F1 | Binotto alza l’asticella e carica l’ambiente Ferrari, ma ora a parlare sia la pista
Il TP di Maranello crede in una Rossa vincente all'esordio Bahrain e lancia la sfida alla Red Bull di Max Verstappen
Questa mattina ci siamo svegliati con parole che forse nessuno si aspettava, dopo la tranquillità con cui Mattia Binotto aveva analizzato l’ultima tre giorni di test pre-stagionali svoltasi in Bahrain dove sullo stesso tracciato domenica si correrà il primo GP della stagione.
Si è passati da outsider, ruolo con cui il TP della scuderia di Maranello ha considerato finora la Rossa, al non accontentarsi di una P2 (“Non firmo per un secondo posto”). Parole che non hanno lasciato alcuno spazio all’interpretazione. Cosa è cambiato solamente dopo qualche giorno? Com’è possibile che dal difendersi si è passati ad attaccare? Da gettare, giustamente, pressione sugli altri si è passati con un colpo di boomerang a voler occupare il ruolo di squadra favorita a Sakhir?
Molto probabilmente in Ferrari i dati ricavati in Bahrain e sviluppati a Maranello, in relazione anche a quelli dei competitor (anche se i test come sappiamo sono sempre un delicato passaggio di valutazione, perché non si possono mai avere certezze assolute sui vari parametri analizzati), hanno dato molto fiducia alla squadra e in particolar modo a Binotto.
Anche il nuovo motore della Ferrari, come confermato dallo stesso TP, pare abbia dato quella certezze richieste che finalmente permetterebbero – il condizionale è più che mai d’obbligo in questi casi – di recuperare quella cavalleria mancante lo scorso anno (20-25 cavalli) rispetto a Mercedes e Red Bull. Pare dunque che la Ferrari abbia messo a posto tutti i pezzi del puzzle e sia pronta a lottare per obiettivi importanti.
Sulla Ferrari c’è tanto hype. Quanto mancava questa sensazione. Era da diverso tempo che non c’era un’attesa così importante, per certi versi spasmodica, nei confronti della Rossa. Ma gli stessi uomini di Maranello sanno molto bene come quest’anno la posta in palio sia molto alta in chiave futura, avendo puntato da tempo la fiche decisiva sul 2022. Ecco perché la F1-75 non può non rappresentare la monoposto della verità.
Le modifiche regolamentari sono una chance troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire, soprattutto per una scuderia che negli ultimi anni ha navigato tra sufficienza e mediocrità occupando posizioni che cozzano con la propria storia. I test ci hanno mostrato una F1-75 molto solida, stabile ed equilibrata, tra le migliori ammirate in pista che non ha palesato alcun problema di affidabilità. Un aspetto assolutamente importante, soprattutto in un’era di passaggio com’è quella attuale. Basterà per avere la meglio sul campione del mondo in carica Max Verstappen e su una Mercedes che certamente non si darà per vinta dopo le recenti difficoltà?
Ora ci si augura che dalle parole di Binotto possano arrivare fatti concreti e che a parlare sia la pista. Finalmente si fa sul serio. I tifosi della Ferrari stanno oramai contando i giorni, le ore, i minuti, i secondi che li separano da domenica. Di voli pindarici ne è piena la storia recente della Rossa, ma in questo caso una caduta avrebbe un impatto fragoroso. Molto fragoroso. Soprattutto per come si è arrivati carichi di aspettative all’esordio del Mondiale.
Perché se la Ferrari, e non ce l’auguriamo minimamente, dovesse arrivare terza in Bahrain cosa si direbbe? Avrebbe fallito nel suo obiettivo? Oppure si vedrebbe il bicchiere mezzo pieno? Ma forse questa, con i dovuti approfondimenti, è un’altra storia di cui si inizierà a parlare domenica dopo le 18.
Piero Ladisa
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