F1 | Hamilton e Verstappen sono due titani: è un mondiale epico
Lewis e Max hanno fatto il vuoto, sono di un altro livello
Usando un termine dei giorni nostri possiamo dire che Lewis Hamilton e Max Verstappen sono letteralmente “ingiocabili” per chiunque, a partire dai due rispettivi compagni di squadra, puntalmente scornati dai loro capitani.
Il pilota della Mercedes e quello della Red Bull, pur diversissimi per guida e approccio alla gara, hanno entrambi portato questa sfida mondiale ad un livello più alto, giganteggiando su ogni tipo di circuito e trasformando uno sport di venti auto in un affascinante incontro di pugilato o di tennis, insomma in un testa a testa dove non c’è posto per nessun altro.
Basti guardare l’andazzo così armonicamente regolare degli ultimi quattro GP. Vige l’equilibrio più totale, con due vittorie di Verstappen e due di Hamilton. E quando è arrivato primo l’uno, l’altro lo ha marcato in piazza d’onore limitando i danni.
Ad Austin e Città del Messico abbiamo ammirato una Red Bull velocissima, con Max che non ha sprecato l’occasione; eppure in entrambe le gare un pur veloce Perez non ha potuto nulla contro Lewis.
Stessa situazione, all’inverso, in Brasile e Qatar. Il binomio Hamilton-Mercedes ha incantato a San Paolo e governato con autorità nel deserto. Ed in entrambe le occasioni, sudando sette camicie tra partenze da fenomeno, difese al (oltre il?) limite, penalità, veleni e sorpassi, Max è restato aggrappato con le unghie alla Freccia Nera n. 44.
Lewis e Max, l’eptacampeao e la furia olandese, sono due titani che ormai corrono e lottano in una dimensione tutta loro, guidano in modo spiritato, estraggono tutto il potenziale possibile dalle loro vetture, non sbagliano un giro. Entrambi in Brasile e Qatar si sono sbarazzati con disarmante facilità di tutte le altre macchine per trovarsi faccia a faccia. Sono loro, sono sempre solo loro due. E sono separati in classifica da pochissimi punti (8).
L’invito va ai loro team e ai loro team principal. Riportassero questa sfida nell’alveo della correttezza che merita, perché vorremmo parlare e raccontare di una battaglia campale tra Achille e Ettore, non di una puntata di “Un giorno in Pretura” con frecciate e reclami dinanzi a giudici tentennanti e poco coerenti.
Gli stessi piloti giocassero gli ultimi due game di questo lungo incontro in modo corretto; sarebbe l’epilogo più spettacolare per un campionato che farà storia a prescindere.
Antonino Rendina
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