F1 | Ferrari, ennesima pole sfumata nella noia domenicale…

Brillante al sabato, la Rossa rischia di non vincere più alcun GP nel 2022

F1 | Ferrari, ennesima pole sfumata nella noia domenicale…

Il rischio, sempre più concreto, è che la Ferrari abbia chiuso il discorso vittorie il 10 luglio, in Austria. Anche a Singapore è andato in scena il solito film made in Maranello: la pole al sabato (stavolta con “regalino” Red Bull), le pacche sulle spalle, i toni entusiastici in tv, e la solita gara persa. Perché a questo punto, dopo ben undici pole position stagionali – numeri che mancavano da inizio millennio al sabato – trasformate in quattro vittorie soltanto, ben possiamo parlare di un trend (negativo): la Rossa parte davanti ma non vince.

Anche su una pista amica, come testimonia la performance nel complesso comunque concreta con il secondo e terzo posto portati a casa, le ambizioni della Ferrari si sono infrante sul muro Red Bull, stavolta sotto forma di un Perez gigante, che ha fatto le spalle larghe in partenza e poi in difesa sul predestinato. Il quale, spiace sottolinearlo, ha un discreta fetta di responsabilità nell’andamento del GP, perché partire in quel modo è un errore da evitare.

Probabilmente però la Red Bull avrebbe comunque sopravanzato la F1-75, perché tra le due monoposto ad oggi c’è un divario tangibile e manifesto, ma questo lo abbiamo capito nel corso di questi ultimi tre mesi nei quali i bibitari hanno infilato un filotto di sei vittorie consecutive.

Fin troppo facile, adesso, trincerarsi dietro le polemiche sul budget cap; lo stato dell’arte dice altro. La Red Bull è obiettivamente dominante. Questo dice la pista, con 13 vittorie in 17 GP. Qualora cotanto dominio fosse stato cementato e cesellato sull’imbroglio il team anglo-austriaco meriterà esemplare condanna. Ma, in nome del principio della presunzione di innocenza, è esercizio di onestà intellettuale, ad oggi, attestare la superiorità bibitara.

In attesa del verdetto FIA e di altre noiosissime polemiche finanziario-burocratiche ciò che Singapore ci ha regalato sono state tre ore di una noiosissima gara finita già dopo le prime curve. Perez l’ha vinta abilmente in partenza, la Ferrari l’ha persa lì e nella gestione della gomma media, dimostrandosi inferiore alla Red Bull e non avendo quella trazione impressionante su cui tanto si è ricamato alla vigilia. Anzi, la F1-75 ha un’ottima trazione, è che proprio una certa narrazione fatica ad accettare che la RB18 è una monoposto superiore sotto tutti i punti di vista.

A cinque gare dal termine e con piste evidentemente meno congeniali a Maranello, le chance di risalire sul gradino più alto del podio si riducono al lumicino. Chiudere la stagione della riscossa, quella che è stata raccontata per mesi come una disputa iridata, per poi rendersi conto di essere stati soltanto lo sparring partner di Milton Keynes, sarebbe deludente.

Il premio di consolazione è aver dimostrato di non perdere del tutto la direzione, ritrovando consistenza quantomeno ai vertici, e regolando una Mercedes che nonostante i proclami è ancora a debita distanza dal Cavallino. E’ una Ferrari agrodolce, non ha lo spunto vincente, ma tiene comunque botta. Ci accontentiamo?

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