F1 | Verstappen, l’antidoto anti McLaren
Max è l’unica credibile alternativa ai papaya boys che stanno monopolizzando la scena in pista in questo 2025

“Noi abbiamo un esercito”. “Noi un Hulk”. Il celebre botta e risposta tra Loki e Toni Stark nel film The Avengers non sarebbe tanto lontano dalle realtà che stiamo vivendo attualmente in Formula 1. Sì, perché Max Verstappen rappresenta quell’Hulk che, almeno in parte, ha rotto l’egemonia dell’esercito papaya che dura da inizio anno.
Un vero e proprio antidoto, atto a scacciare quella noia che – come accaduto in passato – contraddistingue le supremazie perduranti nel Circus. A Monza, dove la Formula 1 è stata protagonista nell’ultimo weekend, l’olandese si è preso la scena recitando il ruolo di attore protagonista. Dopo la super pole del sabato, il quattro volte campione del mondo si è ripetuto in gara, dominando dall’inizio alla fine eccezion fatta per i primi giri dove ha battagliato con Lando Norris regolando l’alfiere inglese che ha patito un distacco di oltre 19 secondi sotto la bandiera a scacchi.
Immaginate un po’ se non ci fosse stato Verstappen quest’anno, avremmo assistito a una lunga cavalcata a fortissime tinta papaya. Almeno le vittorie di Max hanno edulcorato, seppure in parte, l’egemonia delle vetture di Woking.
Chi scrive non è tipo da fare paragoni, soprattutto con piloti di epoche precedenti, ma è innegabile che le imprese di Max (con mezzi inferiori alla concorrenza nel medio e lungo periodo, come accaduto soprattutto quest’anno) ricordino quelle di illustri campioni del mondo che hanno calcato le piste qualche decennio fa. I riferimenti sono chiaramente quelli di Ayrton Senna e di Michael Schumacher.
Se ci fossero altri Verstappen nell’attuale griglia di partenza assisteremmo a gare certamente meno scontate, fuori dagli ormai canonici schemi del politically correct.
Immaginate un po’ se ci fosse stato Max al posto di Oscar Piastri. Avrebbe restituito la posizione al compagno di squadra, con i due in lotta per il titolo, per un errore non certamente imputabile alla propria guida dovendo sottostare alle papaya rules? Lo stesso Verstappen, discutendo dell’episodio durante la gara, si è lasciato sfuggire una battuta durante un team radio con il proprio ingegnere Gianpiero Lambiase.
Ma forse con Max non si porrebbe neanche il problema, perché molto probabilmente alla guida di questa McLaren avrebbe già messo una seria ipoteca sul titolo.
Ben vengano dunque piloti come Verstappen: driver vecchio stampo, spirito racing e grandissimo manico capace di regalare emozioni ammazza noia.
Forse anacronistico per gli standard vigenti in questa Formula 1, ma strettamente necessario per conservare quell’imprevedibilità che mette sale alla competizione.
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui