F1 | Quattro chiacchiere con Michele Pignatti Morano, direttore dei Musei Ferrari
Quest'anno ricorre il centesimo anniversario della prima vittoria di Enzo Ferrari al Circuito del Savio
La storia della Ferrari è ricca di emozioni e passione. La casa di Maranello, tornata a Le Mans dopo 50 anni nella categoria principale la scorsa settimana, riuscendo addirittura a portare a casa una vittoria di straordinaria fattura è ancora alla ricerca di una nuova identità sportiva nel mondiale di Formula 1, visto che il titolo piloti manca ormai da 16 anni, 15 per quanto riguarda quello costruttori. Enzo Ferrari, il Drake, ormai 100 anni fa segnava il primo vero grande passo verso la leggenda che poi sarebbe diventato il suo nome, la sua persona. Qui le parole di Michele Pignatti Morano, attuale direttore dei Musei del Cavallino.
Questo fine settimana si ricorda un avvenimento molto speciale nella storia di Enzo Ferrari e, in seguito, della sua azienda. Ce ne puoi parlare e ci racconti cosa avete organizzato in occasione di questo anniversario?
“Ricorre il centesimo anniversario della prima vittoria di Enzo Ferrari al Circuito del Savio, avvenuta il 17 giugno 1923 vicino a Lugo di Romagna, paese natale di Francesco Baracca. In quella occasione Ferrari incontra per la prima volta anche il padre del grande aviatore, da cui in seguito “erediterà” il simbolo del Cavallino Rampante. Nel Museo di Modena, dedicato al fondatore, abbiamo voluto celebrare questo anniversario con una rievocazione dell’evento e dello spirito agonistico di quel periodo (1920-25). Nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 giugno uno speciale allestimento sarà a disposizione di tutti i visitatori nella sala convention, che diventa per l’occasione parte dell’esperienza museale. Solo questo sarebbe un buon motivo per farci una visita, ma a ciò si aggiunge anche il fatto che tutto l’incasso del fine settimana sarà devoluto beneficienza per aiutare le popolazioni alluvionate dell’Emilia-Romagna. Una ragione in più per non perdere questo appuntamento”.
Quello di Maranello è uno dei due Musei Ferrari esistenti. Qual è il suo DNA? Quello di Modena invece per cosa si caratterizza?
“Il Museo Ferrari di Maranello è lo spazio espositivo storico dell’azienda, gestito direttamente dal 1995 e uno dei luoghi più significativi per Ferrari: la fabbrica con il suo ingresso che non è mai cambiato nel tempo, la sede della Scuderia e la Pista di Fiorano. Si tratta di una meta imprescindibile per ogni tifoso Ferrari e infatti accoglie ogni anno 400.000 visitatori da tutto il mondo. L’esposizione di Maranello si concentra sull’azienda, la produzione, l’evoluzione dei processi produttivi, le Supercar, apripista di innovazione tecnologica della Casa, la storia della Scuderia fin dalla sua nascita, le vetture e i piloti di Formula 1 campioni del mondo che vengono celebrati della Sala delle Vittorie. Il Museo di Modena, complementare a quello di Maranello, dal 2014 completa l’esperienza offerta ai nostri visitatori con un tuffo nella storia e nelle origini del nostro fondatore, la Casa Natale di Enzo Ferrari, l’officina annessa del padre, che ospita il Museo dei Motori Ferrari, e un padiglione espositivo avveniristico che ospita esposizioni temporanee che cambiano ogni anno proprio nella data della nascita di Enzo, il 18 febbraio”.
Hai una vasta esperienza aziendale. Ce ne puoi parlare e ci puoi raccontare qualcosa di te e della tua passione per questa azienda?
“Sono nato in Sudafrica a Johannesburg il 2 febbraio 1966, sesto figlio di una famiglia di sette. Mio padre era un diplomatico abituato a viaggiare e girare il mondo, ma era originario proprio di Modena. Lavoro in Ferrari ormai da oltre vent’anni con un’esperienza trasversale, avendo iniziato nel marketing operativo, come responsabile delle sponsorizzazioni, seguendo poi i nuovi business aziendali, con focus sui parchi tematici, per approdare alla direzione dei musei. Come dicono i miei figli ma anche molti amici, faccio il lavoro più bello del mondo. Infatti ho la fortuna di poter rappresentare tutti i giorni un grande marchio come Ferrari: ogni anno ai musei passano oltre 600.000 visitatori che vengono da tutto il mondo e vogliono vivere un’esperienza unica legata al Cavallino Rampante. Insieme ai miei collaboratori abbiamo proprio il compito di trasmettere la passione che questo grande marchio incarna. Come diceva Enzo Ferrari “non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”, e questo è quello che cerchiamo di fare tutti i giorni ai musei. Lavorare in Ferrari è un onore e richiede anche molta passione e sacrifici ma questo è possibile solo se dietro hai una splendida famiglia che ti supporta”.
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