F1 | Finalmente la pista, è l’ora dei fatti

I test in Bahrain ci daranno un'idea dei reali rapporti di forza, al di là di chiacchiere e suggestioni

F1 | Finalmente la pista, è l’ora dei fatti

Pochissime ore ancora e cominceremo a mandare in archivio le tante chiacchiere, facendo posto ai (primissimi) fatti. Mai come quest’anno, per svariati motivi, i test invernali – pochi, tre giorni condensati nel deserto del Bahrain – assumono una certa rilevanza.

Il regolamento stabile permetterà alle scuderie di muoversi, ancora per quest’anno, in una comfort zone, concentrandosi ad affinare auto che sono evoluzioni delle vetture 2024.

Difficilmente quindi le squadre giocheranno più di tanto a nascondino o si perderanno in strani esperimenti, la precedente stagione così livellata è un chiaro indizio, mai come questa volta si gioca a carte scoperte. I nomi li conosciamo; McLaren, Ferrari, Red Bull, forse Mercedes. La partita si gioca qui.

Ma questi test serviranno soprattutto per farci una idea concreta dei rapporti di forza in pista, del reale livello di ciascuna scuderia. Perché finora tutti i pronostici si sono basati su speranze, suggestioni, improbabili ragionamenti deduttivi di sconcertante banalità e di nessun valore probatorio.

Ad esempio il sillogismo: la Ferrari ha preso Hamilton per vincere, la Ferrari nel 2024 è cresciuta, la Ferrari vincerà. Come se fosse tutto così semplice, come se McLaren e Red Bull avessero passato l’inverno a guardare la Rossa prepararsi al mondiale. Ignorando, solo per fare un esempio, le dichiarazioni di Andrea Stella, team principal della McLaren e persona tradizionalmente cauta, che pure non si è risparmiato nel dichiarare che Woking punta a vincere entrambi i titoli.

In quest’ultimo periodo ne abbiamo letta di ogni, a partire da un ipotetico vantaggio per Maranello perché ha le strutture migliori, arrivando ai soliti miglioramenti (un grande classico) al simulatore, fino al toto-guadagno sulla monoposto precedente. Praticamente il solito manuale dell’insider invernale, che qualche volta c’azzecca ma che spesso sbaglia.

Partendo dal presupposto che non basta una coppia di campioni per vincere, altrimenti la Ferrari con Alonso, Raikkonen, Vettel e Leclerc, avrebbe vinto mondiali su mondiali negli ultimi quindici anni, è corretto ritenere che la SF-25 sarà competitiva, veloce e forse vincente. Gli indizi positivi ci sono, il punto è che da soli non bastano.

Perché manca la prova regina, ovvero il confronto diretto con i rivali. E’ inutile giocare a buttare i numeri sui guadagni rispetto a se stessi, in uno sport dove conta il guadagno rispetto agli avversari.

Per fortuna, in attesa di Melbourne, inizieremo a trarre qualche indicazione concreta dai test invernali, giusto per passare dal fantasticare sulla sospensione pull-rod all’anteriore a verificare ad esempio se l’auto del 2025 “accende” subito le gomme, per non soffrire in qualifica, tanto per citare un difetto del 2024.

Finiremo, finiranno, di far finta che Red Bull e McLaren non esistano e vedremo – appunto – se i bibitari hanno risolto i loro problemi e se la MCL39 può davvero essere una vettura dominante, come sognano a Woking.

Insomma, ben vengano questi test, perché applaudirci da soli o scrivere di Lewis che fa l’occhiolino ai tifosi, sono esercizi di stile, di attesa febbrile, “hype”, fini a se stessi e utili per la realtà dei social.

Quella vera, fatta di odore di olio bruciato e gomma lasciata sull’asfalto, a volte è ben più dura. Ed è ora di capire come stanno veramente le cose.

Antonino Rendina

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