Ferrari, l’illusione che seduce. Sognare non è un delitto

Ferrari all'altezza della Red Bull? Decisamente difficile, ma le sensazioni positive sono innegabili

Ferrari, l’illusione che seduce. Sognare non è un delitto

A pochi giorni dal via della stagione 2024, uno in meno nella settimana (a)tipica del Bahrein, con prove libere al giovedì, qualifiche venerdì e gara di sabato, c’è un pensiero sommerso, inconscio, quasi proibito, come se ad esprimerlo si facesse peccato o si commettesse un efferato delitto.

Lo status quo è logica invincibile, è certezza che non può essere scalfita, è sicurezza. E allora bisogna soffocare quella vocina pazza, incontrollata, che però gira e rigira nella mente dall’ultimo giorno dei test. Uno di quei giorni di prove invernali tanto inutili per definzione quanto “diversi”. Una di quelle giornate in cui si accende una luce, si percepisce qualcosa di diverso, quando qualcuno l’ha fatta grossa e non sa proprio come nasconderlo. Sono flash, immagini, sensazioni, che però messi insieme fanno indizi, prove circostanziali che non rappresentano un fatto, ma dalle quali si potrebbero trarre conclusioni.

La prima conclusione, ragionando sempre in modo moderato, è che la Ferrari SF-24 è una buona vettura. Veloce, costante, guidabile, reattiva. Evitando qualsiasi confronto con altre squadre, è un dato obiettivo che la vettura di Maranello abbia fatto un salto di qualità. E quindi – sempre secondo logica – la Rossa dovrebbe giocarsi a pieno diritto il ruolo di seconda forza dietro l’armata bibitara.

Il resto degli indizi sono sensazioni, e qui si entra in un campo diverso, dove istinto, illusioni, speranze, si fondono tra loro. E allora perché non prendersi il lusso di sognare per poche ore, anche se poi arrivasse la doccia fredda? C’è qualcosa che è rimasto impresso, che avrà pure un suo senso.

Fred Vasseur è apparso davanti ai microfoni più sornione che mai, incapace di trattenere la felicità per il comportamento della macchina in pista, prudente nelle previsioni, eppure non battuto. Ha parlato di ottima base da sviluppare e di stagione lunga. Il team principal ha dichiarato di aspettarsi la Red Bull davanti, ma ha sempre aggiunto un pizzico di ottimismo a questa considerazione, come se i dominatori anglo-austriaci fossero ugualmente rispettati, ma meno temuti e non più stimati inavvicinabili.

E poi abbiamo la simulazione gara di Charles Leclerc, nell’ultimo pomeriggio di prove, che è stata una dichiarazione di intenti, un bagliore di luce per ritmo, stabilità della monoposto, costanza nei tempi, assenza di degrado delle gomme.

Segnali importanti, se non proprio sorprendenti quantomeno inaspettati. La sensazione, che resta tale e non vince la stringente logica, è che il Cavallino abbia lavorato piuttosto bene, forse più di quanto fosse lecito attendersi. L’illusione di una Ferrari che se la gioca con la Red Bull può sedurre pericolosamente, e può essere anche controproducente, ma mica è reato sognare un po’, giusto prima del brusco risveglio? Sia mai che…

Antonino Rendina

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