F1 | Ferrari, Binotto: “Chi riuscirà a risolvere rapidamente il problema del porpoising avrà un vantaggio”
Il team principal della Rossa parla del fenomeno che sta caratterizzando la prima sessione di test
Durante la prima sessione di test pre-stagionali a Barcellona, il termine “porpoising” è tornato d’attualità dopo essere rimasto nel casseto per quasi quarant’anni. Un fenomeno che torna ad essere rilevante sulla nuova generazione di vetture a effetto suolo, complici le loro caratteristiche che esasperano il carico aerodinamico creato nei tunnel posti nella parte inferiore del fondo.
Se a un’andatura ridotta questo problema non affligge le vetture in maniera drastica, alle alte velocità la situazione cambia completamente. Il carico aerodinamico aumenta e ciò non solo spinge il fondo sempre più vicino all’asfalto, ma comporta anche un impegno maggiore da parte del sistema sospensivo, il quale viene compresso, come avveniva nello scorso campionato. Il problema sorge nel momento in cui l’altezza da terra si abbassa fino ad un punto critico, quando sotto il fondo si viene a craere una situazione di stallo che riduce improvvisamente il carico aerodinamico della vettura, permettendo alle sospensioni di decomprimersi e riportare la monoposto ad una distanza maggiore dall’asfalto. Tuttavia, soprattutto sui rettilinei dove le velocità sono sostenute per un periodo di tempo piuttosto prolungato, questo fenomeno si ripresenta ciclicamente, in quanto non appena le sospensioni si decomprimono il carico aerodinamico creato dal bodywork e dalle due ali tende rapidamente a riportare il fondo verso il terreno, innescando nuovamente il problema.
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Un problema che, per il momento, sembra stia affligendo tutte le vetture, inclusa la Ferrari. Durante la conferenza stampa del giovedì, il team principal della Rossa è intervenuto sull’argomento, fornendo il suo punto di vista sulla situazione: “La maggior parte di noi sembra aver sottostimato il problema, le vetture saltellano più di quanto ci si aspettasse. Sapevamo che con queste monoposto a effetto suolo la situazione sarebbe stata differente, è un processo di apprendimento. Risolvere questo problema potrebbe essere molto semplice, ma devi ottimizzare le performance, non è trovare un compromesso. Bisogna evitare che la vettura saltelli, ma tirare fuori le prestazioni massime dalla monoposto potrebbe non essere altrettanto semplice. Ad un certo punto, i team troveranno una soluzione e chi ci arriverà prima avrà un vantaggio all’inizio della stagione”, ha spiegato Mattia Binotto, sottolineando come riuscire a trovare una soluzione in tempi brevi non sarà semplice. Una delle possibili alternative per mitigare il fenomeno, quantomeno momentaneamente per i test, potrebbe essere quella di aumentare l’altezza da terra delle monoposto, ma ciò significherebbe anche perdere carico aerodinamico, un compromesso che i team non sono disposti totalmente ad accettare.
“Le vetture sono differenti [da quelle di quarant’anni fa, ndr]. Ma è legato all’effetto suolo e quanto esso è potente. Per quanto ci siano delle differenze, ci sono anche dei punti in comune. La frequenza con cui le vetture rimbalzano è la frequenza naturale della vettura stessa”, ha poi aggiunto il team principal della Ferrari.
Sull’argomento è intervenuto anche Tom McCullough, Performance Director dell’Aston Martin, ricordando che si tratta solamente della prima sessione di prove pre-stagionali, dove i team stanno sperimentando per trovare i limiti della vettura: “Le vetture sono completamente nuove, le stiamo evolvendo ora e prima del Bahrain. Sono test, stiamo esplorando i limiti, come possiamo adattare l’altezza da terra. Penso che vedremo diversi aggiornamenti nelle prossime gara.”
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