Lewis Hamilton, le penalità e uno sport che si scopre meno ‘macho’

Lewis Hamilton, le penalità e uno sport che si scopre meno ‘macho’

Nelle Pillole di Montecarlo l’abbiamo sottotitolato ‘Croce e Delizia’.

Con questo pezzo ne parliamo più ampiamente.
Lewis Hamilton discute e fa discutere. Domenica, dopo la doppia sanzione comminatagli per i contatti con i quali Massa e Maldonado sono stati costretti al ritiro, ha lanciato un appello alla Calimero. ‘Sono piccolo e nero, tutti mi vogliono male, non mi rispetta nessuno’. Ma andiamo con ordine, anche se non sarà facile.

Iniziamo analizzando i due incidenti per i quali è stato sanzionato durante il Gp di Montecarlo.

Rivedendo il camera car di Lewis al momento del tentativo su Felipe Massa, notiamo che mentre l’inglese è ormai all’interno per tentare il sorpasso, il ferrarista a sua volta si sposta (sempre all’interno) per intimidire Webber, di fronte a lui. A questo punto, e vista la sede stradale stretta del tornantino del Loews, il contatto è pressochè inevitabile, con il volante di Lewis girato a più di 180° nel tentativo di disincastrarsi dalla F150 di Felipe. Ricordiamo che lo sterzo delle F1 non è come quello delle auto stradali, il tornantino del Loews si percorre con le mani incrociate in condizioni normali, pertanto è comprensibile come in caso di sorpasso non sia propriamente facile far girare la vettura.
Massa ha sicuramente riportato dei danni, anche se non sappiamo se siano questi la causa della sua uscita di pista sotto il tunnel, qualche centinaio di metri più avanti. Ma, in questo caso, una piccola attenuante a Lewis (lo spostamento di Massa) sarebbe stato corretto riconoscerla. Partendo dal presupposto che non si cerca volutamente il contatto, forse questa sanzione (per la precisione un Drive Through) è stata un po’ forzata.

Veniamo al contatto con Maldonado, a pochi giri dalla fine, alla Sainte Dèvote. Qui c’è un precedente, intorno al 10° giro, con Michael Schumacher. E in quel caso il tedesco, vedendosi affiancato con irruenza dall’inglese, allarga quel tanto che basta per evitare la collisione, che sarebbe altrimenti inevitabile. Maldonando, nel suo caso, tenta di resistere forte del fatto di essere con mezza macchina davanti rispetto a Lewis (lui e Schumi invece erano praticamente affiancati), accennando una traiettoria di ingresso ‘normale’, senza cioè considerare l’attacco di Hamilton. Pertanto, la toccata c’è e a rimetterci è il pilota della Williams. 20 secondi di penalità per l’inglese, che non vede comunque problemi alla sua posizione finale in gara. Ma rimane colpito nel morale.

Facciamo finta di niente sulle dichiarazioni post-gp di Lewis, riguardo presunte discriminazioni razziali nei suoi confronti. Esternazioni troppo insulse per essere ritenute valide. Preferiamo pensare che siano state fatte solo sotto l’effetto dell’adrenalina del dopo gara.

Riguardo i contatti, come abbiamo già detto Lewis ha fatto l’en plein con due sanzioni su due scontri. A noi sembrano, sinceramente, un filo esagerate. Quella per l’incidente su Massa sicuramente, alla luce dello spostamento del brasiliano, mentre quella su Maldonado, probabilmente, poteva starci. Lewis è sembrato, infatti, arrivare un pelo troppo lungo, soprattutto in confronto con l’azione perfetta su Michael Schumacher di inizio gara.

Ma qui ci viene un dubbio. L’opinione dei fan su questi due episodi è molto divisa. Segno che anche per i commissari non dev’essere stato facile prendere una decisione in poco tempo.
Il dubbio è che lo scrivente forse sta invecchiando. Perchè si ricorda come, anni fa, contatti di questo tipo non venivano nemmeno presi in considerazione per un’eventuale sanzione. ‘Incidenti di gara’, si diceva. Il primo che viene in mente, proprio a Montecarlo, è quello tra Alex Wurz sulla Benetton e Michael Schumacher con la Ferrari. Sempre al tornantino del Loews, stagione 1998. Schumacher costretto al ritiro per una sospensione malconcia. Nessuna sanzione.

Ecco il nocciolo della questione. A chi, come appunto lo scrivente, di ‘incidenti di gara’ ne ha visti tanti, questi due episodi non destano scompiglio, al limite lasciano trasparire un po’ troppa irruenza nei confronti di Maldonado (soprattutto perchè, povero, si stava meritando una posizione di rilievo). Mentre i tifosi più ‘freschi’ condannano senza mezzi termini queste azioni. Che, a termini di regolamento attuale e imposizioni Fia, sono effettivamente sanzionabili, ma ripensando a qualche tempo fa lasciano un po’ di amaro in bocca.

Sarà la vecchiaia? Forse. Però, ripensando a Sepang e alle incomprensibili sanzioni comminate a Hamilton (ma guarda un po’) e Alonso, per una difesa troppo aggressiva (un cambio e mezzo di direzione) e una toccata in fase di sorpasso, viene da pensare che ci sia qualcosa che, comunque, non va per il verso giusto.

Insomma, la Federazione ha fatto ben presente che non sono accettate manovre che possono arrecare danno agli avversari, pena sanzioni varie. E abbiamo visto che, in commissione, non scherzano. Non vorremmo, però, che si stesse esagerando. Il concetto per il quale ‘se vuoi passare fallo, ma se sbagli sono affari tuoi’ è a tutti gli effetti una mezza minaccia, con la quale il pilota si deve confrontare prima di decidere di effettuare un sorpasso.
Non sottovalutiamo quindi l’aspetto psicologico. Il pilota deve fare un calcolo in più nell’intraprendere un’azione di sorpasso. Deve cioè valutare il rischio della manovra in rapporto al fatto che, oltre al danno (non riuscire a passare), potrebbe subìre anche la beffa di un’eventuale sanzione. Ergo, potrebbe essere portato ad una tattica più conservativa, e preferire sfruttare le soste per balzare davanti ad un avversario.

Ci poniamo anche un’altra domanda,a questo punto. Chi/cosa è fuori luogo? Hamilton o i regolamenti? Lewis è troppo arrongante e irruento o queste restrizioni sembrano più da ‘Formula Fighette’, che non da ‘Formula 1’? Come detto, anni fa certe situazioni spesso non venivano nemmeno prese in considerazione, e molti piloti sempre di qualche anno fa somigliavano più ad Hamilton, che non alla media di ‘precisini’ e ligi al regolamento che popolano attualmente la griglia di partenza. Immaginate un Mansell, un Piquet o un Senna alle prese con un Drive Through?

Scrivevamo nelle Pillole che, probabilmente, Lewis avrebbe gradito maggiormente correre due decenni fa, quando era permesso molto di più e si vedeva più vigore nelle azioni tra piloti. L’inglese, in effetti, pare un pilota d’altri tempi teletrasportato ai giorni nostri. Non risparmia l’auto, non si risparmia in manovre al limite (della rottura, aggiungiamo) che ricordano Campioni dei tempi andati. Ed è forse per questo che è così apprezzato da chi ha, sulle spalle, qualche anno di F1 in più.

Il suo carattere e la sua aggressività in pista fanno però a cazzotti con il bacchettonismo attuale, questo imbrigliare i piloti mettendo paletti qua e là, che pare controproducente per lo spettacolo in pista. Che, qualcuno, tenta di offrire artificialmente con il DRS.

Non vogliamo giustificare pienamente le azioni di Lewis a Montecarlo, sebbene si riconosca che è uno dei pochi a provarci quando c’è un minimo margine. Non vorremmo però che, di questo passo, si arrivasse ad accettare unicamente i sorpassi effettuati proprio ‘grazie’ al DRS e sanzionare qualsiasi altra manovra. Ma, forse, è meglio non dare questa idea alla Federazione..

Alessandro Secchi
F1Grandprix.it

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Focus F1

Lascia un commento

159 commenti

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati