F1 | Grosjean: “I costruttori non possono limitarsi solo alle simulazioni”
"Servono le competizioni reali per sviluppare al meglio le tecnologie", ha detto il francese della Haas
Il simracing in questo periodo di quarantena l’ha fatta assolutamente da padrone. Tutti i piloti professionisti, chi più e chi meno si sono dilettati con i simulatori, sia arcade che più “reali”. Sono sorte anche delle domande, se questo tipo di competizioni potranno effettivamente dare dei profitti ai costruttori e visibilità anche a chi pilota, nella vita, non lo è. Certamente è stato divertente vedere i simdriver all’opera contro i loro beniamini, battendoli spesso e volentieri, specialmente i più anziani e meno propensi con questo tipo di esperienze. E’ chiarissimo però che, a situazioni invertite, è pressoché impossibile che un pilota professionista possa prenderle da chi ha avuto a che fare solo con videogiochi e simulazioni. Eppure qualcuno, parlando con Romain Grosjean, ha sollevato questi dubbi.
“Dico a me stesso che in futuro i produttori guarderanno al simracing, vedremo quando saranno seriamente interessati a questo aspetto. Non è facile conoscere i giochi, trovare i piloti e sapere come muoversi. Sono in grado di offrire soluzioni chiave per investire in questo mondo, non è una pazzia”.
“Questa è una discussione che ho avuto con un altro pilota professionista – ha ammesso Grosjean ad Auto Hebdo – e mi ha detto che dovevamo stare attenti, perché se i marchi si dovessero rendere conto di avere più benefici dagli eSport, che costa loro 200.000 euro l’anno invece di diversi milioni, allora alcune domande se le potrebbero fare. Io però credo che se sei un costruttore e vuoi mostrare le tue conoscenze attraverso lo sviluppo delle tecnologie, non puoi limitarti solamente alla simulazione”.
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