F1 | GP Imola: l’analisi delle qualifiche

Verstappen conquista la pole position davanti a Leclerc, decima l'altra Ferrari di Sainz con le Mercedes fuori in Q2

F1 | GP Imola: l’analisi delle qualifiche

Qualifiche nel primo giorno di prove, pista bagnata e tante bandiere rosse. Sotto una pioggia a intermittenza, il venerdì del Gran Premio dell’Emilia-Romagna ha riservato una giornata diversa dal solito, dove l’unica costante è stato il prosieguo del duello tra Red Bull e Ferrari. Ad uscirne vincitore è stato Max Verstappen, capace di trovare il miglior crono della sessione nel momento giusto, districandosi tra le varie interruzioni che hanno caratterizzato una qualifica difficile da decifrare.

Per ogni vincitore c’è anche uno sconfitto e la Rossa, davanti al proprio pubblico di casa, nasconde dietro a un mezzo sorriso l’amarezza per una pole position che sembrava alla portata, quantomeno prima che una bandiera rossa negli ultimi minuti privasse Charles Leclerc dell’opportunità di migliorare il proprio tempo. Uno stop al cronometro dovuto proprio a colui che si schiererà alle spalle del monegasco, quel Lando Norris che sul finale era rimasto insabbiato alle “Acque Minerali” dopo aver toccato l’insidiosa linea bianca in ingresso curva. Al suo fianco ci sarà Kevin Magnussen, passato in pochi minuti dal rischio di concludere il Q3 contro le barriere al quarto posto in griglia di partenza, ottenendo così il miglior risultato di sempre per la Haas.

A prendere il via dalla terza fila saranno Fernando Alonso e Daniel Ricciardo, mentre Sergio Perez si è dovuto accontentare della settima casella, complice le varie interruzioni e delle sbavature nelle fasi decisive. Ottavo tempo per Valtteri Bottas, di ritorno in Q3 dopo il passo falso dell’Australia, anche se rimane il rimpianto per quel problema tecnico accusato sul finale che lo ha privato dell’opportunità di combattere per una posizione migliore in classifica. A concludere la top saranno Sebastian Vettel, autore di qualifica di altissimo livello considerando il livello attuale dell’Aston Martin, seguito da Carlos Sainz, out durante il Q2 dopo aver sbattuto contro le barriere in uscita dall’ultima curva. Fuori durante la seconda manche anche le Mercedes.

Verstappen contro Leclerc: una questione di tempismo

Come nei primi tre appuntamenti stagionali, anche in riva al Santerno si è riproposto il duello Ferrari contro Red Bull. In un venerdì difficile da decifrare date le numerose interruzioni che hanno minato l’andamento delle prove ufficiali, la parola d’ordine era tempismo, qualcosa in cui la squadra di Milton Keynes oggi non ha trovato rivali. La scelta di effettuare due giri spinti consecutivi per anticipare un possibile ritorno della pioggia nei minuti conclusivi ha pagato, consentendo all’olandese di avere quel tentativo in più rispetto all’avversario più temuto per prendersi la prima posizione. Una decisione chiave, non solo perché a ogni passaggio la pista si stava lentamente asciugando, ma anche perché ogni tornata era utile per aumentare la fiducia rispetto alle condizioni del tracciato.

Per quanto nei Gran Premi precedenti la Red Bull si sia rivelata più efficace nella fase di riscaldamento degli pneumatici, la pole odierna va oltre questo semplice discorso, specie su una pista dove l’utilizzo dei cordoli e la ricerca del limite è fondamentale. A testimoniarlo è anche il secondo tolto dal campione del mondo in carica tra il primo e il secondo tentativo, nonostante fosse stato costretto ad alzare il piede per la bandiera gialla esposta per la vettura di Bottas ferma a bordo pista. Un gap che va ben oltre la semplice fase di warm-up delle coperture, ma che è anche da ricercare nell’aggressività e la fiducia del pilota in un momento particolarmente delicato: “Oggi è stato bello là fuori, ma era anche molto facile fare errori. Abbiamo iniziato con le gomme slick e poi ha iniziato a piovere di nuovo, fare la chiamata giusta su come preparare il giro era la chiave oggi e alla fine abbiamo fatto quella giusto, quindi sono molto contento. Domani sembra essere asciutto e non abbiamo guidato molto queste nuove auto sull’asciutto qui, quindi speriamo che nelle FP2 potremo comprendere un po’ di più la vettura in condizioni diverse”, ha spiegato Verstappen al termine delle qualifiche.

Pochi secondi che hanno cambiato tutto, perché se la seconda bandiera rossa fosse stata esposta con una decina di secondi d’anticipo, l’esito delle prove ufficiali avrebbe assunto tinte differenti. In quel caso, il portacolori della Red Bull non avrebbe potuto concludere il suo secondo giro e la pole sarebbe andata a Leclerc, che al termine del primo tentativo precedeva proprio l’olandese per soli venti millesimi. Ed è proprio intorno a questo punto che si posa quel retrogusto amaro, quella delusione palpabile avvertita dal box del Cavallino per un venerdì che sa di rimpianto. La decisione di abortire quel secondo giro appena iniziato, dove tra l’altro era stato in grado di migliorarsi di sette decimi nel primo settore nonostante una piccola sbavatura alla chicane, alla fine non ha pagato: “Le qualifiche non sono andate esattamente come volevo ma partire dalla seconda posizione non è così male. È stata una sessione davvero complicata. In Q1 e Q2 abbiamo girato pensando solo ad accedere al Q3, nel quale invece l’obiettivo era spingere al massimo. Nell’ultima fase ho messo a segno un buon tempo e poi ho deciso di abortire il mio secondo tentativo per risparmiare le gomme per due ulteriori giri lanciati che però non ci sono stati per colpa delle bandiere rosse. È un peccato, ma tutto è ancora possibile. Siamo stati competitivi per l’intera sessione e credo che domani ci sia il potenziale per vincere”, ha spiegato il monegasco durante le interviste, che potrà comunque giocarsi le sue chance già a partire da domani durante la prima sprint race dell’anno.

Una questione di preparazione e fiducia, anche per questo è difficile mettere a confronto i tempi dei due contendenti. Rimane tuttavia evidente come, al netto del lift per la bandiera gialla dovuta allo stop di Bottas prima della Rivazza, il settore chiave sia stato il primo, quello in cui Verstappen è stato in grado di guadagnare quasi un secondo e tre decimi. Un vantaggio dovuto principalmente a tre elementi: la maggior efficienza aerodinamica sul rettilineo della RB18, la fiducia del campione del mondo nell’attaccare la chicane sin dall’ingresso e la velocità in uscita, tenendo il piede completamente spalancato. Aspetti in cui anche il monegasco sarebbe stato in grado di migliorarsi in quel primo assaggio del secondo giro, abbassando il distacco a solo mezzo secondo nonostante una leggera sbavatura. Gap che sicuramente sarebbe variato nel secondo intertempo, quello dove il Ferrarista anche nel corso del primo tentativo era riuscito ad avere la meglio sfruttando una traiettoria più stretta in percorrenza alla Tosa al fine di ottenere il meglio dalle qualità della F1-75 nel lento. Sarebbe stata sfida aperta anche nell’ultimo settore, dove Leclerc era riuscito ad essere più incisivo alla Variante Alta, anche in questo caso non solo per una questione di mera aggressività sui cordoli, ma anche per quelle doti in trazione di cui la monoposto di Maranello è stata massima espressione in questo avvio di campionato. Per il sabato e la domenica il meteo sembra promettere condizioni differenti da quelle del venerdì, con una sfida nuovamente aperta.

Norris e Magnussen aprono la lotta di centro gruppo

Nonostante la buona prestazione australiana, probabilmente in pochi alla vigilia avrebbero scommesso su una McLaren in seconda fila anche a Imola. Le condizioni mutevoli del venerdì italiano hanno però giocato a favore del team di Woking che, su un tracciato sulla carta meno adatto alle caratteristiche della MCL36, è stato in grado di conquistare un terzo e un sesto posto in griglia di partenza. Una pista ricca di tratti a bassa velocità, quasi stop & go e meno scorrevole di quella di Albert Park, dove la pioggia ha dato un mano a mascherare quelli che sono i punti deboli della monoposto britannica.

La terza casella in griglia di partenza può essere vista come un ottimo punto di partenza in vista del resto del weekend, con l’opportunità di portare a casa punti importanti per la classifica. Un tema centrale, anche perché la bandiera rossa provocata dallo stesso Norris sul finale a seguito di un passaggio incauto sulla linea bianca alle Acque Minerali, aveva privato piloti potenzialmente più rapidi di un altro tentativo con cui battere il crono dell’inglese: “Sono molto felice. P3, anche se sono un po’ sorpreso, ma penso che un sacco di altri piloti abbiano commesso degli errori e ne abbiamo approfittato”, ha raccontato durante le interviste, anche se è interessante sottolineare come durante il secondo tentativo Norris abbia avuto meno energia a disposizione, perdendo centesimi preziosi negli allunghi. Un tema interessante, perché in un certo senso conferma quelle difficoltà riscontrate dalle Power Unit Mercedes in altri appuntamenti, dove il fenomeno del clipping era stato ancor più pronunciato. “Ad essere onesti, anch’io ho fatto alcuni errori. C’era una possibilità di fare un po’ meglio, penso che ci fosse ancora un po’ di tempo alla fine e sarebbe stato bello fare quel giro e spingere ancora una volta, ma ho fatto un errore e ho preso la linea bianca. A parte questo, sono felice e in una buona posizione per domani”, ha poi aggiunto il numero 4.

A fargli eco è stato il compagno di casacca, Daniel Ricciardo, il quale tuttavia non ha mancato di menzionare come l’aver avuto a disposizione un solo tentativo abbia minato le sue qualifiche. La strategia dell’australiano, infatti, era la medesima di Leclerc, quindi con un giro di cooldown tra i due tentativi spinti, poi interrotti dall’esposizione della bandiera rossa per il problema accusato da Bottas. L’impossibilità di migliorarsi nel finale, poi, ha costretto il numero tre ad accontentarsi di una sesta posizione nel complesso positiva ma con un leggero retrogusto amaro: “Sulla carta è abbastanza buono. Mi sento un po’ ferito perché penso che quasi tutti quelli davanti a me hanno fatto due giri e io solo uno a causa delle bandiere rosse. Con i miglioramenti del secondo giro, sento davvero che avrei potuto essere significativamente più in alto in classifica, ma va bene così”, ha spiegato Daniel.

Se la tappa australiana in casa McLaren aveva portato soddisfazioni, lo stesso non si poteva dire per la Haas, costretta a lottare in fondo al gruppo a seguito di grossi problemi di bilanciamento. Una brusca frenata dopo due Gran Premi estremamente positivi, del tutto inaspettata, ma la squadra americana sembra essersi ritrovata a Imola con un quarto posto forse fin oltre le più rosee aspettative. Sul bagnato la VF-22 ha ben figurato, consentendo a Magnussen di scalare la classifica e ottenere il suo miglior risultato di sempre durante la sua esperienza con la Haas. I soli trenta millesimi di distacco dalla terza posizione rappresentano un rimpianto a metà, perché chiaramente con un approccio leggermente più aggressivo nell’applicazione dell’acceleratore in uscita dal “Tamburello” o dalle “Acque Minerali” si sarebbe potuta guadagnare un’ulteriore posizione, ma pensando a come era iniziato il Q3 tutto finisce nel cassetto. Pochi minuti dopo l’avvio del cronometro nella manche conclusiva, infatti, il danese aveva perso la vettura rischiando di insabbiarsi nello stesso punto in cui si sarebbe fermato Norris più tardi. Solo una pronta reazione da parte del pilota della Haas, tornando sul gas nel momento esatto per far continuare a muovere le coperture posteriori, gli aveva permesso di evitare di rimanere bloccato nella ghiaia, ponendo le basi per un bel quarto posto: “Prima di tutto, che risultato. È fantastico, è incredibile, non posso davvero crederci. È così vicino alla top-tre. La quarta posizione rappresenta la migliore qualifica di sempre per la Haas, quindi sono davvero orgoglioso di questo e della squadra. Sono uscito, ho perso la vettura e sono andato nella ghiaia. Sono riuscito a tenerla in moto e a tornare in pista. La macchina era semplicemente fenomenale, e non posso credere che siamo in quarta posizione. Sembra che domani sarà asciutto, quindi faremo del nostro meglio, non so cosa aspettarmi. Andremo a divertirci e daremo tutto quello che abbiamo, come abbiamo fatto oggi”, ha spiegato Magnussen.

Alonso si inserisce davanti a Perez, rimpianto per Sainz

La lotta a centro gruppo è spesso molto serrata e con condizioni mutevoli come quelle odierne anche pochi millesimi possono fare la differenza. Il quinto posto ottenuto da Fernando Alonso è un bel punto di partenza, specie tenendo a mente che in Australia la vettura lo aveva abbandonato sul più bello in qualifica, privandolo dell’opportunità di lottare per le prime file. Sono poco più di sette centesimi a dividerlo da un terzo posto giocato sulla fiducia nella vettura, per cui si può comunque ritenere soddisfatto considerando le molteplici curva a bassa percorrenza che l’Alpine sembra digerire meno rispetto ai propri avversari più diretti.

Lo spagnolo è stato in grado di mettersi alle spalle Sergio Perez, rallentato da qualche sbavatura di troppo e dalle bandiere rosse. Il primo tentativo, infatti, era andato a vuoto complice un errore alla prima chicane, che lo aveva spinto ad abortire il giro. Errore che si sarebbe ripetuto anche nel secondo passaggio, questa volta per un lungo alle Acque Minerali, dove aveva perso il posteriore in ingresso finendo nella parte più esterna e bagnata del tracciato. L’interruzione dovuta poi al problema accusato di Bottas aveva privato il messicano di qualsiasi opportunità di migliorarsi, dovendosi così accontentare della quarta fila: “Nel complesso è una giornata deludente, ma dobbiamo ricordare che è solo l’inizio del fine settimana. Oggi non sembrava funzionare per me, abbiamo sbagliato alcune cose. Era importante portare temperatura nelle gomme e non siamo riusciti a fare il giro giusto e poi abbiamo avuto un’altra bandiera rossa. Sono contento del ritmo della macchina però, non vedo l’ora che sia domani, speriamo di essere in grado di progredire durante la sprint e ottenere una buona posizione di partenza per la gara di domenica.”

Una performance passata sottotraccia è sicuramente quella di Sebastian Vettel, con un nono posto dal sapore tutto speciale date le prestazioni del mezzo in questo avvio di campionato. Una vettura costretta a lottare per evitare l’ultima fila della griglia che sotto la pioggia si è “trasformata” grazie a due assi del bagnato come il tedesco e il suo compagno di squadra, Lance Stroll, concedendo ad Aston Martin un attimo di respiro e di centrare la prima top ten della stagione. Un lavoro duro, soprattutto perché i limiti della AMR22, al netto della pioggia che ha livellato i valori in campo, rimangono evidenti, soprattutto in termini di carico aerodinamico e peso, che influisce negativamente anche sulla reattività della vettura: “Sono soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto oggi. È stata la mia prima volta in Q3 nel 2022 e la prima volta quest’anno per entrambe le vetture in Q2, che è un grande sforzo da parte della squadra. Per sentirmi a mio agio c’è voluto un po’, ma al primo giro della Q2 ero abbastanza felice. In Q3, ho avuto solo un giro pulito. Al secondo tentativo, ho frenato in ritardo e sono andato largo nella curva due, e poi è stato tutto bandiere rosse da lì. È un peccato che sia finita in un po’ di anticlimax, ma dovremmo essere in grado di avere un buon weekend da qui”, ha dichiarato il quattro volte campione del mondo, che nel resto del weekend cercherà di lottare per portare a casa i primi punti in classifica.

Se per Aston Martin sembra un’opportunità d’oro, per Carlos Sainz il sapore è quella di una chance sprecata, non solo di lottare per la prima fila, ma anche per quella che avrebbe potuto essere la sua prima pole position stagionale. L’errore in Q2 in condizioni mutevoli dopo aver toccato la linea bianca e la parte d’asfalto ancora bagnata mentre si trovava con le slick, non ha lasciato scampo, spedendolo contro il muro. Ciò lo costringerà a una gara in rimonta quando le prospettive avrebbero potuto essere ben altre.

Più distanti le due Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell, entrambe eliminate in Q2, complice l’arrivo improvviso della pioggia dopo pochissimi minuti. Un cambio metereologico che ha decretato la fine delle speranze del team anglo-tedesco di riuscire a conquistare un piazzamento in top ten, complice non solo le difficoltà della W13 di far lavorare le coperture nel corretto range di temperatura quando la pista si stava ancora asciugando, ma anche quelle intrinseche del progetto in sé. Probabilmente con qualche altro giro a disposizione, quantomeno uno dei due piloti avrebbe potuto tentare di scalare qualche posizione in classifica una volta portate le gomme in quella finestra di funzionamento che, al momento, per la Mercedes sembra fin troppo ristretta. Il problema di fondo rimane tuttavia lo stesso visto in altri appuntamenti del mondiale: non ci si riferisce solamente al porpoising, evidente anche in Emilia-Romagna, ma anche a quelle difficoltà nelle curve a bassa velocità e nelle fasi di trazione, dove già nelle tappe precedenti la W13 aveva mostrato delle carenze.

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