F1 | Vasseur, i soliti proclami, qualche domanda alla Ferrari

Ancora proclami da parte della Ferrari, mentre è sempre tutto uguale

F1 | Vasseur, i soliti proclami, qualche domanda alla Ferrari

A Barcellona arrivano i tanto attesi sviluppi per la SF23 e per i rivali saranno cavoli amari. Il gran capo Vasseur, in un incontro con la stampa che conta, ha tuonato ai quattro venti proclami di riscossa e difesa a oltranza della sua scuderia, immaginiamo il tutto condito dalla solita tranquillità, in uno slancio di grandeur francese.

La rassegna stampa è tutto un “A Montecarlo non siamo stati così male, potevamo fare podio”, “Siamo perfetti nei pit stop”, “Aspettate che mettiamo un altro po’ a posto questa SF23 e lotteremo per la vittoria”, “A Barcellona con gli sviluppi che porteremo mi aspetto di lottare per la pole”, “Non cambieremo il nostro concetto di auto, ci crediamo”. Ha detto proprio così, trovate tutto, anche sul nostro aggiornatissimo sito, ovviamente.

Personalmente, a me che sono disincantato e realista, queste parole hanno suscitato un misto di tenerezza e compassione. Sorvolando, per non sparare sulla croce rossa, sulla difesa della performance di Montecarlo, agli occhi di tutto disastrosa, qualcuno inizi a spiegare a F-Red (cit. tv satellitare) che il ferrarista medio, quello che non sta lì con gli occhialini a misurare i cm del fondo, ha la misura colma (per usare un eufemismo) per i soliti, stucchevoli, reiterati proclami di riscossa che da anni e anni non trovano riscontro. E poi, con tutto il rispetto, è difficile immaginare questa monoposto che per mandare in temperatura le gomme se le mangia in pochi giri, non riuscendo proprio a sfruttarle, improvvisamente perfetta, bilanciata, agile, bella, fiammante e vincente. Ma dai.

A questo punto, però, qualche domanda a questa Ferrari così immobile alla quale tutti dicono no, mentre la derelitta McLaren non ha problemi a ingaggiare ingegneri top dalla Red Bull, va anche fatta.

Perché è stato preso Vasseur? Cioè, per fare cosa? Quello che dall’esterno percepiamo è (finora) un’assoluta continuità tecnica con la gestione Binotto. Praticamente è la Rossa di Binotto senza Binotto. E in più il buon Vasseur insiste nell’affermare che il concetto di auto non è sbagliato, che il Cavallino non cambierà la sua filosofia progettuale, che non farà come Mercedes che ha rivoluzionato la monoposto, che hanno ragione loro e non Mercedes (qui, educatamente, viene da sorridere).

Ma monsieur Frederic ci sta davvero dicendo che la Ferrari di Binotto è perfetta così com’è? Questa Rossa qui che non ha un ritmo gara da podio all’altezza dell’immensa e gigante…Aston Martin? Facendo due conti con i periodi di “giardinaggio” obbligatori, è chiaro che alla monoposto 2024 lavorerà l’attuale gruppo tecnico. Assoluta continuità. E allora, Vasseur costa facendo?

L’unica risposta sensata che mi viene in mente è che l’attuale team principal stia mantenendo – permettetemi di citare un proverbio delle mie latitudini – ‘o carro p’ ‘a scesa, ovvero stia mantenendo il carretto lungo la discesa, un modo di dire che si usa per indicare il comportamento di chi si muove in modo diplomatico ed equilibrato per evitare che le cose precipitino.

Per ora, insomma, la Ferrari di Vasseur è la Ferrari di Binotto con Vasseur team principal, in attesa – magari – che nei prossimi tempi, forse anni, il manager francese avrà la forza e la possibilità di plasmare una squadra possibilmente migliore (vincente è un parolone ad oggi). Questo passa il convento, sorbiamoci quindi i proclami sugli sviluppi al fondo, alle pance ecc. che trasformeranno il brutto anatroccolo in un cigno meraviglioso e su quanto la squadra sia perfetta nei pit stop. Deprimente, no?

Antonino Rendina

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