Senna vs Prost: Suzuka 89 – La Gara della Discordia

Il gran premio che rese immortale la loro rivalità

Senna vs Prost: Suzuka 89 – La Gara della Discordia

Suzuka, ancora una volta, implacabile. Le sorti del mondiale 1989 si decidevano sul fantastico circuito nipponico. Questa  volta però le parti erano scambiate. McLaren contro McLaren, come sempre, Senna contro Prost, come sempre, ma questa volta era il francese ad essere in vantaggio di ben 16 punti, e il brasiliano ad inseguire. Esattamente  Senna era costretto a vincere per avere altre possibilità di prolungare il mondiale fino all’ultima gara in Australia.

Il clima nel team di Woking era più teso che mai. Per tutta la stagione Senna aveva accusato problemi al motore, ed eccessivi consumi in gara, ed era riuscito a concludere solamente sette gare, vincendone sei e ottenendo un secondo posto. “Ci fu un periodo in cui dopo tre vittorie di Ayrton una dietro l’altra il motore Honda cominciò a consumare più benzina del normale. Ayron non capiva e trovava irritante dover alzare il piede per potere terminare la corsa. I dubbi erano fondati visto che improvvisamente il problema scomparve. Fu sufficiente che Alain Prost, suo compagno di scuderia, si avvicinasse nella classifica piloti e i consumi della macchina di Ayrton tornarono normali”[Leonardo da Silva]. In McLaren, Prost non era più considerato uomo di squadra, da quando a Spa aveva annunciato il suo passaggio in Ferrari per la stagione successiva. Sarebbe stato l’ultimo anno in cui i due campioni si sarebbero scontrati da compagni di scuderia: una sfida sia in pista che fuori, sia in termini di prestazione, sia psicologica.

Ma tra tutto ciò il mondiale era ancora aperto, e le vetture sembravano essere finalmente alla pari, e mancavano solamente due gare al termine. Era il momento della verità.

Al sabato fu uno strapotere di Senna, che conquistò la pole rifilando addirittura un secondo e sette decimi a Prost, secondo. Il primo round era andato al brasiliano, che aveva l’opportunità di partire davanti il giorno successivo.

Ma alla domenica lo scatto di Senna fu, come altre volte, indeciso, e Prost riuscì dalla prima staccata (forse partendo in anticipo?) ad essere al comando della corsa, e a mettere da subito, tra sé e il suo rivale, dei secondi preziosi. Durante tutta la durata del Gp il duo McLaren prese il largo, mantenendo tra di loro un distacco di circa 2 o 3 secondi. Le uniche incertezze per le vetture rosse e bianche erano i doppiaggi. Le sorti della corsa cambiarono dopo il pit stop: Senna rimase in pista più tornate del francese, e riuscì a rimontare, anche grazie alla sua maggiore decisione nei doppiaggi, quel poco che gli bastava per portarsi veramente vicino a Prost.

Al 46esimo giro le due monoposto sono vicinissime, percorrono il tornantino Hairpin e la Spoon Curve una dietro l’altra. Era chiaro cosa doveva fare Prost: “…not to go wide, not to leave an opportunity like a door open through which Senna would be like a Flash.”[Murray Walker]. 130R a tutta velocità, ripresa dall’on board camera di Senna: il francese sembra scappare via, ma ecco che si riavvicina, ma è il brasiliano che ha ritardato tantissimo la frenata e tenta di passare all’interno!

“This is the opportunity Senna’s looking for… and he’s going through! Ouch! Oh my goodness, this is fantastic. They hit! This is what we were fearing might happen during the race!” [Murray Walker]

“Qui ci si gioca il campionato, ma non sarò io ad aprire la porta!”[Alain Prost]

Prost continua per la sua traiettoria e le due vetture si agganciano. L’alettone di Senna è danneggiato. Le due McLaren sono ferme alla Chicane del Triangolo, con i due piloti che si guardano. Prost scende subito dalla vettura, e si mette davanti alla macchina di Senna, osservandolo. Il brasiliano dal canto suo si sbraccia per chiedere ai commissari di spingerlo in avanti e non indietro, dove sarebbe andato ad occupare il tracciato. I commissari lo spingono in avanti e Senna riavvia il motore, e riparte facendo slalom tra gli ostacoli di polistirolo, rientrando in pista dopo avere percorso la via di fuga.

Ayrton in 5 giri riuscì a fermarsi ai box a cambiare il musetto danneggiato, a recuperare 5 secondi di svantaggio su Nannini, che era passato in testa, e andò a vincere.

Ma dopo il giro d’onore al brasiliano fu impedito di salire sul podio, e venne squalificato per essersi avvalso dell’aiuto dei commissari per ritornare in pista e per avere tagliato la chicane utilizzando una via di fuga. Questo fatto sarà ricordato da Senna come il momento più triste della sua carriera sportiva.

Essendo questo episodio il più discusso, e tuttora il più complicato da decifrare dell’intera storia della Formula 1 è difficile avanzare ipotesi senza essere criticati, quindi mi limiterò a riportare le posizioni dei tifosi.

I sostenitori di Ayrton Senna accusano innanzitutto il pilota francese di avere anticipato l’entrata in curva, chiudendo letteralmente il brasiliano in una morsa. Le riprese televisive dall’elicottero fornirebbero una prova valida, sebbene Prost sostenga che la sua traiettoria fu del tutto lineare con il suo standard. Inoltre i commissari avrebbero spinto Senna perché si trovava in una situazione di pericolo, e non riscontrarono nessuna regolarità, e anche il direttore di gara fece concludere la gara normalmente senza ricevere segnalazioni di scorrettezza. Inoltre Prost avrebbe lasciato volontariamente la sua vettura con la prima marcia impostata, per rendere più difficile lo spostamento della vettura, e subito dopo l’incidente andò da Balestre (allora presidente della FIA, nonché compatriotta di Prost) a chiedere la squalifica del brasiliano, poi effettivamente attuata dopo la gara. Soprattutto è contestato il fatto che il taglio di una chicane, normalmente non era mai stato sanzionato in modo così incisivo con altri piloti, anzi, a volte non era stato nemmeno punito.

I sostenitori di Alain Prost, che credo ammettano per la maggior parte che il francese abbia almeno in parte stretto Senna sul tracciato, sostengono che quell’incidente sia stato un semplice incidente di gara, e che Senna era pur sempre mezza macchina dietro al francese, che potrebbe non averlo visto; ma soprattutto sostengono che il brasiliano abbia peccato di eccessiva foga, e abbia chiesto troppo alla sua vettura. “Lui arrivò velocissimo: neanche l’avevo scorto, perché sbucò da molto lontano. Ma io controllavo la corsa. Lui sapeva che la mia macchina era di un’inezia migliore della sua e quello era l’unico punto e l’unico momento per tentare di passarmi. Non aveva remore. La sua motivazione principale era battermi. Ero il bersaglio. Ho moltiplicato per dieci la determinazione”[Alain Prost]. Inoltre le regole parlavano chiaro: il motore di Senna era spento, e non sarebbe potuto ripartire senza la spinta dei commissari, e oltretutto usò una via di fuga per rientrare in pista, cosa vietata dal regolamento.

Alla fine Senna venne squalificato, ma il suo team prese le sue difese, e Ron Dennis gli promise che se avesse vinto l’ultima gara ad Adelaide la McLaren avrebbe fatto ricorso alle autorità civili. Sfortunatamente in Australia il brasiliano fu coinvolto in un incidente con un doppiato mentre era in testa, e così anche il ricorso sarebbe stato inutile, e le azioni legali della McLaren finirono lì.

Intanto, per alcune dichiarazioni un po’ pesanti su Balestre, Senna si inimicò definitivamente il presidente della FIA, il quale minacciò il pilota di non rilasciargli la superlicenza e di non farlo partecipare alle gare della stagione successiva se non avesse ricevuto delle adeguate scuse. Di certo Senna non avrebbe ceduto così facilmente, ma a questo proposito ci pensò Ron Dennis, che preparò una lettera di scuse da inviare a Balestre, facendola solamente firmare ad Ayrton (o forse falsificando la firma?) e sistemando definitivamente la faccenda. Per tutto l’inverno, durante le sue vacanze passate ad Angras dos Reis, Ayrton pensò seriamente al ritiro, ma le persone a lui vicine sapevano che smettere di correre non era concepito nella sua mente. Così dopo un inverno di dubbi e frustrazioni, senza avere effettuato nessun test con la nuova McLaren, vinse gloriosamente la gara di apertura a Phoenix, e si candidò ancora una volta tra i favoriti per la lotta al titolo, conteso ancora solamente tra loro due, Senna e Prost, ma a scuderie cambiate: uno era rimasto in McLaren e l’altro era ora in Ferrari. Tutti erano pronti per nuove emozionanti sfide, e così fu…

Senna VS Prost

Matteo Bramati.

 

 

 

 

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