F1 | Brembo, due frenate a Zandvoort mediamente impegnative per i freni

La curva più temuta è la 11

Brembo, l'analisi della complessità del circuito di Zandvoort
F1 | Brembo, due frenate a Zandvoort mediamente impegnative per i freni

Dopo 36 anni di attesa, l’Olanda torna a disputare un Gran Premio di Formula 1. Lo fa grazie al Circuit Zandvoort, rinnovato in buona parte delle curve rispetto alla versione impiegata fino al 1985. Secondo i tecnici Brembo rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni.

In una scala da uno a cinque si è meritato un indice di difficoltà di tre, identico a quello ottenuto da altre piste come Budapest e Spielberg. Uno dei tratti caratteristici è la presenza delle curve tre e 14 con un banking di circa 19 gradi, più del doppio del catino di Indianapolis. Ciò si ripercuote sul set up delle monoposto che a sua volta condiziona il funzionamento dei freni. ​

Per frenare due campi da calcio ​

In nove delle 14 curve della pista olandese i piloti di F.1 utilizzano i freni. Fra queste non figura l’ultima curva sia per la sua inclinazione che per gli oltre 90 km/h persi nella curva precedente. In media in un intero giro l’impianto frenante è attivo per 12 secondi e tre decimi, equivalenti al 17 per cento dell’intero GP.

L’estrema scorrevolezza della pista è confermata dalla presenza di due sole curve con spazi di frenata superiori ai 100 metri. Fatta eccezione per Imola, nessun altro circuito impiegato quest’anno ha avuto così poche frenate con queste caratteristiche. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico di 43,3 tonnellate sul pedale del freno. ​

Due secondi e un quarto per frenare ​​​

Delle nove frenate del Circuit Zandvoort 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, quattro sono mediamente impegnative e le restanti tre light.

La più temuta è la curva 11, nonostante un picco di velocità inferiore alla prima curva dopo il traguardo. La decelerazione è però maggiore perché le monoposto passano da 313 km/h a 99 km/h in soli 105 metri.

Per riuscirci hanno bisogno di due secondi e 25 centesimi di secondo durante i quali i piloti esercitano un carico di 139 kg e subiscono una decelerazione di 4,8 g. ​

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