco.
Musi colorati
Nel 1956 a Juan Manuel Fangio venne concesso in alcune gare di avere sul muso della sua D50 i colori blu e giallo che l’argentino aveva avuto sulla sua prima Ferrari, la 166 FL con la quale aveva fatto incetta di vittorie qualche anno prima nelle gare di Formula Libera che il presidente Juan Domingo Peron aveva scelto di promuovere per dare lustro al proprio Paese. Sempre una D50, quella di Luigi Musso al Gran Premio d’Italia del 1957, corse con il muso dipinto di bianco.
Le Ferrari gialle
In due occasioni la Scuderia ha schierato delle vetture completamente gialle, il colore nazionale del Belgio. In entrambi i casi si gareggiava a Spa-Francorchamps e si trattava di vetture approntate per il pilota di casa Olivier Gendebien, che era un asso delle ruote coperte ma di tanto in tanto si cimentava anche in Formula 1. Per schierare quella monoposto aggiuntiva la Scuderia Ferrari poteva contare sul supporto dall’importatore locale Jacques Swaters e per questo, pur se iscritta dal team ufficiale, la Ferrari belga manteneva il colore nazionale. Accadde nel 1958 e nel 1961, quando Gendebien con la 156 F1 andò a completare uno storico poker per la Scuderia Ferrari.
Bianco e blu
Una delle livree speciali Ferrari più ricordata è quella che venne adottata per le ultime due gare della stagione 1964 – i Gran Premi di Stati Uniti e Messico –, e a rigor di logica non dovrebbe essere contemplata da questo testo. Enzo Ferrari in quell’occasione abbandonò il tradizionale rosso in polemica con le autorità sportive italiane, responsabili secondo il fondatore di non aver agevolato l’omologazione come vettura Gran Turismo della Ferrari 250 LM progettata per le gare di durata. Enzo decise dunque di restituire la licenza di corsa alla federazione italiana e lasciò che ad iscrivere le Ferrari di John Surtees e Lorenzo Bandini non fosse la Scuderia, bensì la squadra statunitense denominata North American Racing Team (N.A.R.T.) fondata dell’importatore Luigi Chinetti. Le vetture furono dunque dipinte rigorosamente con i colori racing degli Stati Uniti, blu scuro e bianco, e portarono comunque a casa entrambi i titoli mondiali passando alla storia con quei colori così particolari.
Le strisce gialle
Uno dei tratti distintivi della livrea della SF-24 di quest’anno sono le strisce longitudinali gialle. Questo elemento fece il proprio esordio sulla Ferrari in Formula 1 nel corso della stagione 1968 e in particolare nel Gran Premio d’Olanda, per omaggiare il partner tecnico Shell. Questa soluzione cromatica piacque moltissimo al pilota belga Jacky Ickx che riuscì a fare in modo che rimanessero sulla carrozzeria della 312 F1-68 fino alla fine della stagione.
Tributo alla Formula 1
Passano oltre trent’anni nei quali gli unici cambi di livrea sono dettati dalla possibilità o meno di mostrare loghi legati al tabacco. Ma proprio connessa a questa limitazione nel 1999, in Belgio, la Scuderia Ferrari dedica la propria ala posteriore e il cofano motore alla Formula 1. Sull’alettone delle vetture di Mika Salo ed Eddie Irvine compare la dicitura “Ferrari Formula One Team”, mentre sul cofano c’è il logo del campionato.
I lutti
La livrea della Ferrari è stata impiegata anche per commemorare tragedie e decessi illustri. Nel 2001 la carrozzeria si svuota di tutti gli sticker dei partner e il muso si tinge di nero: è con questa configurazione che la Scuderia, con Michael Schumacher e Rubens Barrichello, onora a Monza le vittime degli attacchi terroristici dell’11 settembre alle Twin Towers di New York e al Pentagono di Washington. Il musetto è listato a lutto anche in Bahrain nel 2005, ma gli sticker degli sponsor rimangono sulla livrea. In questo modo il team ricorda la scomparsa di Papa Giovanni Paolo II, avvenuta pochi giorni prima.
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