F1 | Magnussen contro l’Halo: “Va contro il DNA della Formula 1, non protegge al 100%”
Poi il confronto: Quello che è successo con Jules Bianchi è una cosa profondamente tragica, ma l'Halo non avrebbe cambiato nulla"
Kevin Manussen si è più volte schierato contro l’Halo. Il dispositivo di protezione del pilota che tanto sta facendo discutere nel mondo della Formula 1 e che ha cominciato a prendere forma dopo il tragico incidente di Jules Bianchi nel Gran Premio del Giappone del 2014 e di altri incidenti mortali nel motorsport, non ha raccolta grandi consensi. Anzi, tantissimi sono stati i driver che si sono opposti, in quanto non garantisce chissà quanta sicurezza aggiuntiva e anzi riduce di molto la visibilità.
L’intento della FIA è di attuarlo nel 2018, ma i piloti sono ancora scettici. Tra colori i quali si dichiarano contrari Kevin Magnussen: “Ho votato no. Credo che vada contro il DNA della Formula 1″ ha ammesso al giornale danese BT. “Senza dubbio l’Halo riduce il rischio di incidenti se si viene colpiti da una ruota o da altre parti di automobili. Ma ci sono molte altre cose che dovremmo guardare prima per migliorare la sicurezza”.
Il pilota Haas ha aggiunto inoltre che è sbagliato collegare l’incidente di Bianchi con la possibilità di maggiore sicurezza dell’Halo, perché il danese crede che il dispositivo non avrebbe salvato in nessun modo la vita del pilota francese. “Quello che è successo con Jules è una cosa profondamente tragica. È stato sfortunato. Lo sport deve conoscere ciò che è accaduto a Suzuka, ma l’Halo non avrebbe cambiato nulla di questo incidente“, ha concluso.
Fabiola Granier
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