F1 | GP Bahrain: come i piloti hanno interpretato il tracciato con le nuove vetture

In attesa delle qualifiche, osserviamo come i piloti hanno interpretato in maniera differente la pista di Sakhir

F1 | GP Bahrain: come i piloti hanno interpretato il tracciato con le nuove vetture

Dopo quasi cento giorni dall’ultimo appuntamento del campionato 2021, la Formula 1 è tornata finalmente in pista in Bahrain per la prima tappa della nuova stagione. Si apre un’era completamente diversa rispetta al passato, con una generazione di vetture che è tornata a fare dell’effetto suolo il suo punto cardine nella speranza che ciò possa incrementare lo spettacolo in pista, riducendo l’effetto dell’aria sporca sulle vetture. Nuove opportunità per tornare a sognare, nuove chance per risalire la classifica, ma anche un altro modo di guidare, dato che le monoposto 2022 porteranno con sé anche delle novità per coloro che saranno al volante.

Quello del Bahrain probabilmente non è il miglior circuito del calendario per farsi un’idea di come cambieranno gli stili di guida rispetto al passato, ma rappresenta una buona opportunità per osservare come i piloti hanno interpretato quelle zone del tracciato in cui potrebbero emergere le maggiori differenzi prestazionali tra le vetture. Un discorso che si può applicare in particolare ai tratti più lenti della pista, come curva uno, dove la fase di frenata e quella di trazione saranno fondamentali. Con oltre quaranta chili di massa in più e il fenomeno del porposing in pieno rettilineo, riuscire ad individuare il punto di staccata senza arrivare al bloccaggio sarà ancor più difficile, specie per i portacolori di quei team che tendono ad essere più aggressivi in ingresso curva anticipando la fase di rotazione. Sotto questo aspetto, nelle prove del venerdì Lewis Hamilton ha evidenziato ben più di qualche problema, arrivando al bloccaggio in quattro occasioni consecutive durante le simulazioni con poca benzina. Una situazione che lo ha poi spinto ad un approccio più conservativo per l’ultimo run, anticipando la staccata di qualche metro.

Osservando i migliori giri dei primi sei classificati del venerdì, è possibile notare come colui che anticipi maggiormente l’ingresso in curva uno sia Valtteri Bottas, che aveva fatto di questa caratteristica uno dei suoi punti di forza durante il periodo passato in Mercedes. Uno dei temi su cui gli ingegneri di pista hanno voluto porre l’attenzione, tuttavia, si concentrava non tanto sulla fase di ingresso, bensì su quella d’uscita, in modo da poter migliorare la trazione per l’allungo successivo che porta a curva quattro. Qui la Red Bull ha costruito parte del suo vantaggio nei confronti della concorrenza, con una fase di rotazione e ritorno sul gas più efficace, tanto da permettergli di guadagnare qualche metro sugli avversari. Al contrario, Mercedes ha denotato qualche difficoltà in più in questo tratto, dovendo ritardare il momento in cui spingere sull’acceleratore in maniera simile a quanto è accaduto in un altro punto lento del tracciato, il tornantino della dieci. Osservando le curve di accelerazione dalla telemetria, tuttavia, emerge come pian piano le doti velocistiche della W13 tendano ad allinearsi a quelle dei rivali, per cui sarà interessante osservare come il team tedesco tenterà di reagire nelle ultime sessioni di libere e in qualifica.

Spostando l’attenzione su curva quattro, emerge ancora una volta uno scenario simile, con la Red Bull a farla da padrona, questa volta nella prima fase di percorrenza. Curva dalle caratteristiche diverse, dove riuscire a portare tanta velocità in ingresso può fare la differenza e su questo Red Bull per il momento sembra aver trovato qualcosa in più, anche se chiaramente si tratta solamente di prove libere. Nell’immagine sottostante si può apprezzare come pareggiando l’entrata, Verstappen sia il pilota che ha un tempo di percorrenza minore rilasciando per primo il freno, anche se Ferrari si difende bene, mentre Mercedes è più attardata.

W13 che torna sugli scudi nel tratto rapido 6-7, quello con un cambio di direzione ad alta velocità. Se durante i test si era parlato di una Mercedes competitiva nei tratti più lenti, durante le prove libere del Bahrain si è visto l’esatto opposto, con una Freccia d’Argento in grado di esprimersi al meglio nelle zone della pista più rapide. Prestazioni leggermente più competitive anche della Red Bull, che nel complesso si è dimostrata fino ad ora la monoposto più equilibrata e bilanciata, in attesa di vedere i piloti fare sul serio nei veri giri di qualifica con i motori al massimo della loro potenza. Un elemento che vale la pena portare all’attenzione è il fatto che affrontare questo tratto di pista i piloti siano tutti dovuti scendere in quinta, quando fino a due anni fa, prima delle ultime rivoluzioni regolamentari, generalmente si percorreva in sesta, con il passaggio ad una marcia più bassa utile solamente a far scivolare il posteriore per favorire il cambio di direzione.

Per il momento, in curva dieci non si sono evidenziate particolari differenze in termini di approccio, specie tenendo a mente che con delle vetture che soffrono con l’avantreno, il rischio di giungere al bloccaggio in uno dei tratti più complicati ed impegnativi della pista è ancora più alto. Tuttavia, vi è una piccola differenza che merita risalto, ovvero il modo in cui Russell interpreta l’ultima fase dell’inserimento: se tutti gli altri piloti tendono ad effettuare un movimento progressivo arrivando quasi al full lock prima di giungere all’apice, l’inglese segue un approccio diverso, chiudendo completamente la traiettoria solamente una volta passato il cordolo interno. Una differenza stilistica che, però, non si tramuta in un vantaggio in termini cronometrici, ma che amplia ancora di più la forbice rispetto ai top team, complice un breve ritardo nel momento in cui è poi tornato a spalancare completamente l’acceleratore, così come si era visto in curva uno. Una dilatazione temporale che si tramuta con un ulteriore perdita di tempo nella prima fase del rettilineo, prima di avvicinarsi nuovamente agli avversari per la staccata di curva undici.

In curva tredici ciò che salta subito all’occhio è lo stile di Max Verstappen, molto rapido nell’inserimento in maniera opposta alla passata stagione, quando una mancanza di carico sull’avantreno rispetto alla Mercedes lo spingeva ad approcciarsi alle curve con linee più dolci. Traiettorie aggressive anche Bottas, che così come in curva uno non ha tradito il suo stile, portando con sé in Alfa Romeo anche quelle caratteristiche di guida affinante con la casa della Stella. Ultimo elemento su cui porre l’attenzione è la staccata dell’ultima curva, quella che poi porta al lungo rettilineo. Come ogni anno, il cordolo esterno in uscita rappresenta croce e delizia per i piloti, perché pochi centimetri possono dividere un buon giro da uno compromesso, specie quando il sottosterzo ti spinge ad allargare fino a giungere fuori pista. Ma ciò che è interessante sottolineare è come i piloti Mercedes durante le prove del venerdì siano andati a spostarsi dalla traiettoria ideale prima della staccata della quindici, evitando quel fenomeno del saltellamento alle alte velocità (probabilmente per spostarsi su una zona meno sconnessa), alzando il piede dall’acceleratore con diversi metri d’anticipo rispetto ai rivali. Parte degli oltre cinque decimi di distacco rimediati sul traguardo derivano proprio da questo elemento.

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