F1 | GP Turchia, Istanbul Park mediamente impegnativo per i freni
Istanbul ospiterà il Gran Premio di Turchia
Per il secondo anno di fila la Turchia ospita una gara del Mondiale di Formula 1. Secondo i tecnici Brembo l’Intercity Istanbul Park rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da uno a cinque si è meritato un indice di difficoltà di tre.
Il circuito di Istanbul è molto tecnico e presenta numerosi cambi di pendenza, con evidenti rischi di arrivare lunghi nelle staccate in discesa o di frenare troppo in quelle in salita. L’anno scorso si corse a novembre e il nuovo asfalto, complice la pioggia caduta per l’intero week-end, compromise l’aderenza, anche in frenata: solo nelle seconde libere, su asciutto, i piloti sfruttarono al massimo la frenata.
Due parti agli antipodi
In un giro intero i piloti di F.1 utilizzano i freni otto volte per complessivi 14,6 secondi, equivalenti al 17 per cento della durata della gara, la stessa percentuale di Sochi e Zandvoort. Essendo povera di lunghi rettilinei, la prima parte del tracciato turco non presenta grandi frenate: fino alla curva 6 nessuna supera gli 1,9 secondi.
La seconda parte, complice la minore tortuosità, è contraddistinta invece da tre frenate da almeno 4g che mettono a dura prova i piloti e anche gli impianti. Solo in un caso però la decelerazione supera i 160 km/h e in appena un paio lo spazio di frenata è almeno di 100 metri.
Meno 220 km/h in 125 metri
Delle nove frenate del GP Turchia solo una è considerata altamente impegnativa per i freni, tre sono di media difficoltà e le cinque restanti sono light.
La più dura per l’impianto frenante è quella alla curva 12 perché le monoposto si affidano ai freni dopo aver toccato i 313 km/h e scendono a 92 km/h in soli 125 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 2,82 secondi affrontando una decelerazione di 4,5 g.
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