F1 | GP del Qatar: l’analisi delle qualifiche
Lewis Hamilton conquista la pole davanti a Verstappen, ma le investigazioni dei commissari potrebbero cambiare il volto della griglia
Nuovo tracciato, vecchi protagonisti. Anche in Qatar, dove durante questo fine settimana la Formula 1 è sbarcata per la prima volta nella sua storia, Lewis Hamilton è riuscito ad imporsi in qualifica, conquistando la pole numero 102 della sua carriera. Sotto i riflettori di Losail, l’inglese ha fatto brillare nuovamente il suo talento, fermando il cronometro sull’1:20.827 dopo aver ottenuto i parziali record in tutti e tre i settori, in un giro che si può descrivere come al limite della perfezione. Un tempo inarrivabile per tutti, costruito su quanto imparato al venerdì e sul lungo lavoro notturno per estrarre il massimo dalla vettura.
“Ieri è stata una giornata davvero difficile per me. Giovedì e venerdì non mi sentivo troppo bene. Ho davvero lottato durante l’allenamento e ieri ero proprio fuori. Ho dovuto davvero scavare a fondo. Sono stato qui fino a mezzanotte ieri sera a lavorare con gli ingegneri, che lavorano sempre così tardi, sono dei gran lavoratori, e ho trovato un sacco di aree in cui posso migliorare. Abbiamo fatto alcune modifiche per la P3 e sembrava funzionare. Naturalmente bisogna cercare di portare tutto questo nelle qualifiche. Sono così grato per i tempi che ci hanno messo in pista, non abbiamo avuto traffico. L’ultimo giro è stato bellissimo. È stato un giro davvero dolce. Questa pista è incredibile da guidare, è incredibilmente veloce, tutte le curve a media e alta velocità e mi sono sentito bene”, ha raccontato Hamilton al termine delle qualifiche, che è riuscito a fare la differenza dal tratto che parte dalla doppia curva 4-5 fino alla 10, riscontrando quindi grande rapidità non solo nei tratti più veloci, ma anche in quelli più lenti. Al contrario, la Red Bull è stata più incisiva nella parte iniziale nel giro, nonostante la telemetria, che non racconta sempre tutto, mostri un Hamilton più rapido proprio nella percorrenza della prima curva. Al contrario di quanto si era visto in Brasile, tuttavia, la W12 numero 44 non sembra aver goduto di quel vantaggio su rettilineo che si era riscontrato sette giorni fa a San Paolo, con velocità di punta paragonabili a quelle di Verstappen che, curiosamente, è stato tra coloro che hanno fatto il salto in avanti più ampio nonostante il cambio d’ala prima delle qualifiche, quando era stato costretto a montare la soluzione più carica tra le due a disposizione per un problema al flap mobile.
Il secondo posto rappresenta comunque una buona opportunità per il pilota olandese, nella speranza di poter attaccare Hamilton alla partenza ed imporre il proprio ritmo. Tutto questo a patto che la direzione gara “perdoni” quell’episodio sul finale della Q2, quando Verstappen era passato sul lungo rettilineo mantenendo il piede spalancato sull’acceleratore senza prestare attenzione alla doppia bandiera gialla esposta dai commissari a bordo pista. Un episodio particolare perché, a dire il vero, in quel momento il sistema di segnalazione della FIA non aveva riportato alcuna bandiera gialla, come confermato dall’assenza di indicazioni in tal senso dai pannelli luminosi posti a bordo pista e dal dash del suo volante. Per questo i commissari lo hanno richiamato a rapporto e l’olandese dovrà presentarsi domenica mattina per discutere dell’episodio, sperando di poter mantenere la sua seconda posizione duramente conquistata in un weekend in cui non sempre è riuscito a trovare il giusto feeling con la monoposto: “È stato un weekend un po’ altalenante finora, ero felice in qualifica ma non abbastanza veloce. Pensavo di aver fatto un giro buono, ma poi ho sentito la differenza di distacco e sono rimasto un po’ scioccato, è stato davvero difficile eguagliare Mercedes. In un certo senso sono felice di essere secondo, ma il divario da Lewis è molto grande. Le qualifiche sono state più difficili per noi nelle ultime gare, quindi dobbiamo sicuramente dare un’occhiata. Non mi aspetto miracoli domani, ma siamo su una nuova pista e molte cose possono accadere, non ci arrendiamo mai”, ha raccontato Max al termine delle qualifiche.
Terzo tempo per Valtteri Bottas, distante ben sei decimi dal suo compagno di squadra, con un passivo non troppo distante da quello che aveva accusato una settimana fa in Brasile. Il finlandese ha pagato un feeling altalenante con la monoposto, che lo aveva visto molto competitivo al venerdì, per poi fare un passo indietro al sabato, esattamente al contrario di quanto successo a Hamilton. Il numero 77 ha pagato un passivo importante specie nel primo settore, proprio quello che nelle libere si era mostrato il suo punto di forza, complice una preparazione delle gomme che non ha dato gli effetti sperati: “È stato un fine settimana positivo per noi, ma naturalmente, sono un po’ deluso per le qualifiche. Mi sentivo a mio agio in macchina ieri, ma sono un po’ confuso su quello che è successo durante la notte, perché mi mancava un po’ di velocità. Ho faticato un po’ in qualifica, in particolare nella curva 1, dove non sono riuscito a preparare le gomme. Dobbiamo dare un’occhiata, ma ho fatto del mio meglio e ho spremuto tutto dalla macchina. Tuttavia, mi mette sul lato pulito della griglia per domani e abbiamo entrambe le auto davanti al gruppo. Non ho molto da perdere e abbiamo opzioni, con due auto contro una Red Bull, quindi normalmente è una buona situazione in cui trovarsi. Sono sicuro che domani sarà una giornata combattuta”, ha raccontato Bottas, il quale dovrà anch’egli presentarsi dai commissari per rispondere di una dinamica simile a quella occorsa a Verstappen, quando sul finale di qualifica non aveva rispettato la singola bandiera gialla esposta dai marshall senza che questa fosse stata notificata sui pannelli luminosi gestisti dalla Federazione.
Chi ha dato ancora una volta prova delle sue abilità sul giro secco è Pierre Gasly, capace di portare l’AlphaTauri ad un’ottima seconda fila, confermando l’ottimo stato di forma mostrato negli altri appuntamenti del triple-header. Un AT02 che, nonostante qualche piccola difficoltà in tema di bilanciamento complessivo, soprattutto del sottosterzo nelle curve più lente, ha esibito una certa facilità nella ricerca del tempo consentendo al giovane transalpino di ottenere la sua quindecisima top-six stagionale, un risultato che nessun’altro pilota della midfield è stato in grado di replicare. Vi è, tuttavia, un pizzico di rammarico, perché quella quarta posizione avrebbe potuto addirittura trasformarsi in un meritato terzo posto se non fosse stato per il cedimento dell’ala anteriore durante l’ultimo tentativo, dovuto ad un passaggio aggressivo sul cordolo esterno in uscita di curva quindici: prima che la rottura mettesse fine alle sue ambizioni, infatti, il transalpino era stato in grado di migliorare i propri parziali di oltre un decimo rispetto al run precedente, come evidenziato anche dal delta presente sul suo volante. Con un solo decimo e mezzo di distacco dal terzo posto di Bottas, pensare che Pierre potesse ulteriormente colmare quei pochi centesimi mancanti nell’ultimo settore, per quanto difficile, non è utopia: “Sono felicissimo per le qualifiche, siamo di nuovo alle spalle delle Mercedes e di Max ed è fantastico. Nell’ultimo giro mi stavo migliorando ulteriormente, circa un decimo e mezzo più veloce, ma sono andato sul cordolo di curva 15 e ho perso l’ala anteriore, che ha poi fatto saltare la gomma anteriore destra. Alla fine, è stata un’ottima qualifica e siamo in una buona posizione per domani. Le Alpine sono di nuovo abbastanza vicine, quindi ci aspetta un’altra intensa battaglia in gara”, ha spiegato Gasly al termine delle qualifiche, dove la monoposto di Faenza ha dato ancora una volta prova di sapersi ben adattare ad una molteplice varietà di tracciati, tutti dalle differenti caratteristiche, difendendosi bene soprattutto nelle curve medio-veloci. Al di là del problema sul finale, per l’alfiere dell’AlphaTauri si è trattato di un sabato estremamente positivo, in cui a fare la differenza è stata anche la scelta di superare il Q1 sulla gomma media, in modo da salvare un set di soft in vista delle manche successive, elemento che gli ha permesso di completare entrambi i tentativi del Q3 con un treno di pneumatici nuovi.
Fino a questo punto del fine settimana, la sorpresa del weekend chiaramente non può non essere Alpine, capace di conquistare una doppia top ten, impreziosita dall’ottimo quinto posto di Fernando Alonso, ancora una volta sugli scudi. Dopo la buona prestazione del Brasile, dove aveva dato segnali di ripresa dopo due weekend sottotono tra Stati Uniti e Messico, la squadra francese ha tirato fuori dal cappello un sabato di spicco, fornendo ai propri piloti una vettura ben bilanciata. Sentendo il profumo di una qualifica che poteva regalare soddisfazioni, lo spagnolo aveva ragionato sulla lunga distanza, riuscendo a superare il primo turno con un doppio tentativo, ma sullo stesso treno di pneumatici a banda rossa. Una scelta che si è poi rivelata decisiva, non solo perché ciò gli aveva consentito di presentarsi all’inizio dell’ultima manche con due set nuovi, ma anche perché se si fosse presentato con un solo treno a disposizione, il rischio sarebbe stato quello di non riuscire a sfruttarlo a dovere sul finale del Q3 a causa dell’incidente che aveva coinvolto Gasly, venendo così sopravanzato anche da Lando Norris. Una prestazione formidabile per lo spagnolo, bravo anche nel capitalizzare una buona scia sul rettilineo principale offerta involontariamente da Lewis Hamilton, con un guadagno che si aggirava intorno 6 km/h rispetto agli altri tentativi. Una differenza che non poteva essere chiaramente colmata nel secondo run, tanto che al rilevamento della seconda fotocellula Alonso si era presentato con un ritardo che superava già i due decimi, rendendo di fatto impossibile migliorarsi e strappare la quarta posizione a Gasly, più rapido di soli trenta millesimi.
Anche senza la presenza di bandiere gialle, comunque, il pilota di Oviedo era stato tra i pochi ad alzare il piede sul rettilineo principale una volta visto Gasly fermo lungo la pista negli ultimi minuti del Q3: non avendo molto da guadagnare, la scelta del portacolori dell’Alpine era stata sicuramente quella più saggia, evitando di prendersi rischi inutili che avrebbero potuto compromettere la sua bella prestazione in qualifica. “Penso che l’intero fine settimana sia stato positivo per noi. La macchina è andata forte in tutte le sessioni e sembra giovare delle curve ad alta velocità qui” – ha raccontato Alonso al termine delle qualifiche, che in effetti si è dimostrato estremamente competitivo soprattutto nei tratti più rapidi del tracciato, dalle velocità di punta in rettilineo passando per le curve ad alta velocità -. “Ho detto alla squadra che se mi avessero dato abbastanza carburante, avrei guidato tutta la notte e li avrei aspettati qui domani mattina! Sembra che alcuni circuiti siano migliori di altri per il nostro pacchetto e il Qatar sembra essere uno di quelli. Dobbiamo studiare perché ci manca questa prestazione in altri circuiti. Ma i punti sono domani, quindi dobbiamo massimizzare la nostra posizione di partenza. Partiamo dal lato pulito della griglia e ci sono diverse strategie. Abbiamo alcuni punti interrogativi, ma è meglio risolverli dalla quinta posizione”, ha poi aggiunto lo spagnolo, che durante le interviste non ha nascosto il sorriso.
Sesto tempo per Lando Norris, in una giornata tutto sommato positiva per il giovane inglese. Su una pista che per la MCL35M avrebbe potuto presentare diverse incognite, soprattutto nella gestione dell’anteriore in quelle curve più impegnative medio-lente con un raggio particolare, l’alfiere della McLaren ha ben figurato sul giro secco, conquistando una preziosa terza fila a meno di un decimo da Gasly, ma che avrebbe potuto essere anche un quinto posto se Alonso avesse beneficiato di una scia nel corso del suo primo tentativo. Norris non ha nascosto la sua soddisfazione al termine delle qualifiche, sottolineando come la sesta posizione finale sia però anche un po’ una sorpresa, perché nelle prime sessioni di libere non si era sentito del tutto a suo agio con la monoposto, dovendo gestire un fastidioso sottosterzo. “Sono molto contento di oggi. Abbiamo fatto dei miglioramenti dalle FP3 alle qualifiche e non ci aspettavamo un P6. Sono sicuramente soddisfatto, soprattutto perché non è stata una P6 facile, ma l’ho ottenuta con probabilmente uno dei migliori giri che ho fatto in qualifica da molto tempo” – ha raccontato Norris al termine delle qualifiche, capace di mettersi alle spalle entrambe le Ferrari, vero obiettivo per il finale di campionato, per quanto il gap in classifica renda la sfida estremamente ardua -. “Sono soddisfatto del mio lavoro e anche di quello che abbiamo fatto come squadra. Questo ci ha aiutato oggi. Quindi, una giornata positiva nel complesso. Non abbiamo passato il turno con la gomma media, che è l’unico aspetto negativo, che ci renerà la vita un po’ più difficile di quanto vorremmo domani, ma abbiamo ancora una buona opportunità di ottenere punti importanti”, ha poi aggiunto l’alfiere del team di Woking.
Settima casella in griglia di partenza per Carlos Sainz, con un sorriso a metà, perché era forse lecito aspettarsi qualcosa di più da una Ferrari che su altri circuiti simili aveva dimostrato di potersela giocare nella parte alta della midfield. Per tutto il fine settimana, tuttavia, la Rossa aveva riscontrato qualche difficoltà nella percorrenza del primo settore, confermando tale sofferenza anche in qualifica, specie nell’interpretazione della seconda parte di curva quattro-cinque, accusando solo in quel settore di pista un gap di oltre due decimi dai rivali più diretti. Un distacco difficile da colmare nei due settori restanti, specie considerando che nell’ultimo intertempo i piloti di testa avevano ottenuto tempi piuttosto simili, riducendo ulteriormente le chance di poter richiudere quel margine accusato nella prima parte della pista. Nel secondo run, il pilota madrileno aveva provato anche un approccio più aggressivo, ma qualche piccola sbavatura nel secondo e terzo settore, specie in uscita dall’ultima curva dove aveva perso completamente il posteriore, forse complice una folata di vento, avevano spento definitivamente le sue speranze di poter progredire in griglia e mettersi alle spalle entrambe le MCL35M. “Il settimo posto è un buon risultato, soprattutto considerato dove eravamo ieri e i progressi che abbiamo fatto oggi con la macchina. Nell’ultima fase della qualifica il mio primo tentativo è stato buono, poi non sono riuscito a migliorare la mia settima posizione. Mi schiererò dalla parte pulita della pista e cercheremo di gestire strategicamente al meglio la nostra scelta di gomme per massimizzare il risultato. Credo che l’esito di questa qualifica sia il frutto di un grande lavoro fatto da tutta la squadra che ieri ha capito cosa bisognasse modificare in vista di oggi. È senz’altro un altro aspetto molto positivo di questa sessione”, ha raccontato Sainz, che nella seconda manche aveva corso un bel rischio, seguendo i team più competitivi nel tentativo di passare il taglio con la mescola media, la quale potrebbe dare maggior flessibilità in vista della gara, mantenendo performance più lineari, per quanto la soft abbia comunque dimostrato anche in qualifica di non essere una soluzione da scartare. Vedendosi scivolare in classifica dopo due tentativi comunque non eccellenti, dove aveva patito il minor grip offerto dal compound a banda gialla, lo spagnolo aveva temuto di vedere vani tutti i suoi sforzi, dovendo subire un’amara eliminazione. Fortunatamente, tuttavia, Carlos era riuscito a rientrare nella top ten per pochi centesimi ai danni di Sergio Perez, tirando così un sospiro di sollievo: “In Q2 abbiamo deciso di correre un bel rischio, effettuando due tentativi con le Medium, ma per fortuna è andato tutto per il meglio, soprattutto dopo un primo giro molto buono. Sarebbe stato ben più facile passare in Q3 con le Soft ma, considerato il degrado delle gomme, crediamo che le Medium siano la scelta migliore per la nostra gara. Certo, al via sarò circondato da piloti con gomme Soft e non sarà affatto semplice”, ha poi aggiunto Carlos. La speranza della Rossa è che la situazione si possa ribaltare in gara, contando soprattutto sulle strategie, dato che il minor grip offerto dalla media renderà la partenza un punto critico. Sullo spagnolo, tuttavia, pende un’investigazione per non aver rallentato sul finale, quando i marshall avevano esposto una bandiera gialla sul rettilineo principale a causa della vettura di Gasly ferma lungo la pista, seppur dalla segnalazione elettronica non fosse giunta alcuna comunicazione.
Prenderà il via dall’ottavo posto Yuki Tsunoda, che trova ancora una volta la top ten proseguendo quel percorso di crescita visto nella seconda parte di questo mondiale. Indubbiamente l’ottimo stato di forma dell’AlphaTauri ha dato una mano al giovane giapponese, così come il fatto che questa fosse una pista nuova per tutti, azzerando quindi le esperienza passate, ma i soli due decimi rimediati dal compagno di squadra sulla linea del traguardo, a dispetto dell’incidente occorso a Gasly sul finale, sono un segnale positivo. Un gap di poco più di venti centesimi rimediato soprattutto nel terzo settore, dove Tsunoda non è riuscito a trovare la quadra soprattutto nella gestione della fase di rilascio dell’acceleratore nelle curve più rapide e critiche del circuito: “Penso sia stata una buona qualifica e sono felice di partire dalla P8 domani. Peccato aver dovuto sacrificare un ulteriore set di Soft per superare la Q1, perché mi sono mancate per la Q3, comunque sono molto soddisfatto per come è andata oggi. Pensiamo sarà molto difficile superare durante la gara, quindi la partenza sarà fondamentale. La cosa positiva è che siamo tutti nella stessa situazione, in quanto nessuno ha mai guidato qui prima d’ora. Stasera ci prepareremo al meglio e vedremo cosa succederà domani”, ha raccontato il portacolori dell’AlphaTauri. A concludere la top ten ci sarà Sebastian Vettel, bravo nel riuscire a riportare la propria vettura tra i primi dieci nonostante una AMR21 che in questo fine settimana non ha regalato grandi soddisfazioni ai propri portacolori, specie Lance Stroll, che durante le libere non aveva nascosto il suo disappunto per una prestazione sottotono. La monoposto inglese ha dimostrato carenze in particolare nel terzo settore, quello più rapido, costringendo i piloti a dover alzare il piede dall’acceleratore in anticipo e per un tempo più prolungato rispetto agli avversari, con una conseguente perdita di tempo piuttosto rilevante, tanto da arrivare alla percorrenza delle suddette curve anche con una velocità inferiore di circa 20km/h rispetto ai rivali più competitivi della midfield. Il tempo migliore per il tedesco, tuttavia, non era giunto in Q3, bensì nella manche precedente, dove aveva potuto sfruttare due set nuovi di pneumatici soft, mentre l’unica opportunità di sfruttare tale gomma nel turno conclusivo si era dovuta scontrare con l’uscita delle bandiere gialle a causa dell’incidente che aveva coinvolto Gasly, rendendo di fatto impossibile riuscire a migliorarsi: “Penso che siamo un po’ più competitivi questo fine settimana e ho avuto una buona giornata nel complesso. Siamo riusciti a battere una Ferrari, una McLaren e anche una Red Bull in Q2, quindi penso che possiamo essere felici. Purtroppo, durante il mmio tentativo finale in Q3, ho incontrato il traffico e poi le bandiere gialle hanno impedito qualsiasi possibilità di migliorare, che era un peccato. Nel complesso, è stata una sessione di qualifica positiva e vedremo cosa possiamo fare in gara. I sorpassi qui sono difficili ma non impossibili e sarà una nuova esperienza per tutti noi, ha raccontato Sebastian, che dovrà difendersi duramente soprattutto da coloro che alle sue spalle cercheranno di soffiargli un posto nei punti lavorando di strategia.
Tra questi vi sarà indubbiamente Sergio Perez, solamente undicesimo in una giornata da dimenticare. Dopo un primo tentativo in Q2 che non aveva comunque riservato grandi soddisfazioni, il messicano era stato rispedito in pista nel traffico, vedendosi costretto a dover alzare il piede e perdere temperatura nelle gomme prima dell’inizio di quello che avrebbe dovuto essere il run decisivo. Un pessimo timing da parte della Red Bull, che è costato al pilota di Guadalajara un posto in top ten: “È stata una qualifica pazzesca per me, penso che siamo stati lì per tutto il fine settimana e dopo le FP3 eravamo davvero fiduciosi con le modifiche che stavamo facendo. Avevamo tutto in mano per avere davvero una qualifica forte, ma non l’abbiamo messa insieme quando contava. Abbiamo cambiato il nostro approccio con la preparazione delle gomme nelle condizioni serali e non siamo stati in grado di fare i giri che volevamo, ho incontrato molto traffico e uscire in Q2 è il prezzo che abbiamo pagato, non abbiamo messo insieme il giro quando era importante. Siamo una squadra quindi siamo tutti insieme, è un peccato che non ce l’abbiamo fatta ma ora guardiamo a domani. Penso che senza quel problema il ritmo era lì, siamo stati lì per tutto il fine settimana, quindi non vedo perché non avremmo dovuto essere lì oggi e quindi non possiamo combattere domani. È stata una giornata deludente, ma domenica è quella che conta e speriamo di essere in grado di recuperare e minimizzare i danni. Cercheremo di fare sorpassi possibilmente qui, spero davvero che il giorno della gara possiamo essere forti e venire attraverso il campo per essere nel mix per grandi punti”, ha raccontato Sergio al termine delle qualifiche. Tanta delusione, quindi, per il pilota messicano, quasi quanto quella di Charles Leclerc, costretto ad una qualifica in difesa in cui non riusciva a trovare un perché alle sue difficoltà, specie dopo aver rimediato nove decimi nel primo tentativo del Q2 dal compagno di squadra a pari mescola. Difficoltà che poi hanno trovato un perché, identificato in una crepa riscontrata nel telaio a seguito dei controlli completati durante le qualifiche: un danno alla cellula di sopravvivenza rappresenterebbe un problema importante, che ne richiederebbe assolutamente la sostituzione, dato che potrebbe compromettere in maniera chiara le performance della vettura. Delusione che ha visto anche un Daniel Ricciardo ai margini della seconda manche, pagando dazio in un weekend ricco di curve in cui sia l’australiano che la MCL35M avrebbero potuto andare in difficoltà; così è stato e il pilota della McLaren sarà costretto a prendere il via ben lontano dalle posizioni in cui ci aveva abituato nell’ultimo periodo.
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