F1 | Verstappen mostra il lato umano: “Non correrò a lungo, voglio godermi la mia famiglia”

F1 – Max Verstappen, fresco del quarto titolo mondiale consecutivo, guarda oltre la pista. Il pilota olandese ha chiarito che non sono i successi a motivarlo, ma il piacere che trova ancora nel guidare. Intervistato dal Daily Mail ha sottolineato: “Ciò che mi spinge avanti è il divertimento. Le vittorie sono importanti, ma quello che conta davvero è sapere di dare il massimo e continuare a divertirsi.”

Verstappen e il futuro

Il tre volte campione del mondo è stato sempre chiaro riguardo ai propri piani futuri: non intende prolungare la carriera fino ai 40 anni. La volontà di dedicarsi ad altre categorie del motorsport e trascorrere più tempo con la famiglia emerge come un obiettivo concreto. Parlando della sua vita privata, Verstappen ha raccontato il forte legame con i figli di sua sorella. “Vederli crescere e giocare con le macchine elettriche mi riporta alla mia infanzia. Questo mi fa capire che non voglio correre per sempre. Desidero poter essere presente mentre loro crescono, magari anche per i miei futuri figli.”

La prospettiva di una vita più bilanciata assume un significato più profondo in questo momento. La compagna Kelly Piquet aspetta il loro primo figlio, un evento che rappresenta un punto di svolta nella vita del pilota olandese, spingendolo a riflettere sul valore del tempo da dedicare alla famiglia.

Il ruolo della famiglia

Parallelamente, l’alfiere della Red Bull – attualmente vincolato a un contratto fino al 2028 – ha mostrato un lato meno noto durante il recente impegno in Rwanda, dove ha collaborato con il Rwanda Automobile Club nell’ambito di un programma di formazione per giovani piloti locali. L’attività, parte di un’iniziativa FIA, ha evidenziato un approccio umile e la volontà di contribuire alla crescita del motorsport oltre i confini della Formula 1. Con una carriera ancora all’apice, Verstappen guarda al futuro con consapevolezza, concentrandosi su nuovi obiettivi. Tra trionfi e riflessioni personali, emerge un campione che non teme di ammettere che, a volte, la vera vittoria si trova lontano dalla pista.