F1 | Guai a sollevare dubbi su Leclerc, è una risorsa e non un problema per la Ferrari
Per Charles si tratta dell’avvio più difficile da quando è a Maranello, queste settimane serviranno anche per ripartire a livello mentale
Dalla partenza a curva 3. Il Gran Premio d’Australia, terza prova stagionale del Mondiale 2023 di Formula 1, andato in scena ieri sul tracciato cittadino dell’Albert Park di Melbourne, è durato pochi secondi per Charles Leclerc. Il monegasco, che partiva dalla quarta fila, in virtù del settimo tempo stabilito nelle qualifiche di sabato, ha terminato la sua personale corsa sulla ghiaia dopo il contatto con l’Aston Martin di Lance Stroll. Una carambola che non ha lasciato scampo all’alfiere del Cavallino e che, ancora una volta, si ritrova con un pungo di mosche in mano.
Sei punti. È questo il misero bottino sul quale Charles può contare dopo le trasferte di Sakhir, Jeddah e Melbourne. L’unica gara in cui ha marcato punti è stata quella dell’Arabia Saudita dove, scattato dalla dodicesima casella a causa di una penalità figlia del ritiro maturato per problemi di affidabilità nel deserto del Bahrain, è stato costretto ad una gara di rimonta che si è arrestata alla settima posizione. Un rendimento così negativo, nelle prime tre gare, Leclerc non lo faceva segnare dalla stagione d’esordio in Formula 1, avvenuta nel 2018 con l’Alfa Sauber, dove era ancora fermo a quota zero.
Neanche nel nefasto 2020 aveva raccolto una tale miseria di punti, anzi ne aveva totalizzati 18 riuscendo tra l’altro a portare la SF1000 sul podio nella gara inaugurale al Red Bull Ring. Quello che ieri ha salutato l’Australia, facendo mestamente ritorno a casa, è un Leclerc frustrato, deluso, che mai avrebbe potuto prevedere una situazione così difficile e complicata fino a qualche mese fa. Ma forse nessuno avrebbe potuto pensare ad una tale involuzione della SF-23 rispetto alla F1-75, che lo scorso tra mille difficoltà aveva comunque vinto 4 GP.
Nella foga del primo giro, per voler recuperare quante più posizioni possibili, Leclerc ha peccato di troppo ottimismo – questo nessuno lo nega – nel cercare l’affondo sulla AMR23 di Stroll in un punto delicato della pista dove si trovano anche altre macchine. La frustrazione del monegasco va però capita e compresa. Vedere il principale rivale, Max Verstappen, guidare una monoposto ad oggi inavvicinabile per la concorrenza di certo non lo aiuta, in uno sport dove tra l’altro piedi e testa devono agire in sincronia come perfetti ingranaggi.
Leclerc non potrà mai rappresentare un problema per la Ferrari, ma bensì una risorsa. Una grande risorsa. Charles sta vivendo quello che ad oggi può essere considerato come il suo periodo più difficile da quando è diventato pilota ufficiale del Cavallino. Ha bisogno di ritrovare certezze che oggi appaiono perdute. Queste settimane di pausa serviranno come il pane sia allo stesso Leclerc, per fare un reset anche mentale utile per ripartire nel miglior modo possibile in vista delle future gare, che alla squadra per programmare gli step di aggiornamenti che dovrebbero – il condizionale è più che mai d’obbligo in questi casi – permettere alla SF-23 di inserirsi con decisione nella lotta con Mercedes e Aston Martin.
L’ultimo vero grande sorriso di Leclerc risale al podio del GP di Abu Dhabi dello scorso anno, dove ebbe la meglio su Sergio Perez concludendo la stagione 2022 al secondo posto nel Mondiale piloti e ottenendo quello che ad oggi è il suo piazzamento migliore a livello iridato. Quella piazza d’onore avrebbe dovuto rappresentare un punto di partenza e non di arrivo, per programmare al meglio il 2023. Ad oggi invece pare essere una partenza verso un punto di non ritorno. Ma guai a pensare che i guai della Ferrari abbiano le fattezze del monegasco. Questa Ferrari ha altri problemi, ben più seri, nei quali non rientrano i piloti. E sono sotto gli occhi di tutti, non si faccia finta di girare il capo dall’altra parte.
Già in passato, con altri protagonisti al volante, si è tentato questo giochino di addossamento delle colpe come panacea per coprire i limiti della macchina. Ma il tempo è come sempre galantuomo ed ha presentato il conto. Charles è il presente e il futuro della Ferrari. Una storia del genere non può, anzi non deve, avere l’ennesimo finale amaro essendo Leclerc – tra l’altro – il pilota di maggior talento cresciuto nell’Academy del Cavallino. Sarebbe un clamoroso autogol. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
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