F1 | Jeremy Clarkson: “E’ meglio seguire la Formula 1 in TV che dal vivo”
"Se c'è un incidente finisce in un lampo, non ci sono replay per capire la dinamica"
L’ex conduttore di Top Gear, era presente al Gran Premio del Bahrain e, tramite la rubrica che cura per il Sunday Times, ha espresso le sue perplessità in merito al fatto di seguire la Formula 1 in circuito. Il britannico, ha ricordato la sua partecipazione in qualità di spettatore al Gran Premio di Gran Bretagna del 1973.
“Ero sugli spalti alla curva Woodcote di Silverstone, quindi che ero proprio lì, quando la Yardley McLaren di Jody Scheckter ha messo una ruota sulla terra a 160 miglia all’ora, si è schiantata contro il muro e ha scatenato quello che è stato quasi certamente l’incidente più lungo nella storia della Formula 1. Ricordo che i soccorritori impiegarono un’ora per tirare fuori dalla macchina Andrea de Adamich che è rimasto ferito. Lui ha continuato nello sport ma come commentatore e lo capisco. Ed io? Beh, dato che la mia unica esperienza sportiva fino a quel momento era giocare a badminton con William Hague, ne fui affascinato. E ho promesso che sarei andato a quanti più Gran Premi possibili. Una promessa che è durata solo 15 minuti dopo la ripartenza. È stata una bella gara, piena di incidenti ed emozioni. Jackie Stewart è uscito di pista mentre cercava di superare Ronnie Peterson, James Hunt e Niki Lauda hanno avuto la prima di molte battaglie a venire. E Peter Revson è stato autore di una masterclass, andando a vincere. Ma non ho visto nulla di tutto ciò. Questo è il problema della Formula 1 come evento live. Devi essere molto fortunato a vedere un incidente, e anche se ci riesci, finisce in un lampo e non ci sono replay al rallentatore per aiutarti a capire cosa lo ha causato. Questo, quindi, è uno sport che ha sempre funzionato davvero solo in televisione”.
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