Senna vs Prost: Suzuka ’90
La prima curva a Suzuka è da pelle d’oca. Si arriva a 300 all’ora e bisogna affrontare una leggere piega a destra, prima di arrivare alla vera curva. Ma quando si affronta quella piega la macchina è ancora al massimo. È una di quelle curve in cui si capisce chi tiene giù il piede e chi lo alza.
Per il terzo anno consecutivo il mondiale di Formula 1 si decise sul circuito nipponico, con la differenza che questa volta era Ayrton Senna ad essere in vantaggio, di ben 9 punti su Alain Prost. Inoltre era finito il tempo dei duelli interni in casa McLaren: Prost era passato in Ferrari e la aveva riportata alla vittoria parecchie volte riuscendo a rimanere in scia al brasiliano in campionato. Tra i due fuoriclasse dopo l’episodio dell’anno precedente non correva buon sangue, anche se c’era una tendenza ad evitare lo scontro diretto, e in pista e fuori. A Monza però Senna sembrava avere ritrovato la sua pace interiore e in conferenza stampa aveva affermato: “Se da parte di Alain c’è il desiderio di porre fine a questa inimicizia io non posso che accettare..”. i due si strinsero la mano e sembrava fatta. Ma era ancora tutto da decidere, nulla era certo fino alla fine, finchè il brasiliano non avesse vinto, non sarebbe stato in pace né con il francese né con sé stesso.
A Senna bastava un ritiro dell’avversario per fare suo il tanto agognato titolo.
Al sabato come di consueto Senna conquistò la pole position, seguito a ruota dall’avversario numero uno, il francese. Le prime scintille scoppiarono quando venne presa la decisione, da parte della direzione gara, di fare partire tutti i piloti qualificatisi con un numero dispari dalla parte più sporca della pista. Senna subito accuso Jean Marie Balestre di avere tramato l’ennesimo complotto ai suoi danni, in favore del suo pupillo. Ayrton andò oltretutto a parlare con gli Stewart chiedendo che fosse spostata la griglia di partenza, e che la Pole position, come giusto che fosse, partisse sul lato pulito della pista. Venne completamente ignorato e le posizioni di partenza furono confermate.
Fu in quel momento che il brasiliano venne offuscato dalla rabbia, dalla paura di potere, così ingiustamente, perdere il mondiale. Decise, siccome riteneva che Balestre e Prost giocassero sporco, di fare soffrire loro la sua stessa pena.
“Pole position was his, and in suddenly Pole position was misteriously moved to the dirty side of the circuit which he felt unjust.”[Ron Dennis]
“I told myself: today is no way, today has to be my way, I don’t care what happens, has to be my way.” [Ayrton Senna]
Così le vetture si schierarono sul tracciato come Balestre aveva deciso. A 300 metri dalla prima curva Ayrton si stava concentrando: nei due anni precedenti era sempre partito primo al fianco di Prost, e al via era sempre stato sopravanzato dal rivale: i numeri dicevano Prost. E come prevedibile, al via accadde quello che tutti si aspettavano, ma subito dopo quello che nessuno si sarebbe mai immaginato…
“And Senna sprints away, but Alain prost takes the leads… Senna tries to go through on the inside…Senna goes off at the first corner.” [Gordon Murray]
Al via Senna si vide subito sfilare dal rivale e non ci pensò due volte. Si mise in scia e alla prima curva praticamente non frenò: speronò la Ferrari di Prost, trascinandolo nella sabbia in una nuvola di polvere.
“Dopo l’ordine di Balestre, che fece partire il poleman dal lato sporco, promisi a me stesso che se avessi perso la posizione nei confronti di Prost avrei colpito la sua macchina senza curarmi delle conseguenze e così feci. Ma questo fu il risultato di cattive decisioni politiche” [Ayrton Senna]
Ayrton Senna era il campione del mondo del 1990. Ma sceso dalla macchina non festeggiava, non urlava di gioia, come ci si sarebbe aspettat: no, questa volta lui lo sapeva, non era un mondiale conquistato per l’onore, era un mondiale conquistato per vendetta, per pareggiare i conti . Senna dichiarò “Ci siamo toccati mentre combattevamo per la prima posizione < e > questo è senz’altro dovuto alla decisione di invertire il lato di partenza: ti fai un c**o per conquistare la Pole e poi parti sullo sporco…”. E ai microfoni della Rai: “Le gare a volte finiscono alla prima curva, a volte a sei giri dalla fine…”
“C’erano due modi di perdere il campionato, uno sportivo e un altro, l’ho perso in quell’altro,è una cosa che per me e per un uomo che si definisce sportivo e onesto non è giusto. Ha mostrato il suo vero disagio.” [Alain Prost]
Al termine della corsa la Ferrari e Prost accusarono platealmente Senna di avere commesso una manovra irregolare e per altro pericolosissima, intenzionalmente. Prost esortò la federazione a prendere provvedimenti, per non ricadere nel ridicolo. Questa volta però le richieste del francese caddero nel vuoto, e non vennero presi provvedimenti.
Senna, campione del mondo aveva avuto la sua vendetta. Anche se è paradossale accostare al nome Senna il concetto di vendetta, sembra proprio che il brasiliano ci abbia dato in questa occasione uno dei suoi rari esempi di debolezza: solo anni dopo ammise l’intenzionalità del gesto, forse per vergogna, forse per evitare provvedimenti disciplinari.
“Esattamente un anno fa, vi fu una situazione molto spiacevole e molto triste nella mia carriera, per fortuna, niente meglio che il tempo per mettere le cose a posto.” [Ayrton Senna]
“Come ci si sente, Ayrton, ad essere campione del mondo?” – “Non è affatto una brutta sensazione!”
Senna VS Prost
Matteo Bramati.
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