F1 | La Ferrari non ha bisogno di Lewis Hamilton, ma di tecnici all’altezza

A Maranello c’è già un grande pilota: Leclerc. L'arrivo del sette volte iridato non risolverebbe le problematiche che affliggono il Cavallino

F1 | La Ferrari non ha bisogno di Lewis Hamilton, ma di tecnici all’altezza

La Formula 1 può essere equiparata al calcio. Si parla oramai a tutto tondo, ogni giorno dell’anno, di mercato. Anche in queste ore, che sarebbero state destinate all’analisi del weekend Gran Premio dell’Emilia-Romagna qualora l’appuntamento di Imola non fosse stato cancellato per le alluvioni che hanno colpito quella zona d’Italia, non si è fatto che discutere d’altro.

Ancora una volta a finire nel mirino dei rumors di mercato è stato il pilota più mediatico che ci sia: Lewis Hamilton. Sull’inglese, che ha attualmente il contratto in scadenza a fine stagione con la Mercedes, si è tornato a discutere circa un suo eventuale passaggio alla corte della Ferrari. Dopo il chiacchiericcio degli scorsi mesi, proveniente sempre Oltremanica, su un ipotetico arrivo in rosso del sette volte iridato, il Daily Mail è intervento a “gamba tesa” parlando addirittura di cifre.

Il Daily Mail ha infatti analizzato nel dettaglio la questione riguardante Hamilton, riportando che Maranello avrebbe pronta una borsa carica di soldi (40 milioni di sterline per l’ingaggio di Sir Lewis) e che la trattativa sarebbe gestita direttamente dal presidente John Elkann. Senza nulla togliere a Hamilton, ma avrebbe senso da parte del Cavallino puntare le proprie fiches su un talento purissimo come Lewis anziché dirottare altrove le forze economiche? Innanzitutto su tecnici di assoluto valore che permettano alla Ferrari di tornare a lottare per obiettivi importanti.

Ammettiamo per un momento che Hamilton dal prossimo anno si vesta di rosso, cosa potrebbe dare in più rispetto a Leclerc con la vettura che stiamo vedendo in pista? Nulla. Perché, per esprimersi al top, un pilota ha bisogno di una monoposto all’altezza. Ed è quella che manca alla Ferrari da tanto, troppo tempo. È la regola (non scritta) della Formula 1: senza una macchina competitiva non può ambire al titolo. Un po’ come se una squadra di calcio puntasse sul Mbappé di turno senza costruirgli attorno una rosa adeguata per lottare ad alti livelli. Sarebbe un investimento, dal punto di vista puramente sportivo, fine a se stesso.

Chi scrive ritiene, ma è solamente un pensiero personale non dettato da alcun tipo di indiscrezione, che per Lewis il treno direzione Maranello sia oramai passato. Una trattativa che forse sarebbe stata molto più fattibile qualche anno fa e che avrebbe potuto permettere allo stesso Hamilton di ambire alla vittoria con tre delle squadre più importanti presenti nel Circus (McLaren, Mercedes e Ferrari appunto). Solamente Juan Manuel Fangio, ma bisogna andare indietro nel tempo fino agli anni ’50, agli albori della categoria, è riuscito a vincere i suoi cinque titoli con quattro scuderie differenti (Alfa Romeo, Mercedes, Ferrari, Maserati). Parliamo di preistoria del Circus. Per Hamilton sarebbe stata una sfida romantica e affascinante. Ma parliamo di passato, appunto.

Ora la Ferrari deve concentrarsi esclusivamente sul risolvere le problematiche tecniche che stanno affliggendo la SF-23 e sul rinnovo del contratto di Leclerc, perché il top driver ce l’ha già in casa. Perdere Charles sarebbe un autentico suicidio sportivo. Il resto è solo chiacchiericcio che non fa vincere gare e titoli. E la Ferrari deve invece puntare a questo. Altrimenti ci si rispecchierà nel passato, anziché proiettarsi con positività al futuro.

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