Test F1 2018 | Pirelli, Isola: “Le squadre hanno raccolto diversi dati sulle gomme full-wet e intermediate”
"Ci aspettiamo una pre-season 2 profondamente diversa" ha aggiunto
Nel classico resoconto pubblicato da Pirelli sul proprio sito ufficiale, Mario Isola ha commentato questa prima tornata di test pre-season sul tracciato di Barcellona, guardando il bicchiere mezzo pieno di una quattro giorni caratterizzata dalla pioggia e dalle basse temperature. Secondo Isola, infatti, il clima spagnolo degli ultimi giorni ha aiutato il Costruttore milanese a conoscere il prodotto full-wet, testandolo approfonditamente in previsione del prossimo mondiale di Formula Uno. Per quanto riguarda invece le gomme slick, Isola si aspetta dei pre-season 2 profondamente diversi dato che molte squadre cercheranno di recuperare terreno, coprendo un maggior numero di chilometri con le proprie vetture.
Ecco le parole di Mario Isola, Responsabile Car Racing di Pirelli: “Le condizioni meteo non sono state rappresentative per tutta la sessione, specialmente mercoledì quando la neve ha fortemente limitato le attività in pista. Tuttavia nella prima giornata di test i migliori tempi sono stati inferiori degli stessi registrati nel 2017 a parità di mescola, mentre martedì è stato battuto il migliore tempo assoluto della prima sessione dello scorso anno. Ciò è stato reso possibile da una serie di fattori, come il nuovo asfalto più liscio rispetto al passato e l’evoluzione delle prestazioni delle monoposto 2018. I Team hanno provato molti pneumatici della gamma 2018, compresi i Pink hypersoft, quelli intermedi e da bagnato estremo nelle due versioni base e soft”.
“Giovedì le condizioni hanno permesso la valutazione dei punti di crossover tra i pneumatici da bagnato estremo, quelli intermedi e gli slick. Nonostante il test così insolito, il comportamento dei pneumatici è in linea con le nostre aspettative e dimostra un generale aumento delle performance. Il meteo dovrebbe migliorare la settimana prossima a Barcellona e di conseguenza dovremmo riuscire ad ottenere un maggior numero di dati utili dalla seconda sessione di test” ha concluso.
Roberto Valenti
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