F1 | Il gioco dell’arbitro: i due giri a Spa una compensazione per Verstappen
La FIA arbitro invadente della lotta mondiale tra Verstappen e Hamilton
Stomachevole, perché palesemente una presa per i fondelli. Vedere planare le monoposto in condizioni impraticabili dopo tre noiosissime ore di attesa del nulla, farcite di interviste poco interessanti a protagonisti che non vedevano l’ora di svestire la tuta e andare via dalla inospitale e umida Spa, ha lasciato un senso di profondo disagio negli appassionati, costretti ad assistere ad una “gara” neutralizzata dietro safety car di due inutilissimi giri, tutto pensato per validare il GP e assegnare punti iridati.
E’ chiaro che con monoposto soggette alla regola del parco chiuso, che non stavano letteralmente in pista e con una visibilità che per acqua e nebbia era scarsissima, nessuno si sognerebbe di affermare che dovevano correre. Il meteo del GP di Spa non consentiva la disputa dell’evento, che andava cancellato e pace. E invece no, la FIA, in qualità di direzione gara, nella persona di Michael Masi, ha invertito il concetto di arbitro. Non più arbitro del gioco, ma gioco dell’arbitro.
Una F1 appunto arbitraria, discrezionale, con un regolamento flessibile che può essere derogato in ogni momento. E più le norme sono incerte e interpretabili e più chi le applica ha margini di manovra. Al di là dei sacrosanti discorsi sui diritti televisivi, sulla formalità dello svolgimento del GP, insomma al di là dei discorsi puramente commerciali ed economici, la sensazione è che come nei peggiori arbitraggi calcistici a Spa ci sia stata una tristissima compensazione.
Masi ha di fatto regalato la vittoria a Verstappen, e soprattutto gli ha consentito di recuperare 5 punti nei confronti di Hamilton. A quel Verstappen che nelle ultime due gare era stato messo ko proprio dalle Mercedes, a quel Max vittima a Silverstone del contatto con Lewis. Con la FIA che fu criticata per aver avuto la mano leggera con il pilota inglese, che dopo aver eliminato dalla tenzone il rivale diretto per il titolo andava a vincere il GP recuperando di botto 25 punti.
Un rigore a porta vuota, al quale in Belgio pare proprio aver fatto seguito un rigorino a mo’ di compensazione. Fischiato nella complicità generale. Elargendo vittoria, podi, punti. Gli dei delle corse avevano deciso che a Spa non si doveva correre, inondando la pista con acqua e raffiche di vento. Ma sono stati spodestati dagli dei della direzione gara, che si sono messi al di sopra del Dna del motorsport, delle corse, delle squadre e dei piloti. Masi è stato il deus ex machina che ha deciso di restituire a Verstappen qualcosa che gli era stato tolto nei GP precedenti, come se la F1 potesse ridursi a un gioco di marionette con un burattinaio che gestisce finanche il distacco iridato.
E visto che tutti fanno parte del grande circo nessuno ha detto nulla, con piloti che si sono prestati alla grande recita e anche alla “festa” del podio. Surreale, come se fosse metateatro, recita nella recita. E la voglia di vedere i GP così passa molto velocemente, perché tutto ciò più che ad una competizione somiglia sempre di più al wrestling e fa male pensare che il duello più bello e teso degli ultimi anni sia così tanto condizionato dalle scelte arbitrali.
Antonino Rendina
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