Rosberg ha fatto una scelta coraggiosa. Ed ora la Mercedes dia quel sedile ad Alonso
La decisione di Rosberg va soltanto rispettata. Mercedes adesso può dare un grande segnale alla F1
Il coraggio, a volte, non è solo quello di restare in battaglia a prenderle e a darle, ma anche quello di gettare lo scudo e fregarsene, come scriveva secoli fa il grande poeta greco Archiloco di Paro. Si può dimostrare di essere dei vincenti, di avere carattere, anche alzando (per sempre) il piede dal gas, decidendo di dire basta, dando ascolto e precedenza all’uomo sull’istinto del pilota.
Nico Rosberg s’è dimostrato, all’indomani della vittoria di un tiratissimo mondiale, ancora una volta persona di un certo spessore, uomo con pregi e difetti a trecentosessanta gradi, pronto a pesare sulla bilancia della vita valori diversi tra loro, senza ridurre la fiamma dell’agonismo ad unica ragion d’essere. Nelle sue parole, ma anche nei suoi atteggiamenti prima e dopo Abu Dhabi, si può scorgere tutta la maturità di un ragazzo che ha trovato la propria serenità interiore. L’amore incondizionato per la moglie e la figlia, la volontà di viversi la famiglia, il fardello – ammesso con ammirevole sincerità – di aver speso tutte le proprie energie fisiche e nervose per coronare il sogno di una vita, un sogno che probabilmente, con il padre Keke eroe degli anni ottanta, è stato una magnifica ossessione. Quasi una responsabilità, un continuo confronto con la figura paterna.
Vincere il mondiale ha rappresentato per Nico una liberazione, l’apice di una gara cominciata in tenera età e conclusa sotto la bandiera a scacchi di Yas Marina. La forza di Rosberg è stata quella di crederci anche dopo le sconfitte più dure, di sapersi rialzare, sacrificando l’uomo – come da lui stesso ammesso nel messaggio di saluto – sull’altare del campione. Un sacrificio costoso, per un ragazzo che probabilmente adesso sogna una vita “normale”.
Ma a dire basta non è uno qualsiasi, nè un cordardo che non vuole dare la rivincita a Lewis Hamilton (si legge anche questo in giro, ahi noi..). Nico è un Campione del Mondo che lascia a testa alta, dopo aver scalato una montagna, lottando in questi anni alla pari con quello che è oggettivamente un fuoriclasse unico. Se Rosberg reputa il suo obiettivo archiviato e l’impresa iridiata lo ha prosciugato, allora sarà giusto ringraziarlo per quanto fatto, rispettando una scelta ponderata e ragionata.
La palla, però, adesso passa ad una Mercedes improvvisamente “orfana” del campione del mondo. Una situazione che in F1 era capitata solo quattro volte, con Hawtorn (1958), Stewart (1973), Mansell (1992) e Prost (1993). La squadra che ha lasciato liberi i propri alfieri di sfidarsi in questa partita a tennis durata tre lunghissimi set, può ancora una volta dare un segnale deciso alla massima categoria.
Non ce ne voglia il promettente Pascal Wehrlein, non ce ne voglia tantomeno la gloriosa McLaren, ma a meritare quel sedile più di tutti è Fernando Alonso. L’irriducibile spagnolo, con il coltello tra i denti anche se si tratta di sgomitare a metà gruppo, s’è guadagnato sul campo un’ultima grande occasione. Sono anni che Alonso aspetta un sedile degno da un talento svilito e sprecato a causa di congiunzioni astrali sempre sfavorevoli. Toto Wolff non dovrebbe pensarci due volte, giocando la carta giusta per sparigliare il tavolo, facendo un favore alla F1 e alla stessa Mercedes, che si confermerebbe così squadra di larghe vedute. Tutt’è avere coraggio, e Mercedes in questo triennio ha dimostrato di averne. Dia quel sedile ad Alonso e ci faccia divertire.
Antonino Rendina
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui