Pit Stop: il punto della settimana

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Pit Stop: il punto della settimana

Il conto alla rovescia è cominciato. Meno tre giorni e la Formula 1 allieterà di nuovo i nostri weekend. Si ri-parte da Spa, nella suggestiva cornice delle Ardenne, per poi volare due settimane più tardi nel tempio della velocità, a Monza.
Duecentodue, centoottantuno, centosessanta. Questi i numeri. Hamilton, Rosberg, Vettel. Questo il terzetto al comando della classifica quando mancano dieci round alla fine. Praticamente può ancora succedere di tutto. E noi ce lo auguriamo.

Il Gran Premio di Budapest ci ha lasciati con il cuore in gola, sia per l’emozionante tributo a Jules Bianchi, sia per quella corsa, una di quelle “vere”, come non se ne vedevano da tempo. La gara ungherese ci ha insegnato che la Formula 1 può ancora essere spettacolare e capace di accendere la passione. Ci ha insegnato anche che quegli sportivi che ogni domenica pensano solo a passare per primi sotto la bandiera a scacchi sono prima di tutto degli esseri umani. Ragazzi come noi, figli, fratelli, padri, che per un attimo hanno tolto la maschera da supereroi per abbracciarsi, stringendo all’interno di quel cerchio l’anima di uno di loro: un pilota, un amico.
In una domenica che rimarrà per sempre diversa da tutte le altre i nostri campioni – tutti, dalla prima all’ultima fila – hanno corso per mantenere una promessa, per onorare al meglio il ricordo di chi come loro amava questo sport sopra ogni cosa. L’inaspettato podio ungherese è sembrato scritto da qualcun altro, da chi voleva godersi un ultimo spettacolo scegliendo i suoi protagonisti, facendoci ricordare che questa è la F1 che amiamo e che anche Jules amava. E così è stato.

Tre settimane fa Sebastian Vettel ha portato a casa la seconda vittoria stagionale fuggendo via dal resto del gruppo mentre dietro di lui si scatenava l’inferno – mai stato cosi piacevole in questo caso. Il toro e’ tornato a mostrare le corna, un pilota nemmeno maggiorenne ha portato a casa un quarto posto che è valso come un gradino del podio, le McLaren ci hanno ricordato che ci sono anche loro e le Mercedes, per una volta, sono scese su questo pianeta. E al diavolo le polemiche, i complotti e chi dice che questo sport ormai è solamente un business. Budapest è stato un vero e proprio “circus” e speriamo che Spa, e non solo, ci regali un’altra domenica di quelle da bordo del divano.

Durante la pausa estiva i nostri beniamini ci hanno tenuti informati sulle loro gesta documentando, chi più e chi meno, i propri spostamenti. Re in pista e sui social, Hamilton si è fatto fotografare con tutti i vip a disposizione incontrati durante le ferie, da Jack Nicholson a Bon Jovi. Atterrato negli Hamptons a bordo del suo elicottero privato e vestito come Al Capone, Sir Lewis non ci ha risparmiato nemmeno un secondo delle sue vacanze: dal nuovo tatuaggio ai romantici tramonti sul pontile con i suoi adorati bulldog, passando per le gite in gozzo modello Sampei alle sgommate in motorino tipo diciottenne a Ibiza – che si stia allenando dopo il guanto di sfida lanciato da Lorenzo e Valentino Rossi per salire in sella alla loro M1?

Nel frattempo Niki Lauda, per stare al passo con i suoi piloti, ha deciso anche lui di socializzare con i fans e, in pieno stile F1 2.0, si è fatto aprire dal figlio un account su Twitter. Numero di follower radunati nella prima ora? Meglio di Pamela Anderson.
“Ciao sono Niki”. Un nome, una leggenda. Peccato però che il profilo sia durato giusto il tempo di qualche cinguettio, per essere poi smascherato come un fake. Personalmente ci sono rimasta malissimo: entrata a far parte dei suoi “seguaci” nella prima mezz’ora, già mi pregustavo le perle del boss Mercedes in vista del secondo capitolo stagionale e invece sarò costretta a continuare a seguire le avventure dei “buddies” pelosi di Hamilton. Mi consola il fatto che, insieme a me, anche Verstappen, Sainz, Paddy Lowe e altre 22mila babbi ci siano cascati.

E se a Lauda è stata rubata l’identità su Twitter, ancora peggio è andata invece al povero Jenson Button e Signora. In vacanza a Saint Tropez la coppia è stata narcotizzata e derubata nel cuore della notte, con la povera Michibata risvegliatasi al mattino con l’anulare sinistro alleggerito di ben 250mila sterline – valore stimato del pegno d’amore regalatole dal campione del mondo 2009.
Per il più bello del paddock il 2015 butta decisamente male. Tra una monoposto zoppicante, il giovane Vandoorne pronto a scattare dalla GP2 per fregargli il sedile e ora pure le rapine in perfetto stile Lupin, il pilota inglese forse dovrebbe assecondare i rumors e lanciarsi in una nuova avventura, nei panni di futuro conduttore di Top Gear. I nostalgici di Jeremy Clarkson forse avranno qualcosa da ridire ma per le signore amanti delle quattro ruote il cambio risulterebbe decisamente favorevole.

Vacanze più rilassate e gipsy invece per il nostro Iceman, paparazzato in mare intento a confondersi tra i vacanzieri di Formentera insieme alla compagna Minttu. Dopo l’incisiva performance ungherese – nonostante il DNF collezionato poco prima della fine – per il finlandese della Rossa il pericolo del benservito sembra finalmente scongiurato. E menomale, perché se se ne va anche Kimi propongo uno sciopero generale con tanto di sit-in alle porte di Maranello.

Lasciamo ora da parte gli “spetteguless” estivi e concentriamoci sulle novità tecniche in arrivo a partire dal prossimo Gran Premio del Belgio: il ritorno alla partenza manuale. Archiviato l’entusiasmo iniziale, la novità ha già collezionato le prime critiche. Da parte dei tecnici, bramosi di tecnologia a tutti i costi, ma anche dei piloti, specialmente quelli che alla partenza vengono spesso rimandati a settembre – tra i quali un certo Lewis Hamilton. Dopo la conferma della nuova procedura di partenza, la FIA è stata bombardata di domande su cosa sia permesso fare e cosa no.
Possono i meccanici lanciarsi in griglia e dare una spintarella in caso di blackout della monoposto? L’eventuale traino da parte di muli o l’accensione tramite petardi infilati nello scarico è altresì permessa? Se mi gioco l’aiuto da casa quanti gettoni mi costa?
I tecnici si dicono preoccupati per la frizione, che potrebbe danneggiarsi alla partenza e compromettere così il resto della gara, vanificando in sostanza il lavoro fatto al sabato nelle Qualifiche. Ma a questo punto allora dico io, perché non facciamo anche le gare al simulatore?

Pochi giorni e scopriremo se questa nuova regola è solo una meteora o se ci restituirà un po’ di quell’allure della Formula 1 di un tempo che tanto andiamo cercando. L’attesa sta per finire. Qualcuno richiami Hamilton dalle Barbados e gli dica di lasciare in pace Rihanna. Con o senza le treccine poco importa, il campione del mondo in carica è avvisato. Da domenica si torna a fare sul serio!

Nina Stefenelli

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