F1 | Ferrari, Hamilton e le incomprensioni con Adami: “Non avevo informazioni precise”
"Ad un certo punto mi hanno detto 'Questa è la nostra gara', ma non capivo per cosa stessi lottando", ha aggiunto
Non è stato un Gran Premio di Monaco particolarmente esaltante per Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo è arrivato quinto dopo una partenza dalla settima posizione per via di una penalità in griglia di partenza. Dopo essere riuscito a sorpassare abbastanza agevolmente Hadjar e Alonso, tramite la strategia, il pilota della Ferrari ha condotto una gara in solitaria, non lottando praticamente con nessuno. Anche stavolta, la comunicazione con il box e con Riccardo Adami, suo ingegnere di pista, non è stata perfetta, tanto da segnalare un team radio abbastanza inusuale a fine gara: “Sei arrabbiato con me?”, ha detto Lewis, ma l’italiano non ha risposto. Il britannico ha poi commentato così la sua prestazione dopo la bandiera a scacchi.
“Non riesco a spiegarmi il distacco – ammette Hamilton a Sky UK. Per quanto mi riguarda, mi sono ritrovato in mezzo al nulla. Sono partito con una penalità, ho passato un po’ di tempo dietro due vetture, poi sono riuscito a superarle, ma da lì in poi era come essere nella terra di nessuno. Il gap era piuttosto ampio e non stavo realmente lottando con nessuno. Avrei avuto bisogno di una Safety Car o qualcosa del genere, ma non è mai arrivata”.
“Anche la strategia non mi era molto chiara. Le informazioni via radio non erano precise, e per gran parte del GP non sapevo davvero per cosa stessi lottando. A un certo punto mi hanno detto: ‘Questa è la nostra gara’, ma non capivo se stessi cercando di raggiungere chi mi precedeva o cosa. Guardando i dati dopo, ho visto che in realtà non ero vicino a nessuno dei primi. In quel momento ho consumato molto le gomme, ma comunque ero troppo lontano. Mi rimane una sensazione di vuoto”.
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