F1 | Carlos Sainz: seconda guida in pectore, ma ambizioni da capitano
Lo spagnolo parla e ragiona da prima guida; saprà accettare un eventuale ruolo di scudiero?
Carlos Sainz si appresta a disputare la sua nona stagione in Formula 1, la terza al volante della Ferrari, un’avventura che finora gli ha consentito di vincere il suo primo (e unico) GP in carriera, a Silverstone nella scorsa stagione. Ascoltando le dichiarazioni del pilota spagnolo si ha sempre l’idea di fondo di una persona molto determinata e decisa, inebriata dalla possibilità di migliorarsi e con l’obiettivo di vincere.
Carlos Sainz, da molti dato per svantaggiato dall’avvicendamento Binotto-Vasseur e per tanti altri destinato a fare da scudiero a Charles Leclerc, non sembra voler indietreggiare di mezzo passo. L’iberico non nasconde le sue ambizioni iridate, parla e ragiona da “prima guida”, dalle sue parole non si evince mai la possibilità di un ruolo subalterno. La sensazione, talvolta, è che Sainz parli ignorando che nell’altro lato dei box ci sia Charles Leclerc. Non è un male, ma nemmeno per forza un bene.
Sainz, qualificatore nella norma e passista di ottimo livello, pilota non sempre spettacolare, ma dotato di grande consistenza e regolarità, deve ancora trovare la sua dimensione, ondeggiando tra la paura di non essere considerato abbastanza rispetto ad altri suoi colleghi (spesso ha recriminato in tal senso) e la voglia di imporsi in Ferrari e arrivare a lottare per il titolo.
In ogni ragionamento di Sainz c’è un insistente focalizzarsi sul proprio percorso nel 2022, sulle difficoltà iniziali che gli hanno impedito di restare in scia di Max Verstappen (e di Leclerc), sui miglioramenti a metà anno fino alle speranze di “poter dare fastidio a Verstappen nel 2023”. Mancano, sempre, totalmente, accenni al fatto che Charles Leclerc con la F1-75 si sia dimostrato di un’altra categoria e che lo stesso monegasco sia stato a lungo in lotta per il titolo, “laureandosi” per giunta vice campione del mondo.
Sainz tira dritto per la sua strada, quasi noncurante della presenza di Charles e di un confronto obbligato nei box. Ma nuovo corso Ferrari impone scelte anche forti, per evitare gli errori del recente passato, e certe decisioni potrebbero anche riguardare la gerarchia tra i due piloti. Leclerc è un fuoriclasse e va trattato come tale, su questo non ci piove.
Ciò che preoccupa è che il validissimo (perché lo è davvero) pilota spagnolo non pare – almeno dall’esterno – molto propenso ad accettare il ruolo di gregario. Sainz lavora e ragiona in modo coerente, con lo sguardo fisso sul suo orizzonte, che esclude quello degli altri, lavorando sui suoi obiettivi e con sufficiente autostima da considerarsi abbastanza veloce da poter trascinare la Rossa come protagonista e non come coprotagonista.
La realtà potrebbe però raccontare una storia diversa, perché il Cavallino ripone le sue speranze nella classe cristallina di Leclerc, il quale potrebbe regolare Carlos come già capitato nel 2022. A quel punto si capirà se il determinato Sainz saprà accettare un’eventuale, diversa, dimensione all’interno della scuderia di Maranello. Dopotutto sarebbe una seconda guida perfetta, se non fosse per le ambizioni da capitano.
Antonino Rendina
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