F1 | McLaren impressiona nei test, ma la Ferrari non deve perdere la calma
Cosa ci hanno detto i test. McLaren auto da battere. La Ferrari deve lavorare sulla SF25 senza perdere la fiducia
Adesso è il momento della calma. La Ferrari deve mantenerla nel modo più assoluto e non farsi prendere da isterismi e frenesia. Togliamoci subito il dente: se la SF-25 fosse quella vista in Bahrain sarebbe legittimo essere un po’ perplessi.
Dovevamo aspettare la pista per farci una prima idea sul 2025 e la pista, almeno per quello che può valere in questa fase, ha parlato, sancendo la superiorità attuale della McLaren, apparsa molto più avanti come “preparazione” rispetto alla Ferrari, alla Red Bull e alla Mercedes.
In una Sakhir dal meteo mutevole e dalle condizioni climatiche spesso anomale, come vento e fresco, la scuderia campione in carica Costruttori è sembrata quasi sempre a proprio agio, impressionando poi nelle simulazioni gara. I punti di forza della MCL39 sono sembrati la finestra di performance, più ampia rispetto a quella dei competitor, e la grande aerodinamica, con la vettura incollata a terra e spettacolare in inserimento curva. Il passo mostrato sui long run, poi, non è stato avvicinabile per i rivali. Insomma, al netto di tutte le incognite su assetti e mappe motore, la McLaren esce dal Bahrain come la grande favorita, con una facilità di prestazione che ha un po’ spezzato il morale ai rivali.
Dopotutto la Ferrari ha in Leclerc non solo un pilota dal grande talento, ma anche un comunicatore sincero, che raramente mente, nelle dichiarazioni e nel linguaggio del corpo. Pur protagonista di una positiva simulazione gara nel secondo giorno di test, mercoledì, sebbene non all’altezza di quella di Norris, Leclerc non ha nascosto l’insoddisfazione per il bilanciamento non ideale della monoposto, tradendo una certa delusione.
Vista da fuori la Ferrari SF-25 sembra una vettura con del potenziale, veloce, sicuramente competitiva. Incline però a soffrire col posteriore se non opera nella giusta finestra di utilizzo. Le basta poco per diventare un’auto nervosa, un difetto questo ereditato dalla SF-24, nonostante la tanto decantata sospensione pull-rod all’anteriore. Mercoledì la macchina sembrava stabile, ed è stata la giornata sicuramente migliore.
L’ultimo giorno di test del Cavallino, invece, è stato quasi da dimenticare. Vettura nervosa e finale un po’ mesto, con Hamilton che ha alternato dei run singoli al posto di una vera e propria simulazione di gara e con la serranda dei box abbassata con una buona mezzora di anticipo rispetto alla bandiera a scacchi. La sensazione, sempre dall’esterno, è quella di una scuderia che debba ancora trovare il bandolo della matassa per trovare il giusto assetto con una monoposto un po’ troppo “sensibile”, almeno per ora.
Se Atene piange, Sparta non ride. Verstappen ad un certo punto ha scosso anche la testa perché non riusciva a tenere in strada la RB21. Della Red Bull ha colpito la velocità con cui hanno cambiato più volte assetto. Come se fossero un cantiere apertissimo, ma la velocità non è stata inferiore a quella della Ferrari, nel complesso.
Discorso simile si può fare per la Mercedes, competitiva nei tempi sul giro – parliamo soprattutto di passo gara – al pari di Ferrari e Red Bull. Una sorpresa in positivo, e una menzione speciale va al giovanissimo Kimi Antonelli, che ha macinato km senza la minima sbavatura.
Il discorso, semmai, è sempre lo stesso. Ovvero l’eterna attesa di una Ferrari vincente, e il timore che come ogni anno le aspettative vengano disattese dai fatti. Una buona frangia di addetti ai lavori e tifosi si aspettavano una super Ferrari, mentre la realtà presenta un quadro più complesso. Lo stesso Leclerc, che alla presentazione si era sbottonato nelle dichiarazioni, ha dovuto fare i conti con le solite criticità dei progetti di Maranello.
Ma questa tutt’è fuorché l’ora del disfattismo o del pessimismo. Perché non sono quei due o tre decimi di gap sul passo a poter far saltare i nervi o a sfiduciare questa Rossa. Pur ipotizzando – basandosi sui meri indizi dei test – che la McLaren adesso sia avanti, più pronta, velocissima, dovremmo comunque con la stessa lucidità obiettare che potrebbe bastare pochissimo, un lavoro di cesello sull’assetto e qualche aggiustamento, per avere una Ferrari in grado di giocarsela.
E con due piloti come Lewis Hamilton – il quale non perde occasione per dichiararsi entusiasta di questa nuova avventura – e Charles, non c’è dubbio che la Scuderia abbia due “capitani” che non sono secondi a nessuno come line-up, per velocità, esperienza e feedback da dare al team. Il mondiale dopotutto non è ancora cominciato, e vogliamo immaginarlo apertissimo ed entusiasmante.
Antonino Rendina
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