F1 | Leclerc a vita e la sfida autarchica della Ferrari
Fred Vasseur ha scelto una strada opposta a quella intrapresa da Jean Todt trent'anni fa
La firma in calce sarebbe già stata apposta, manca solo l’annuncio, ma Charles Leclerc avrebbe già rinnovato con la Ferrari estendendo il suo contratto di cinque anni (3+2) con nuova scadenza 2029. Un rinnovo “a vita” che è manifesto e progetto insieme, è scelta di carriera e anche di vita.
Ed è fuori di dubbio che nel lungo sodalizio tra il campione monegasco e Maranello avranno pesato motivi economici (lo stipendio a salire toccherà cifre spaventose) e anche di opportunità, perché questa Formula 1 dal posto fisso non offre poi così tanta scelta, ma al rinnovo di Charles con la Rossa va dato anche un significato più profondo.
È innanzitutto un indizio che il Cavallino di Fred Vasseur abbia un progetto a lungo termine. Quelle idee chiare che forse non sono sempre afferrabili agli occhi di chi osserva, ma la forza di blindare un top driver è la prova che sulla carta ci sono garanzie tecniche.
È chiaro che Leclerc verrà sempre più investito di un ruolo da prima guida e leader della scuderia, come è chiaro che la Ferrari farà di tutto per metterlo in condizioni di esprimersi al meglio in macchina, assecondandone lo stile di guida.
Ma soprattutto è evidente che la Rossa – al netto di un mercato tecnici non di grandi nomi – è certa di rialzarsi da sola, con la propria struttura (invero all’avanguardia), le proprie risorse e soprattutto i propri ingegneri.
Vasseur ha scelto di rimodellare il gruppo di lavoro, dando fiducia a chi già c’era e puntellando l’organico, senza però ripetere quanto ormai trent’anni fa fece il connazionale Jean Todt, che prelevò in blocco il gruppo vincente della Benetton, Schumacher compreso. Vassuer non andrà a Milton Keynes a prendere Verstappen e Newey, ecco.
Quella della Ferrari è una sfida autarchica, la corsa al titolo nei prossimi anni dovranno farla gli ingegneri e il pilota cresciuti in squadra in questi anni.
Per certi versi è una sfida coraggiosa, per un altro verso rappresenta un rischio. Perché questo gruppo di lavoro dovrà dimostrare di saper progettare un’auto vincente, da mondiale. Lo stesso Leclerc nei prossimi sei anni si augura di poter vincere più dei cinque GP dell’ultimo quinquennio. E noi con lui.
Antonino Rendina
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui