F1 | Regole 2026, FIA corre ai ripari per evitare un dominio simil Mercedes di inizio era ibrida
Previsto un concetto chiamato ADUO che misurerà la prestazione media per ciascuno produttore PU, non ha nulla a che vedere con il BoP

Il 2026 sarà un anno importante per il mondo della Formula 1, nel quale entrerà in vigore il nuovo regolamento tecnico sulle power unit. Dunque il Circus andrà incontro all’ennesimo stravolgimento normativo della propria recente storia che vedrà tra l’altro l’ingresso di Audi e Ford, con la casa tedesca che prenderà il posto della Sauber mentre quella americana lavorerà a stretto contatto lato PU con Red Bull, e della Cadillac come undicesimo team in griglia.
A tal proposito, per evitare di andare incontro all’ennesimo dominio come accaduto all’inizio del precedente ciclo con la Mercedes che ha dominato letteralmente la scena in pista tra 2014 al 2020, la Federazione Internazionale ha in mente degli accorgimenti per scongiurare un’eventuale nuova supremazia tecnica.
“Abbiamo dei nuovi arrivati, e all’inizio di un nuovo ciclo c’è sempre il rischio che inizialmente ci siano delle divergenze – ha dichiarato Tombazis, direttore monoposto FIA, intervistato da Autosport – Inoltre, attualmente abbiamo un divario di costi per i produttori di PU”.
La FIA per offrire una mano, a coloro che risulteranno in ritardo nei rispettivi progetti, ha inserito nel regolamento 2026 una soluzione atta a recuperare terreno: “Per questo motivo, esiste un concetto chiamato ADUO, acronimo di Additional Development and Upgrade Opportunities (opportunità aggiuntive di sviluppo e aggiornamento, ndr) – sottolinea Tombazis – Questo concetto è il risultato di un lungo lavoro. Era già presente fin dal primo giorno del regolamento, ma negli ultimi mesi sono stati aggiunti ulteriori dettagli per definirne esattamente il funzionamento”.
Lo stesso Tombazis, scendendo nei particolari di questo sistema, ha aggiunto: “Ogni cinque o sei gare verrà misurata la prestazione media di ciascun produttore di PU. Coloro che si troveranno al di sotto di un certo livello, e a seconda di quanto saranno al di sotto, otterranno quel beneficio che si accumulerà nel corso dell’anno. Tale beneficio si tradurrà in tre cose: una è denaro aggiuntivo per lo sviluppo, alcune ore in più al banco prova e la possibilità di effettuare una nuova omologazione del motore. Quindi chi è indietro avrà l’opportunità di accelerare e recuperare”.
Tombazis ha poi voluto precisare un aspetto importante: “Respingo categoricamente qualsiasi commento sul fatto che si tratti di un Balance of Performance o cose del genere. Prima di tutto le normative sono esattamente le stesse per tutti. Non è che stiamo dando loro più cilindrata, più carburante o altro”.
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