Domenicali: “La Ferrari voleva Kubica”
"Lo stavamo seguendo, ma non penso che tornerà in F1"
E’ stato un giorno speciale per due trentenni italiani, grandi tifosi della Scuderia Ferrari ma non certo inclini a risparmiarle critiche, quasi come degli ultras calcistici. Sono stati loro i prescelti per vivere una giornata a Maranello ma, soprattutto, incontrare uno dei maggiori bersagli dei loro strali via social network. E già, perché Riccardo Verdelli, disegnatore di Arezzo, e Gian Maria Lamberti, responsabile web marketing di un’azienda di Mantova, non sono stati teneri con la Ferrari in questi mesi: proprio per dare l’opportunità di parlare direttamente con la squadra senza filtri “virtuali” a chi magari è più critico la Scuderia ha scelto di organizzare insieme alla “Gazzetta dello Sport” quest’incontro, in modo da far sentire nella maniera più incisiva possibile quanto per lei i tifosi siano importanti e con quanta attenzione siano ascoltati.
Nell’ora di chiacchierata a viso aperto, Riccardo e Gian Maria hanno potuto fare tutte le domande che desideravano, anche quelle più scomode: questo ne è il fedele resoconto.
Parte il primo, che si definisce «il più velenoso», e batte su vari temi: «Non mi piace che dopo un Gran Premio si facciano battute sulla Red Bull sbagliata che si rompe. E neppure che Alonso si lamenti dell’auto dopo ogni gara. Vorrei che gli tiraste di più le orecchie, mentre lei mi sembra quasi parteggiare per lui. Inoltre non è bello che l’anno scorso ad Austin abbiate sabotato il cambio di Massa per favorire Alonso. La Ferrari è un mito e certi scivoloni di stile li lascerei agli altri. Più sportività». Domenicali: «Sei di fronte alla persona più sportiva del mondo. In tutte le gare, si veda o no, faccio i complimenti agli avversari. Ad Austin non abbiamo sabotato il cambio, ma sfruttato un articolo del regolamento che consentiva di rompere i sigilli. L’interesse della Ferrari viene prima di tutto: se avessimo perso il Mondiale per i punti che avremmo lasciato lì, la valutazione sarebbe stata diversa. A differenza di altri, noi diciamo apertamente le cose che facciamo. Le battutine sulla Red Bull? Erano un modo per smorzare la tensione e sdrammatizzare, si capiva dal tono. Alonso? Se devo dire qualcosa a lui, come ai miei ingegneri, lo faccio fra quattro mura, e anche in modo pesante. Ma all’esterno difenderò sempre la squadra. Quando si è andati sopra le righe, è intervenuto il presidente Montezemolo e in privato anch’io».
Tocca al secondo ospite: «Perché avete tenuto Massa fino adesso? Dopo l’incidente del 2009 per me non è più stato lo stesso e sono contento che torni Raikkonen». Domenicali: «Le ragioni sono due. Da un punto di vista medico, non c’era nessuna prova che l’incidente avesse lasciato danni permanenti, come problemi alla vista o ai riflessi. E poi la signorilità: ci sembrava dare a un pilota sfortunato la possibilità di dimostrare che meritava di restare con noi. Se Felipe non ha ottenuto le prestazioni sperate, è stato principalmente per una certa ipersensibilità a una vettura troppo nervosa sul posteriore ma nel 2008 ha sfiorato il titolo e io lo considero un campione del mondo. Abbiamo preso Raikkonen perché vogliamo di più. Quando lo sostituimmo con Alonso non fu felice, perciò torna con una gran voglia di fare bene».
Si riparte da Verdelli: «La Ferrari considera i piloti italiani? Si vede all’orizzonte qualcuno da F.1?». Domenicali: «Sentiamo questa responsabilità, perciò abbiamo creato l’Academy per i giovani. Con Antonio Fuoco e Raffaele Marciello, su cui stiamo investendo, quest’anno abbiamo vinto due campionati. Un giorno guideranno la Ferrari? Lo spero. Ma bisogna trovare le categorie giuste per arrivarci. Inoltre sarà importante lavorare con la CSAI per un percorso di crescita a costi abbordabili. Abbiamo cominciato creando la F4 come primo passo dopo il kart». Ancora Lamberti: «Che cosa ha la Red Bull in più di voi? Sento parlare di strane mappature…». Domenicali: «Stiamo cercando di capirlo tutti. Ma è inutile fare accuse se non ci sono le prove. La FIA può controllare le centraline, se non trovano nulla bravi quelli della Red Bull».
Riprende Verdelli: «Dopo quattro anni senza il Mondiale siete ancora sicuri della scelta di ingaggiare Alonso?». Domenicali: «Se in quattro anni siamo arrivati due volte vicini al titolo, è anche merito suo. Purtroppo non siamo stati in grado di dargli una macchina adeguata al suo talento. Lo confrontate con Vettel, ma quando hai una vettura superiore è tutto più semplice». Infine una curiosità: «C’era davvero l’intenzione di prendere Kubica e tornerà in F.1?». Domenicali: «Sì, lo stavamo seguendo. Purtroppo non credo che tornerà, perché con il suo problema fisico avrebbe difficoltà in certe situazioni limite che richiedono reattività. Peccato».
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