Formula 1 | Ferrari, c’era tutto il tempo per fare il doppio pit-stop
Nel momento cruciale Perez era quarto a circa 40 secondi da Leclerc, il monegasco doveva rientrare ai box
Il Gran Premio di Gran Bretagna ha lasciato un amaro in bocca quasi unanime ai tifosi della Ferrari nonostante la prima vittoria in carriera e in rosso di Carlos Sainz. Quanto accaduto nel corso del giro 39 di Silverstone ha fatto rimanere tutti a bocca aperta, perché Charles Leclerc, fino a quel momento al comando e senza troppi patemi d’animo, è stato danneggiato dall’ennesimo errore strategico da parte del box.
Cerchiamo di riavvolgere il nastro prendendo anche in considerazione le parole di Mattia Binotto, team principal della Ferrari, che nel dopo gara ha provato a giustificare le scelte della squadra evidentemente sbagliate, lo diciamo con assoluta presunzione se necessario. Giro 39, Ocon si ferma prima di Copse, lasciando la vettura in pista e quindi la Safety Car è automatica. Quando viene data alla vettura di sicurezza l’autorizzazione di entrare, Perez (quarto) si trova a 28 secondi da Leclerc (poi 40 quando il monegasco raggiunge la zona box), come si vede anche nel tracker in alto a destra della prima immagine. Questo vuol dire che il messicano non avrebbe mai e poi mai potuto raggiungere e superare il monegasco se fosse rientrato ai box, non ci sarebbe riuscito in condizioni di gara normale, figuriamoci in regime di Safety Car e con un delta da rispettare.
Fonte immagini: F1TV
Qui la prima contraddizione di Binotto, che su Sky nel dopo gara ha detto che “questo risultato è frutto di circostanze esterne. Non abbiamo optato per il doppio pit-stop perché non c’era abbastanza distanza tra le due vetture, fermandole entrambe Carlos avrebbe perso ulteriori posizioni“. Al massimo, Sainz avrebbe perso la posizione su Hamilton, il quale però è rientrato comunque ai box, al contrario di quanto il muretto pensasse, sempre stando alle parole di Binotto, che poi ha rimarcato quanto segue nel media inoltrato alla stampa nel tardo pomeriggio di ieri: “Fermare Charles in quel momento e metterlo dietro Hamilton che a quel punto sarebbe rimasto fuori con gomme dure fresche non ci sembrava la scelta giusta, abbiamo quindi deciso di lasciarlo in pista”.
Quindi, fermare Leclerc sarebbe stato deleterio secondo Mattia, ma dopo una manciata di secondi è stato chiamato dentro Sainz, seguito a ruota e intelligentemente da Hamilton e poi da tutta la comitiva lontana più di mezzo minuto. Nella peggiore delle ipotesi, stando ai pensieri del muretto, Lewis sarebbe passato primo con gomme hard usate seguito dalle due Ferrari con soft nuove a circa dieci giri dal termine. Capite bene, sempre parlando col senno di poi, ma difficilmente opinabile, che il campione inglese non avrebbe avuto scampo contro Leclerc e Sainz se le cose fossero andate così. Tra l’altro, Charles ha rallentato vistosamente dopo l’uscita della Safety Car proprio per dare tempo al team di organizzarsi al meglio, ma mentre a lui è stato detto “Stay out” con veemenza, a Carlos è stato ordinato di rientrare.
Fonte immagine: F1TV
Capiamo che il team vada protetto, è quello che un capo che deve fare, ma un bel mea culpa pubblico ogni tanto non guasterebbe, specialmente con queste prove evidenti, che se abbiamo a disposizione noi, figuriamoci dei professionisti in un muretto di Formula 1. Dispiace, perché ancora una volta la gestione della gara della Ferrari non è stata all’altezza del nome che porta, perché è vero che la vittoria è arrivata con Sainz, colui che ieri ha commesso diversi errori rispetto al compagno di squadra, ma è altrettanto vero che Leclerc, fenomenale davvero nel difendersi in quelle condizioni, sia stato dato in pasto a predatori furiosi come Perez e Hamilton senza un motivo valido, e per la seconda volta nel giro di poco più di un mese si è visto scippato della vittoria dal suo stesso team. C’è tanto, tantissimo lavoro da fare in casa Ferrari.
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