Ferrari sembra nel caos, il mancato ingaggio di Newey ennesimo smacco

L'ingaggio del progettista inglese era una necessità più che un lusso. Qual è adesso il progetto di Vasseur?

Ferrari sembra nel caos, il mancato ingaggio di Newey ennesimo smacco

Osservando quanto sta succedendo a Maranello nelle ultime settimane si fa sempre più strada l’inquietante sensazione di qualcosa di già visto, di cui francamente nessuno sentiva il bisogno. Evidentemente la Ferrari è un’equazione troppo complicata da risolvere per chiunque ci provi, se conti alla mano nell’ultima decade abbiamo assistito a più epurazioni e ribaltoni che a vittorie.

Il giudizio storico è già di per se impietoso, visto che la Rossa già da un pezzo non è più una scuderia vincente. Top team di nome più che di fatto. Un diciottenne di oggi, per fare un esempio, era ancora in fasce quando Kimi ci faceva piangere di gioia. Parliamo di un era geologica fa, e potremmo pure finirla qui.

Ma noi a questa Nazionale dei motori ci teniamo ancora, l’errore semmai è darle credito. Ecco forse la gestione Vasseur, di questo team principal sempre sorridente e un po’ sornione, c’aveva illuso. I soliti proclami, la speranza di un cambiamento, un 2023 in timido crescendo, un 2024 iniziato in modo brillante. Ah e poi l’ingaggio di un mostro sacro come Lewis Hamilton per il 2025. Indizi che facevano ad una svolta verso un futuro diverso, decisamente migliore e verosimilmente vincente.

Purtroppo è bastata la prima tornata di aggiornamenti portati in pista dai team, dopo poche gare, per farci ripiombare nella triste realtà. La Ferrari è ben lontana dal “funzionare” come scuderia, considerando che sbaglia ancora la meccanica della vettura, gli sviluppi aerodinamici, soffre ancora noiosissimi e annosi problemi con le gomme, e soprattutto si fa uccellare da team che le stavano abbondantemente dietro.

Niente di nuovo, ormai ci siamo abituati. Così come siamo abituati a figure apicali che saltano a stagione in corso. L’abbiamo visto con Costa, Tombazis, Allison, Sanchez (chissà quanti ne dimentico), e ora a salutare la compagnia è toccato al direttore tecnico Cardile. Il quadro attuale è quindi questo: caos tecnico, sviluppi che non funzionano, direttore tecnico che molla a metà stagione con il team principal Fred Vasseur che ne prende il ruolo ad interim. Rassicurante, no?

Se tutto questo fosse propedeutico all’arrivo di un progettista come Adrian Newey allora avrebbe un senso. Ma ciò che pare mancare è proprio un progetto chiaro. Anche Vasseur sembra un nocchiere che naviga a vista in un torbido fiume di incertezze. Ha voglia di ridere davanti ai microfoni come il miglior Montella ai tempi del Milan, ma la sua Rossa è in crollo verticale, non trasmette alcuna sicurezza e per quanto se ne possa dire ha fatto una pessima figura a perdere il direttore tecnico – bravo o non bravo che fosse – in piena stagione e con l’auto nuova in fase di progettazione.

L’ingaggio di Newey in mancanza di idee e di gente valida all’interno (il modello italiano è ampiamente fallito con la gestione Binotto) era diventato una necessità più che un lusso. Non riuscire ad attrarre il genio inglese, nonostante offerte faraoniche e la possibilità di lavorare con Lewis Hamilton, rappresenterebbe l’ennesima sconfitta dirigenziale pesantissima, uno smacco indelebile, per un Cavallino in piena confusione e lontano anni luce dall’efficienza e dal metodo di lavoro delle scuderie inglesi, che forse un progetto ce l’hanno.

Antonino Rendina

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