F1 | Ferrari, Togninalli sul GP di Sakhir: “Una nuova sfida”
"Gareggeremo nello stesso luogo e sul medesimo tipo di asfalto ma il tracciato ha caratteristiche diverse", ha dichiarato l'Head of Track Engineering del Cavallino
Archiviato il Gran Premio del Bahrain, dove è andata a punti con il solo Charles Leclerc giunto decimo, la Ferrari è focalizzata sul secondo appuntamento di Sakhir dove le monoposto saranno impegnate sull’Outer Track. Una pista molto corta dove il motore, almeno sulla carta, rivestirà un ruolo da protagonista. In una Q&A pubblicata sul sito ufficiale della Ferrari, Matteo Togninalli – Head of Track Engineering del Cavallino – ha analizzato il GP di Sakhir dal punto di vista tecnico.
“Una sfida praticamente nuova, con un paio di parametri noti – ha dichiarato Togninalli – È vero che gareggeremo nello stesso luogo e sul medesimo tipo di asfalto ma il tracciato ha caratteristiche diverse, soprattutto perché non hai più quella parte della pista nella quale c’erano il tratto misto e le curve ad alta velocità. Le gomme hanno così più ‘respiro’ tra una curva e l’altra. Questo ha un impatto non soltanto sull’assetto e sul livello di carico aerodinamico ma anche sul comportamento degli pneumatici, visto che il livello di energia che devono sopportare, in particolare quelle posteriori, è fra il 20 e il 30% in meno. Pertanto, certi problemi – come il surriscaldamento – che abbiamo visto lo scorso fine settimana, dovrebbero essere mitigati. In termini di efficienza, è sicuramente maggiore rispetto al tracciato dove abbiamo appena corso, quindi mi aspetto di vedere una tendenza a ‘scaricare’ le vetture”.
Le novità che offre e le caratteristiche complessive del tracciato sono un ostacolo o un’opportunità per la Scuderia?
“Direi più un’opportunità, perché è un fatto che sia sabato che domenica abbiamo sofferto particolarmente nella gestione dell’energia esercitata sulle gomme, quindi su questo fronte potremmo trovarci in una situazione migliore. D’altro canto, è chiaro che la SF1000 non brilla nelle piste ad alta efficienza e questa è una configurazione sulla quale l’effetto relativo della prestazione del motore è più alto, due elementi che avranno un peso determinante. La cosa più importante sarà comunque essere in grado di tirare fuori tutto il nostro potenziale, cosa che non siamo riusciti a fare fino in fondo la settimana scorsa”.
Quanto dell’esperienza del Gran Premio precedente sarà utile in questo evento, in particolare sulla gestione delle gomme?
“Ci sono degli spunti che vogliamo approfondire per trovare delle soluzioni che ci consentano di migliorarne la prestazione, sia sull’approccio al giro che nelle regolazioni, ma saremo comunque di fronte a un evento diverso. Ad esempio, sarà differente la gestione delle qualifiche, sia perché non sarà per niente facile trovare il momento giusto per fare il tempo a causa del traffico, sia perché – proprio per quello che dicevo prima riguardo all’energia che devono gestire le gomme – sarà difficile portare le gomme nella finestra ideale di esercizio. C’è molto lavoro da fare ma sono queste le sfide che piacciono a noi ingegneri. Parametri che dovranno essere tenuti sempre sotto controllo sono i consumi di carburante e il rendimento dei freni. Se il primo dovrebbe essere piuttosto in linea con quello della scorsa settimana, visto che su una pista che richiede maggiore efficienza si tenderà a girare con meno carico aerodinamico, per i freni potrebbe essere ancora più critico soprattutto in gara, quando le frenate più importanti, come quelle della prima e dell’ultima, dovranno essere ripetute una trentina di volte in più rispetto a domenica scorsa”.
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