F1 | Una buona Ferrari in Austria, ma McLaren fa un altro sport
Per il Cavallino un podio dal sapore agrodolce, a distanza di sicurezza dalle inavvicinabili papaya

Uno-due in la minore per la Ferrari nel GP dell’Austria, protagonista di una buona prova nel verde della Stiria, terzo e quarto posto finale, di fatto la doppietta degli altri, o degli sconfitti, come preferite.
È difficile giudicare il GP di Maranello in senso relativo – uno dei più positivi di questa stagione per prestazione complessiva di squadra – senza considerarlo in assoluto, perché non si può far finta di non vedere quanto è ampia la forbice con una McLaren spaziale, che su una pista dove serve un po’ tutto – dalla trazione all’aderenza nelle curve veloci – fa il bello e cattivo tempo, regalando 20 giri di duello tra Norris e Piastri e altri 50 di cinema, con una doppietta gestita in totale controllo, e senza correre più alcun rischio di incontri ravvicinati tra i due rispettosi colleghi rivali.
Si involano le papaya inglesi, verso la duplice corona mondiale. Il Costruttori è in cassaforte, con il doppio dei punti delle inseguitrici, e con il Piloti siamo a buon punto. Dopo lo strike di Antonelli anche Verstappen ha alzato bandiera bianca. La sessantina di punti di ritardo e una Red Bull che non può valere la MCL39 non autorizzano più sogni iridati.
In questo quadro va letto il terzo posto di Charles Leclerc, autore del solito fine settimana da trascinatore, con una bellissima qualifica e una gara intelligente; il podio è il risultato massimo che poteva ottenere contro avversari così forti. Almeno non ci possono essere rimpianti per la partenza più complicata del previsto. Contro Norris e Piastri non ci sarebbe stata comunque storia.
Lewis Hamilton non riesce ancora ad eguagliare le prestazioni del team mate monegasco, ma il suo fine settimana è comunque positivo. Impreziosito dal duello del primo giro contro l’ex compagno George Russell, con Hamilton che ha tenuto giù il piede compiendo un gran sorpasso all’esterno nel tratto veloce.
La Rossa lascia Spielberg con un sorriso, certa che anche il nuovo fondo ha funzionato, consentendo alla SF-25 di trovare quel carico utile a stare davanti, su una pista “tecnica”, ad una Mercedes che vive di squilli ma che sembra meno costante sul lungo periodo.
Quello del Cavallino è un sorriso però dal sapore agrodolce, a tratti malinconico; il sorriso di chi è costretto ormai ad accontentarsi di lottare per le briciole, di salutare con gioia un terzo posto, guardando scappare via, inafferrabile, quella macchina arancione con cui nel 2024 si lottava alla pari. E questo resta il peccato originale. Da non dimenticare mai, nella valutazione di una stagione avara di soddisfazioni.
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