Hamilton-Ferrari, dream team e risichi: l’entusiasmo può diventare un boomerang?

Un'indiscrezione sull'alloggio del britannico ha già creato scompiglio, la gestione dei piloti e dell'attenzione mediatica saranno cruciali

Hamilton-Ferrari, dream team e risichi: l’entusiasmo può diventare un boomerang?

La Ferrari è in lotta per il mondiale Costruttori a tre gare dal termine di questo lunghissimo mondiale 2024. Partiamo da questo dato di fatto per un ragionamento inferenziale che ci porta ad un’altra verità: nonostante qualche perplessità (il mancato ingaggio di Newey) e gli alti e bassi (il pacchetto sviluppi di Barcellona grida ancora vendetta) il progetto di Fred Vasseur sta prendendo una sua fisionomia, e soprattutto la Rossa, finora cinque GP vinti in stagione, è obiettivamente cresciuta.

Il sornione manager francese ha seguito la sua strada a dispetto dei santi, lasciando che sia la pista a giudicare. E se, comunque andrà a finire, ben poco si potrà obiettare sul 2024, assume molta più rilevanza il 2025, ultimo anno dell’attuale ciclo regolamentare. Con una Red Bull in evidente difficoltà, arrivata presumibilmente al limite e una McLaren velocissima ma non “dominante”, il Cavallino ha tutte le possibilità di lottare stabilmente per il vertice.

In questo scenario bisogna leggere e interpretare l’ingaggio di Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo, esausto della sua esperienza in Mercedes nonostante le due vittorie stagionali a Silverstone e Spa, non ha abbracciato la scuderia italiana per godersi una lauta pensione mentre si dedica alla moda con il presidente John Elkann, ma ha scelto la sua nuova avventura in primis perché affascinato dalla possibilità di vestire la tuta rossa e di vincere a Maranello.

Il resto, però, è una storia tutta da scrivere. Ed è tra le pieghe dell’essere e del dover essere che si annida il rischio più grande, perché Hamilton porta automaticamente con se un carico di aspettative, attesa, speranze che non deve schiacciare la Scuderia, né il pilota, né tantomeno l’altro pilota, Charles Leclerc.

Prendendo Lewis, la Ferrari si è assunta il rischio di formare un dream team stellare, la coppia sulla carta più forte e dirompente della massima categoria, potenzialmente esplosiva, nel senso positivo e negativo del termine. E sotto questo punto di vista siamo già partiti malissimo.

Una indiscrezione su un eventuale, teorico, soggiorno di Hamilton nella casa di Enzo Ferrari a Fiorano ha creato scompiglio, entusiasmo, smentite. Insomma una notizia su una cosa per nulla rilevante dal punto di vista “corsaiolo” ha già scatenato il circo mediatico. E Hamilton – è d’uopo sottolinearlo – sta ancora correndo per la Mercedes. Figuriamoci il delirio dal primo gennaio, quando sarà a tutti gli effetti un “tesserato” del Cavallino.

Il sempre sorridente Vasseur finora ha dovuto gestire due piloti relativamente vicini per momento di carriera e ambizioni, e anche nelle prestazioni, seppur con certo divario di talento e velocità a favore di Leclerc che, nell’immaginario ma anche nei fatti, è sempre stato considerato quello più bravo dei due. Ma quella con Sainz è stata una rivalità gestibile, eccetto in pochi e fisiologici momenti di tensione.

Ben diverso sarà lavorare con due piloti diversi come Charles e Lewis, un festival del talento di guida, ma due momenti di vita opposti. Leclerc ha bisogno dell’attimo giusto, dell’auto giusta, per consacrarsi – sebbene quanto dimostrato con auto mai vincenti non lascia spazio ai dubbi sulla qualità – Sir Lewis porta in dote le sue 105 (cento-cinque!) vittorie, il palmarès, il carisma, l’esperienza, e la magia del manico. I dubbi sono sull’ipotetica parabola discendente, sugli anta che per uno sportivo pesano doppio, sul fatto che dovrà vedersela con un pilota nel pieno della sua freschezza.

Ogni cosa che Hamilton dirà, farà, avrà enorme eco nei media; la Rossa dovrà essere brava a continuare sulla strada già intrapresa, restare impermeabile alle pressioni, alle polemiche, creando un clima collaborativo tra i suoi piloti, trasformando l’entusiasmo dell’ambiente per l’arrivo di Lewis in ulteriore motivazione a migliorare, senza farsi travolgere da tensioni e attenzioni mediatiche che aumenteranno in maniera esponenziale.

Antonino Rendina

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