F1 | Messico amaro: la Ferrari non coglie l’attimo e spreca un’altra prima fila

La Rossa non sa più vincere; Cavallino beffato dalla strategia Mercedes

F1 | Messico amaro: la Ferrari non coglie l’attimo e spreca un’altra prima fila

Un replay di Suzuka. Un’altra prima fila tutta rossa trasformata in una piazza d’onore dietro una Mercedes. E, ancora più che in Giappone, a Città del Messico era davvero difficile fare peggio. Perché stavolta Vettel e Leclerc avevano girato primi, superando la terrifica fase della partenza.

Questione di attimi, di azzardo, di cogliere l’attimo buono che arriva sempre per gli altri. Sebastian Vettel per come ha guidato, per la capacità mostrata nel gestire le gomme, aveva nelle corde una vittoria che sarebbe stata quasi “scontata” visto che la SF90 scappava sul dritto rendendo difficile qualsiasi attacco avversario.

Eppure il muretto ancora una volta si è incartato, sopravvalutando un degrado degli pneumatici di fatto inesistente su una pista liscia come un tavolo da biliardo. Opportunità colta in pieno dalla Mercedes e da Hamilton, al quale è riuscito un undercut telefonato su Vettel per poi metterci del suo, gestendo magistralmente (ma senza nemmeno troppo affanno) le gomme più dure andando a conquistare la decima vittoria stagionale. Servita su un piatto d’argento dalla Ferrari.

Due gli errori esiziali della Scuderia. Il primo quello di adottare una tattica di due soste con Charles Leclerc, di fatto escludendolo da qualsiasi discorso relativo alla vittoria. Il secondo – più grave perché commesso con il pilota più in palla sul ritmo – quello di non coprire la sosta di Hamilton, peccando di superficialità e presunzione, pensando davvero di andarsi a prendere la Mercedes in pista e sverniciarla, in una F1 dove la track position è un’entità dorata, un Sacro Graal da custodire con certosina cura. Ed era quantomai facile tenere la posizione tra il rettilineo e lo stadio del tracciato messicano.

Alla Ferrari sono mancati coraggio, lucidità e reattività, con la conseguenza di buttare alle ortiche un’altra prima fila. Maranello dovrà lavorare assai sulle strategie e sul muretto, perché la SF90 aveva il potenziale per vincere più dei tre GP finora conquistati, ma al team manca ancora il salto di qualità per trasformare il potenziale in risultati.

Antonino Rendina


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