F1 | Hamilton è un grande campione e merita solo rispetto
Chi vince ha sempre ragione e anche all'inglese bisogna tributare i giusti onori, mettendo da parte le analisi con riserva
Quella andata in scena domenica al Nürburgring non è stata una domenica come tante altre, quella dell’Eifel è stata infatti una gara dal profumo di storia. La vittoria conquista da Lewis Hamilton ha permesso all’inglese di eguagliare le 91 vittorie in carriera di Michael Schumacher. Un record che sembra inavvicinabile fino a qualche anno fa e che invece l’alfiere della Stella è riuscito a raggiungere e che non farà neanche fatica ad aggiornare.
Il “pareggio” colto da Hamilton ha sollevato, e c’era purtroppo da aspettarselo, polemiche sulla veridicità dei numeri raggiunti. Analisi con riserva che evidenziano come Hamilton abbia raggiunto quello che ha raggiunto solamente grazie all’arma letale che dal 2014 si ritrova a guidare. Lewis può contare su una monoposto eccezionale che gli permetterà di continuare ad aggiornare il suo straordinario curriculum, ma è anche vero che l’inglese deve essere considerato senza se e senza ma un assoluto asso del volante.
La storia della Formula Uno ci insegna che i piloti più importanti e vincenti hanno (quasi) sempre vinto con la monoposto più prestazionale. Alla lunga infatti a fare la differenza sono il talento e il mezzo che si ha a disposizione: un mix vincente senza il quale i soggetti protagonisti resterebbero come degli eterni incompiuti. Il veto popolare che si è sollevato nei confronti di Hamilton pare più che altro un moto di frustrazione nei confronti di un pilota che ha raggiunto i numeri di Schumi con la vettura “sbagliata”.
Ma se Lewis avesse colto questa vetta con la Ferrari ci sarebbero state tutte queste sollevazioni sui social, specialmente in Italia? Forse no, anzi si sarebbe evidenziato il grande lavoro svolto da Maranello che avrebbe fornito un’auto eccezionale al più grande pilota dell’era ibrida. Perché il problema è a monte. Un po’ come accade nel gioco dell’oca bisognerebbe tornare al punto di partenza.
La colpa non è della Mercedes e di Lewis Hamilton, ma di coloro che anni fa hanno accettato passivamente questa situazione regolamentare (e le conseguenze che ne sarebbero seguite) dalla quale la scuderia della Stella – come darle torto – sta traendo il massimo beneficio possibile, facendo così “indigestioni” di vittorie che almeno fino al 2021 nessuno dovrebbe essere in grado di contrastare. La speranza è che per la Formula Uno, con l’avvento di Stefano Domenicali, possa esserci quel Rinascimento sportivo che metta al centro la competizione sportiva e non il dominio di un singolo team.
Ma non per questo Hamilton non deve avere il rispetto e il tributo che merita perché le polemiche da bar sport è giusto lasciarle fuori dalla Formula Uno. Quando un pilota vince ha sempre ragione. Sempre. Bisogna solo avere l’onestà intellettuale di riconoscerlo, togliendosi per una buona volta la maglia da tifosi.
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