F1 | GP di Russia: l’analisi delle qualifiche

Lando Norris conquista la sua prima pole in carriera davanti a Carlos Sainz. Quarto Lewis Hamilton, con Verstappen che partirà dal fondo

F1 | GP di Russia: l’analisi delle qualifiche

Come annunciato dalle previsioni meteo, la pioggia non ha risparmiato la Formula 1, mescolando le carte in tavola nel sabato pomeriggio di Sochi, quando i piloti sono scesi in pista per le qualifiche. In una sessione caratterizzata da condizioni variabili, il miglior interprete è stato Lando Norris, il giovane talento inglese che negli ultimi minuti del Q3 ha saputo sfruttare al meglio il progressivo miglioramento del tracciato per conquistare la prima pole in carriera e riportare la McLaren davanti a tutti sul giro secco dopo nove anni, fermando il cronometro sul tempo di 1:41.993. Una pole frutto non solo di una strategia particolarmente efficace, centrando il momento ideale per il passaggio sugli pneumatici slick, ma anche di uno stile di guida e una fiducia nel mezzo che gli hanno consentito di fare la differenza in particolare nel terzo settore, dove ha rifilato oltre quattro decimi di secondo alla concorrenza: “Ovviamente sono molto felice, probabilmente quanto più felice sia mai stato in Formula 1! La mia prima pole position in e in condizioni piuttosto difficili. È stata molto dura là fuori, un sacco di rischi, in diverse occasioni ho pensato che avrei potuto finire contro il muro, ma ne è valsa la pena. Grazie a tutta la squadra per avermi dato una grande macchina oggi”, ha raccontato il pilota del team di Woking nelle interviste.

La decisione di rientrare subito ai box dopo il primo tentativo ha pagato, garantendo a Norris l’opportunità di avere due giri di “riscaldamento” a disposizione prima del tentativo cronometrato, fattore che si è rivelato decisivo per il corretto funzionamento delle gomme slick su una pista ancora non del tutto asciutta, soprattutto considerando le basse temperature registrate a Sochi: “È stato difficile perché eravamo al limite del crossover e nel giro precedente avevo due secondi di ritardo e non ero molto fiducioso che avremmo migliorato il tempo. Ma ho tenuto le gomme calde, ho preparato il giro finale e ho rischiato un po’, lo ammetto, e ha pagato, quindi sono felice”, ha poi aggiunto Lando, spiegando come i rischi presi e quella tornata in più per scaldare le coperture abbiano giocato un ruolo chiave nella conquista di un risultato dal sapore tuttavia agrodolce, perché mantenere la testa della corsa in partenza dopo il lungo rettilineo che porta alla staccata di curva due non sarà affatto semplice. A livello di assetto, così come i suoi principali rivali, il britannico ha confermato di non aver apportato particolari modifiche per il bagnato, rimanendo su un set-up simile a quello provato al venerdì in condizioni d’asciutto.

Al suo fianco sulla griglia di partenza ci sarà l’altra sorpresa di giornata, Carlos Sainz, abile nel sfruttare la medesima strategia del rivale inglese per conquistare una preziosa, quanto insperata, seconda posizione. Una chiamata giunta dal team subito dopo il primo tentativo che ha rappresentato un vero cambio di passo per lo spagnolo, che nel giro completato sul set di intermedie non era riuscito ad andare oltre la nona posizione, in parte dovuto ai numerosi giri già completati su quelle coperture nelle manche precedenti. In condizioni miste, con la slick lo spagnolo si è esaltato, come aveva già dimostrato in altre occasioni in passato, traendo il massimo da una scelta arrivata nel momento giusto, consentendogli di effettuare due passaggi prima del tentativo finale che gli sarebbe valso la prima fila: “È stata una sessione di qualifica difficile e sono orgoglioso di come siamo riusciti a mettere assieme un gran giro che ci ha posizionato in prima fila, al secondo posto. Queste condizioni complicate mi piacciono e mi sono anche goduto l’ultimo tentativo con le slick. Siamo stati tra i primi a tagliare il traguardo e l’attesa per la conferma della seconda posizione è stata snervante, perché la pista si stava asciugando rapidamente! La prima fila per domani è un buon risultato e sono soddisfatto, ma avrei preferito rimanere in pole!”, ha raccontato lo spagnolo al termine delle qualifiche, in cui a privarlo della gioia della pole sono stati un gap velocistico sul rettilineo opposto e qualche sbavatura nell’ultimo intertempo. In merito alla differenza sugli allunghi, vi è un piccolo approfondimento che vale la pena menzionare sulla gestione della parte ibrida: tendenzialmente, una batteria completamente carica può garantire circa due giri nelle mappature più aggressive, ma in condizioni mutevoli come quelle di oggi, i piloti hanno percorso strade in parte opposte. Se Norris aveva optato per due giri di preparazione, tentando di ricaricare la batteria prima dell’assalto finale alla pole, al contrario Sainz aveva scelto di spingere immediatamente sin dal primo giro lanciato, tanto che il box gli aveva suggerito di sfruttare la modalità “SOC 2” per non rimanere senza energia nei suoi tentativi multipli. Una decisione in parte comprensibile, ma che alla fine ha giocato anche in chiave negativa, in quanto all’inizio dell’ultimo passaggio cronometrato la batteria della sua SF21 non era completamente carica, pagandone le conseguenze in particolar modo proprio sull’allungo che va a concludere il secondo settore, dove rispetto al proprio tentativo precedente aveva pagato un gap di circa 8 km/h. Anche se questo elemento non spiega completamente il distacco accumulato nel corso del giro, indubbiamente fornisce una chiave di lettura in più per spiegare i cinque decimi accusati sul traguardo. In vista della gara, la partenza rappresenterà un momento fondamentale per comprendere come si evolverà la sua corsa, nella speranza che potrà contare brevemente su una scia per difendersi dai piloti alle proprie spalle e, nella migliore delle ipotesi, tentare anche di prendersi la prima posizione ai danni dell’ex compagno di casacca. Un tema importante sarà anche quello delle gestione degli pneumatici, soprattutto se le temperature si dovessero rivelare piuttosto basse rispetto a quelle registrate al venerdì: il pericolo graining è dietro l’angolo e l’obiettivo sarà quello di riuscire a contenerlo per evitare che si possa ripetere quanto visto in altre gare durante la stagione. “Probabilmente le nostre condizioni più deboli sono state le intermedie. Abbiamo ancora alcuni problemi da risolvere, ma sull’asciutto siamo stati competitivi. Domani è molto probabile che sarà asciutto e venerdì abbiamo avuto un ritmo decente nei long run. Il graining sulle gomme anteriori sarà impegnativo da gestire ma darò tutto dal primo giro fino alla fine. Congratulazioni a Lando per la sua prima pole! Sono contento di partire al suo fianco”, ha poi aggiunto Sainz, che con le coperture a banda verde aveva denotato quei fastidiosi problemi di sottosterzo che lo avevano afflitto anche in altre occasioni.

Ad aprire la seconda fila ci sarà George Russell, il talento di King’s Lynn che sul giro secco ha portato nuovamente la Williams nelle posizioni di vertice dopo l’exploit di Spa. Una prestazione che conferma ancora una volta le qualità del portacolori della squadra inglese, così come i progressi della FW43B nell’arco della stagione. Anche nel suo caso, tuttavia, la strategia ha giocato un ruolo chiave nel raggiungimento dell’ottimo risultato odierno, complice la scelta di essere il primo a tentare l’azzardo ed effettuare il passaggio sugli pneumatici da asciutto. Al posto giusto e nel momento giusto, perché la sua track position gli aveva inoltre concesso la chance di sfruttare nel miglior modo possibile la scia di uno dei suoi avversari, traendone i benefici sui rettilinei senza pagarne lo scotto nelle curve a media ed alta velocità che caratterizzano la pista di Sochi: “È un risultato fantastico e la squadra ha fatto un lavoro incredibile ancora una volta. Stiamo cavalcando l’onda e ci si sente abbastanza bene! In situazioni come queste il rischio e la ricompensa sono alte, ma sapevo che avremmo dovuto montare le slick per la fine della sessione. Sono riuscito a portare le gomme in una buona finestra e nell’ultimo giro ho dato tutto quello che avevo. Sarà una gara molto difficile, ma mi difenderò bene e sceglierò le mie battaglie. Dobbiamo guardare avanti ma anche essere realistici perché abbiamo delle auto molto veloci dietro di noi. Non sarà facile, ma farò del mio meglio.”, ha raccontato George al termine delle qualifiche. Per quanto le condizioni di domani molto probabilmente ridimensioneranno le ambizioni della squadra di Grove, il terzo posto in griglia potrebbe dimostrarsi un’ottima opportunità per sfruttare la scia in partenza e difendersi nelle fasi iniziali, tentando di fare il possibile per completare un’altra domenica in zona punti.

La grande delusione di giornata indubbiamente non può non essere la Mercedes, ben distante dalla lotta per la pole, complice un errore di strategia che la squadra tedesca ha pagato in modo evidente. I pronostici della vigilia ponevano la W12 come assoluta protagonista, sia per la qualifica che per la corsa, elementi confermati dalle ottime prestazioni registrate al venerdì, che avevano spinto gli ingegneri della Stella a puntare su un assetto più carico per favorire la gestione delle coperture, pensando che la lotta per la pole potesse essere quasi una formalità. Il sabato russo, tuttavia, ha raccontato una storia diversa, non tanto perché mancasse la performance, ma per una tattica che non ha dato i frutti sperati, escludendola di fatto dalla sfida per conquistare quantomeno la prima fila. Dopo un primo run nel Q3 che aveva visto entrambe le monoposto teutoniche porsi davanti con un discreto vantaggio, la decisione di effettuare un altro giro cronometrato sulle gomme intermedie è stata quella che di fatto ha posto la parola fine alle ambizioni della “Stella”, privandola dell’opportunità di completare due giri di preparazione con la mescola soft sul finale. Con una sola tornata a disposizione prima del tentativo cronometrato, riuscire a portare in temperatura gli pneumatici si era rivelata una sfida pressoché impossibile, tanto che sia Hamilton che Bottas avevano denotato numerose difficoltà nel mantenere la vettura in pista e registrare intertempi competitivi. Un pomeriggio ulteriormente complicato dall’errore di Lewis Hamilton, che lo ha costretto ad una sosta di quasi un minuto per sostituire l’ala anteriore dopo essere andato a muro in ingresso della pit lane: problema comunque del tutto indifferente sul risultato finale, in quanto anche senza l’incidente il britannico non avrebbe avuto tempo a sufficienza di completare due giri prima della bandiera a scacchi. “Ho fatto un errore nella corsia dei box e sono incredibilmente deluso. Fino a quel momento, ero nella ‘zona’ e sono davvero dispiaciuto per tutta la squadra che è qui e in fabbrica, perché ovviamente non è quello che ci si aspetta da un campione. È quello che è, e farò del mio meglio domani per cercare di rimediare. Alla fine, era molto scivoloso, quando non hai nessuna temperatura e senza il tempo necessario per quel secondo giro di spinta, non abbiamo potuto ottenere un crono migliore dei ragazzi davanti a me”, ha spiegato l’inglese, che nell’ultimo run è stato anche protagonista di un testacoda dopo il passaggio su un cordolo nel terzo settore. Al di là di queste vicissitudini, la quarta posizione è comunque un buon punto di partenza per tentare qualcosa di diverso in vista della corsa, per quanto chiaramente il team si aspettasse ben altro risultato. Sul passo, la vettura si è dimostrata estremamente competitiva e questa potrebbe essere la chiave della sua corsa, soprattutto se l’idea potrebbe essere quella di creare un offset per trarne i benefici nel secondo stint. Sarà costretto a partire dalle ultime file, invece, Valtteri Bottas, sulla cui vettura è stata montata una nuova Power Unit dopo le qualifiche per arginare la rimonta di Max Verstappen.

Prenderà il via dal quinto posto l’altra McLaren, quella di Daniel Ricciardo, autore di una qualifica positiva dal punto di vista del risultato, ma con un distacco piuttosto pesante dal proprio compagno di squadra, oltre due secondi. L’australiano ha pagato in maniera piuttosto evidente una mancanza di fiducia con la vettura e, in particolare, con l’anteriore, nei tratti più guidati del tracciato: “Dal punto di vista della posizione, mi va bene il quinto posto. Penso che ovviamente ci metta in buona posizione per domani. Le condizioni di oggi sono state difficili, si poteva guadagnare o perdere tempo così facilmente. Ci sono state certamente alcune curve dove non sono stato competitivo, ma va tutto bene. Impariamo da questo. Sono abbastanza soddisfatto. Congratulazioni a tutta la squadra”, ha raccontato il numero 3.

Al suo fianco ci sarà l’Alpine di Fernando Alonso, anche in questo caso abile nell’individuare insieme al team il momento ideale per il passaggio sugli pneumatici da asciutto. Nonostante una buona sesta posizione, rimane però un po’ di rammarico per lo spagnolo, in quanto nell’ultimo tentativo si era reso suo malgrado protagonista di un errore in curva sedici dopo aver toccato la zona bagnata fuori traiettoria, perdendo brevemente il controllo della vettura e numerosi decimi: “Sono contento della sesta posizione in qualifica, perché le condizioni non erano facili oggi. È stato molto stressante perché non abbiamo mai corso sul bagnato a Sochi. Non c’era tempo per sperimentare e trovare dove fosse il grip sulla pista. Ma, alla fine, siamo stati competitivi sia sul bagnato che sull’umido. Ho anche perso circa cinque decimi di secondo nel mio ultimo giro in Q3, quindi avrei potuto qualificarmi anche più in alto”, ha spiegato lo spagnolo, che senza l’errore nella fase conclusiva del run avrebbe davvero potuto pensare di conquistare quantomeno la quarta posizione. Scatterà dall’ottava casella Lance Stroll, capace di migliorarsi nelle battute finali anche se sarebbe stato sicuramente possibile togliere ancora qualche decimo senza il traffico incontrato nell’ultimo settore, che ne ha penalizzato la percorrenza delle chicane 13-14 e 15-16 dove non ha potuto sfruttare totalmente la traiettoria ideale. Quinta fila per Sergio Perez che, così come le due Mercedes, ha pagato negativamente la decisione di rientrare piuttosto tardi ai box per montare le gomme slick, soprattutto data l’impossibilità di portarle nella giusta finestra di funzionamento, come ben evidenziato anche dal grosso bloccaggio riscontrato qualche curva dopo aver lasciato la pit lane: “La situazione sembrava davvero promettente e avevamo completato un buon Q1 e Q2. Ma con il tempo che cambia e le condizioni della pista, il tempismo è importante e con il senno di poi probabilmente avremmo potuto provare le gomme slick un giro prima. Come sappiamo tutto può succedere in gara e un aspetto positivo da prendere da oggi è che la macchina si è comportata molto bene sul bagnato”, ha dichiarato Perez, che si era quindi dovuto accontentare del tempo registrato sulle intermedie. In vista della corsa, Sergio ha optato per un assetto leggermente più carico rispetto a quello del compagno di squadra, che potrebbe non rivelarsi l’ideale per un tentativo di rimonta, anche se probabilmente l’idea sarà quella di fare la differenza sulla lunga distanza. A concludere la top ten ci sarà Esteban Ocon, che ha pagato dazio per un destino simile proprio a quello del messicano della Red Bull, data l’impossibilità di girare con continuità sul finale con le mescole da asciutto, rimanendo così fanalino di coda della Q3.

Scatterà dalla undicesima posizione Sebastian Vettel, eliminato in Q2 per circa mezzo decimo di secondo a seguito di una strategia estremamente particolare: considerato il progressivo miglioramento, Aston Martin e il tedesco stesso avevano scelto di comune accordo di imbarcare molta benzina a bordo, in modo da girare con continuità, senza la necessità di doversi fermare ai box. Ciò ha portato il quattro volte campione del mondo a ritrovarsi sul finale di manche con pneumatici particolarmente usurati, replicando quanto provato in Q1. Una scelta che non ha del tutto pagato, complice il traffico incontrato sul finale dell’ultimo tentativo, con Tsunoda sufficientemente vicino per creare del disturbo aerodinamico tra la fine del primo e l’inizio del secondo settore: “Avevamo sicuramente il potenziale per un risultato molto migliore oggi. Penso che avessimo il ritmo per avanzare facilmente in Q3, ma ho avuto traffico nel mio ultimo giro. Sono arrabbiato con me stesso perché avrei dovuto fare un tempo migliore nel giro precedente. Significa che stiamo iniziando sul bordo della top 10 e purtroppo i sorpassi non sono così facili qui”, ha spiegato il tedesco, che domani non avrà nemmeno l’opportunità di sfruttare il vantaggio della scelta in tema di pneumatici, dato che questa sarà libera per tutti.

Un destino condiviso con Pierre Gasly, che non ha digerito la scelta della squadra di replicare la medesima condotta dell’Aston Martin, rimanendo fuori per tutta la manche nonostante il pilota stesso avesse suggerito di rientrare per cambiare il set di pneumatici, riportando che quest’ultimo fosse rimasto danneggiato. Una decisione che probabilmente racchiude anche un errore di timing da parte dall’AlphaTauri, che prima del penultimo tentativo cronometrato, aveva indicato che nel caso non fosse riuscito a migliorarsi, come è poi effettivamente successo, sarebbero rientrati per effettuare il cambio gomme: l’unico problema è che il tempo a disposizione non sarebbe stato sufficiente per applicare questa strategia, a meno di non rientrare immediatamente senza concludere la tornata. Una decisione che la squadra italiana ha pagato caro: “Non ho molto da dire adesso. Penso avessimo il passo per poter agilmente arrivare in Q3, quindi sono ovviamente frustrato. In queste condizioni, in Q1 ero davvero veloce e mi sentivo a mio agio con la vettura, sono riuscito a spingere subito. In Q2, però, sono rimasto fuori con un solo set di gomme che erano troppo consumate alla fine. Penso sia stato un grosso errore da parte nostra, ma ne parleremo con il team per capire meglio cosa è successo. Non passare in Q3 è stata un’occasione persa, ma adesso dobbiamo guardare avanti e capire cosa possiamo fare per recuperare il terreno perso”, ha spiegato Pierre al termine delle qualifiche, sottolineando il proprio rammarico per un’opportunità sprecata, perché il potenziale per confermarsi nelle prime file, soprattutto dopo quanto mostrato di buono al venerdì sia sul giro secco che sul passo gara, era a portata di mano.

Tredicesimo l’altro portacolori dell’AlphaTauri, Yuki Tsunoda, il quale ha seguito una tattica differente rispetto a quella del compagno di squadra, fermandosi sul finale per montare un nuovo set di intermedie grazie a cui è poi riuscito a migliorarsi, anche se non a sufficienza per riuscire a staccare il pass per avanzare al turno successivo. Un vantaggio che si è fatto notare in particolar modo nel terzo settore, quello maggiormente devoto alla trazione, anche se il giovane giapponese non è riuscito a replicarsi nel secondo settore, dove un’interpretazione più lenta rispetto al compagno di squadra di curva otto e dieci probabilmente gli sono costati la possibilità di tentare l’assalto al Q3. Si tratta comunque di un percorso di crescita, soprattutto considerando che in condizioni del genere aveva percorso pochi chilometri in passato. Complice la penalizzazione di Nicholas Latifi e Charles Leclerc per la sostituzione di alcuni elementi della Power Unit, salirà in quattordicesima posizione Kimi Raikkonen, in realtà eliminato nella prima manche insieme al suo compagno di squadra, Antonio Giovinazzi, e alle due Haas: da segnalare che l’italiano dell’Alfa Romeo ha anche accusato un problema ai freni durante la sessione. A concludere lo schieramento sarà l’attuale leader del mondiale, Max Verstappen, il quale ha deciso di pagare in Russia lo scotto della penalità per la sostituzione della Power Unit, mossa obbligata dopo aver perso l’unità rimasta incidentata negli scorsi appuntamenti. Davanti a lui ci saranno il canadese della Williams e il monegasco della Ferrari, che in questo weekend porta al debutto il nuovo sistema ibrido sviluppato dalla casa di Maranello.

La lotta per la pole

Come raccontato in precedenza, le strategie di Lando Norris e Carlos Sainz aveva preso strade opposte per l’ultimo run in Q3: se l’inglese aveva optato per due giri di preparazione seguito dal push finale, al contrario Carlos aveva deciso di effettuare una sola tornata di riscaldamento, per poi tentare l’assalto alle pole con due passaggi cronometrati, inficiando sul livello di carica a disposizione. Un elemento da tenere in considerazione soprattutto per la seconda metà del giro.

Sul lungo rettilineo che portava a curva uno, i due contendenti alla pole avevano già evidenziato delle differenze, con Norris che era rimasto in settima, al contrario di Sainz, salito in ottava. Un contrasto dato probabilmente dall’impossibilità di sfruttare il DRS e dai diversi rapporti del cambio, con l’inglese che era giunto al limitatore per tutta l’ultima parte dell’allungo, con una minima perdita di qualche centesimo di secondo anche rispetto al suo tentativo precedente sulle gomme intermedie. Un elemento che aveva dato modo al Ferrarista di prendere la testa del confronto, seppur con un vantaggio esiguo, ma che era riuscito a mantenere anche alla staccata di curva due, una delle più difficili del tracciato, dato che giunge aggrappati ai freni con pneumatici piuttosto freddi, nella speranza che quest’ultimi forniscano il miglior supporto possibile per inserire la vettura nel rapido cambio di direzione. La situazione si era però ribaltata subito nel lungo curvone successivo, dove Norris era stato in grado di scaricare meglio la potenza della Power Unit con un’accelerazione più lineare e tornare virtualmente in testa, prima che lo spagnolo recuperasse quanto perso con una bell’inserimento in curva quattro, dove una maggior fiducia nell’anteriore e nelle condizioni del tracciato sembrava aver giocato a suo favore. Il primo settore, quindi, si era concluso con i due divisi da soli trentadue millesimi, un’inezia, ma che dava idea di quanto avrebbe potuto essere acceso quel confronto.

Il secondo settore si era subito aperto con la staccata di curva cinque, dove al contrario di quanto si era visto in precedenza, era stato lo spagnolo quello più cauto dei due, anticipando il punto di staccata. Un elemento che vale la pena menzionare riguarda l’uso delle marce, in particolare quello del portacolori della McLaren, che da questo punto in poi tenderà in diverse zone del tracciato ad utilizzare una marcia più bassa rispetto al rivale: le ipotesi sono molteplici, dal favorire la decelerazione e/o la fase di rotazione del posteriore alla speranza che il retrotreno riuscisse a gestire la coppia in più su un asfalto che si stavano progressivamente asciugando. Il trend, tuttavia, era chiaro e i due fino a quel momento si erano scambiati più volte la pole virtuale e lo stesso si era verificato anche in curva sette, dove Sainz era riuscito ad essere più incisivo portando una velocità minima di percorrenza più elevata, senza che tra i due vi fossero grosse differenze in termini di traiettorie usate o di sfruttamento dei pedali, a testimonianza che in quelle condizioni si trattava soprattutto di una questione di fiducia non solo nella monoposto, ma anche nel comprendere quanto la linea ideale fosse asciutta e quanto si potesse osare.

Un tema che si era ripresentato all’ingresso di curva dieci, dove vi era sostanzialmente una sola traiettoria asciutta, con delle grosse chiazze di bagnato immediatamente al di fuori dalla traiettoria ideale, come ben visibile dagli onboard. Per evitare di finire sulla zona più scivolosa, Sainz aveva tentato di rimanere il più possibile sulla destra in percorrenza aggredendo quanto più possibile il cordolo, anche se ciò che era riuscito a guadagnare in entrata lo avrebbe poi perso in uscita, complice un grosso controllo del posteriore dopo il passaggio su una chiazza bagnata che lo aveva costretto ad alzare leggermente il pedale dall’acceleratore e perdere lo spunto in uscita. Per concludere il secondo intertempo mancava solamente il lungo rettilineo opposto, dove quel discorso iniziale sulla batteria a disposizione si era fatto sentire in maniera evidente a sfavore del Ferrarista che, rispetto al proprio tentativo precedente, aveva accusato un gap di ben 8 km/h soprattutto nella parte finale dell’allungo, segnale che quella differenza velocistica non era dipesa dall’uscita del tratto precedente, bensì proprio dalla gestione della parte ibrida, che probabilmente ha tagliato il supporto per non prosciugare completamente l’energia in vista del terzo settore. Uno svantaggio che gli era costato circa due decimi di secondo, riportando così il britannico in testa.

A decretare chi avrebbe avuto l’onore di partire in pole position sarebbe stato quindi il terzo settore, l’ultimo, che si apriva con la staccata di curva tredici, dove i due si erano stanzialmente equivalsi. Ma il tratto in cui Norris era riuscito a porre le basi per la sua prima posizione sarebbe stato quello immediatamente successivo, il doppio dalla doppia chicane 13-14 e 15-16, intervallate da un breve allungo. Nel primo cambio di direzione, Lando era stato in grado di parzializzare al meglio la gestione dell’acceleratore puntando su un retrotreno che sembrava dargli fiducia, abbastanza per mantenere una marcia più bassa ed essere comunque in grado di attaccare la curva senza accusare un eccessivo pattinamento, dandogli così non solo l’opportunità di reggere una velocità di percorrenza più alta, ma anche di uscire più rapidamente, portandosi quel vantaggio sul tratto successivo prima della staccata della quindici.

Nel tentativo precedente, il portacolori della McLaren era stato autore di un piccolo errore in quel tratto, perdendo il posteriore su una chiazza bagnata, il che lo aveva spinto a mantenere un approccio più conservativo che, a conti fatti, si è rivelato anche quello più produttivo. Se Norris era riuscito ad interpretare il secondo cambio di direzione senza grosse sbavature, infatti, al contrario Sainz si era reso protagonista di una perdita del posteriore subito dopo il passaggio sul cordolo in entrata, dove l’asfalto è piuttosto ondulato, compromettendo così l’impostazione della seconda parte della chicane, dove chiaramente aveva riscontrato un’ulteriore perdita di tempo, complice anche un altro sovrasterzo in uscita. Con un distacco che superava ormai abbondantemente i sei decimi, vi era poco che lo spagnolo potesse fare per recuperare il gap accumulato, anche se un errore da parte dell’inglese in percorrenza e in uscita dall’ultima curva, gli aveva dato modo di ridurre il distacco, fino a 517 millesimi sulla linea del traguardo.

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Gran Premi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati