F1 | Haas, Magnussen scelta chiara e test probante per Schumacher

La Haas riporta in squadra un pilota veloce e aggressivo, per Schumacher è un bel confronto

F1 | Haas, Magnussen scelta chiara e test probante per Schumacher

Il ritorno a sorpresa di Kevin Magnussen in Haas è una notizia piuttosto interessante per due motivi, il valore del pilota in questione e la line-up Magnussen-Schumacher. Sicuramente la Haas, perso lo sponsor Uralkali e appiedato quindi Nikita Mazepin che militava nel team grazie alla sua “valigia”, ha cercato un pilota che potesse portare con sé una buona esperienza, preferendo poi puntare sul danese che conosce benissimo la squadra.

Nel 2020 il team principal Gunther Steiner commentò con un certo dispiacere l’addio di Magnussen, non facendo mistero di essere stato quasi costretto a sostituire un pilota per cui ha sempre avuto una certa predilezione.

Il classe ’92 era considerato una promessa dell’automobilismo, prima di bruciarsi un po’ in McLaren nel 2014, nonostante il bel podio all’esordio in Australia. Magnussen si è sempre contraddistinto per essere un corridore “vecchio stampo”, aggressivo, cattivo, molto ruvido nei duelli ruota a ruota. Non è insomma un tipetto mansueto, ma è anche capace di numeri di alta scuola quando è in giornata e ha uno stile di guida aggressivo e arrembante, risultando spesso spettacolare per lo spettatore.

La scelta della Haas è stata piuttosto chiara, con nuove auto e nuovi regolamenti che dovrebbero agevolare i duelli ravvicinati il team statunitense ha ritenuto opportuno affidarsi ad un profilo esperto ma ancora giovane, veloce e cattivo, con l’obiettivo di avere risultati nell’immediato.

Invero l’ingaggio di Kevin Magnussen diventa al contempo un test altamente probante per il giovane Mick Schumacher. L’attenzionato pilota Ferrari dopo un anno nel quale ha avuto vita facile con Mazepin adesso dovrà confrontarsi con un collega dallo spessore sicuramente più elevato e soprattutto molto più competitivo, sia per abilità di guida che per attitudine caratteriale.

Magnussen non è un tipo che fa sconti, nemmeno al compagno. E in più torna nella scuderia con cui ha corso quattro stagioni, quindi si muoverà in un ambiente familiare, con il ruolo di pilota esperto. Per Schumacher è una ulteriore sfida; fare meglio di Magnussen a questo punto diventa l’obiettivo minimo per dimostrare di avere quel talento necessario per un eventuale salto di qualità nel medio-lungo termine.

Sicuramente il tedesco con Mazepin accanto avrebbe recitato il ruolo indiscusso di prima guida e di uomo su cui puntare per i migliori risultati, con tutta la squadra concentrata su di lui. Mick resta un prospetto da maneggiare con cura, ma è chiaro che allo stato attuale è improvvisamente chiamato a confrontarsi con un osso durissimo, un team mate dal piede pesante e con tanta voglia di rivincita. E soprattutto dividerà i box con qualcuno che ha la piena fiducia della squadra americana; non è un caso che Steiner e Gene Haas non ci abbiano pensato su due volte a riportare a casa Magnussen.

Antonino Rendina


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